Lo scorso novembre scrivevamo della protesta raccolta dagli inquilini delle case popolari di via Luca Signorelli 11-19, dove si sono tenuti dei lavori di riqualificazione e di
efficientamento energetico, iniziati nel dicembre 2018 e che sono stati fermi per un lungo periodo sollevando non poche polemiche. Da una lettera inviata ai condomini da parte dell’autogestione (datata 29 ottobre 2020) emerse che era stato intimato di smontare le tende e uniformarsi cromaticamente a un solo colore, nonostante alcuni avessero comprato quest’ultime recentemente, spendendo circa duemila euro a nucleo familiare.
Lunedì della scorsa settimana il capogruppo di Fdi Alessandro Draghi ha riportato la questione in Consiglio comunale.
Draghi ha spiegato che i condomini in questione non avevano rimontato le tende perché doveva essere ancora comunicato il colore ufficiale: «Siccome c’è un regolamento urbanistico che, a parte i balconi tergali stabilisce che le tende siano tutte uguali (…) arriva una raccomandata che intima a coloro che non le hanno montate di montarle e a coloro che le avevano già montate di levare anche anche le strutture che le sorreggono». Ma con l’insorgere dell’emergenza Coronavirus, ha continuato il consigliere, «non c’è più stata l’Assemblea e i condomini non hanno avuto indicazione del colore delle nuove tende. Il telo è una cosa, ma l’installazione dell’impianto può costare anche più di duemila euro».
«Ritengo sia inopportuno chiedere la sostituzione delle tende e chiedo all’Amministrazione comunale e a Casa Spa se possono intervenire presso l’autogestione affinché si impedisca di far buttare via le tende a coloro che non lo vogliono fare o che magari vogliono cambiare solo il telo», ha affermato il capogruppo di Fdi.
La risposta al quesito posto è arrivata dall’assessora alla Casa Benedetta Albanese che ha spiegato come innanzitutto sia l’Assemblea condominiale che si debba pronunciare su certi temi, la quale è lo strumento prioritario e democratico che esprime l’interesse generale dei condomini, oltre che la raccolta firme fatta dall’autogestione: «Questo edificio è stato oggetto di un’importante riqualificazione energetica con l’istallazione del cappotto (…) A fronte di una riqualificazione così importante, anche il proseguo della venuta dell’edificio, in relazione al regolamento è un passaggio che va fatto. (…) L’assemblea non poteva essere convocata; verrà convocata e ratificate o meno alcune decisioni, ma ritengo che la decisione non possa che essere presa in maniera democratica». Si deve perciò tener conto della situazione complessiva, «non solo e non tanto di decoro rispetto all’edificio ma anche dal punto di vista interno del condominio attraverso, un organo democratico di espressione quale è l’Assemblea».
Stante l’impossibilità di convocare l’Assemblea per giungere a una decisione, i condomini vorrebbero tuttavia una risposta sulla questione e su di loro grava l’onere di cambiare non solo il telo, ma forse la ben più costosa struttura di supporto: «La maggioranza di loro avevano le tende arancioni e gli era stato detto di smontarle e di buttarle direttamente via perché quello non sarebbe stato il colore – ha ribattuto Draghi – Alcuni le hanno smontate e conservate ma gli viene impedito di rimontarle. Voglio ricordare che siamo in via Signorelli, è una bella strada ma non è certo il posto paesaggisticamente più importante del mondo: posso comprendere che si chieda che la scelta cromatica sia omogenea, ma insistere sulla struttura è superfluo. Ci sono alcune montature estensibili, alcune a paletto, altre richiudibili, tuttavia una volta cambiato il telo penso sia sufficiente. Andare a chiedere a queste famiglie dell’Isolotto di buttare via le tende, con una spesa che si aggira intorno ai duemila euro, in questo periodo, penso che sia una spesa troppo cara e ingiusta».