Via di San Vito, parte collinare buia e pericolosa
Di giorno suggestivo tratto collinare, ma senza lampioni, di notte è buio, ripido, a forte rischio d'inciampo. E poi c'è il senso di insicurezza che le tenebre mettono. Non illuminare questo tratto oltre che un pericolo, è un'opportunità persa per il quartiere
Ma quant’è suggestivo il tratto collinare di via di San Vito, che dall’incrocio con l’omonimo viuzzo, piega a sinistra, interrompendo bruscamente la città, e apre lo sguardo sulle campagne da cartolina. La ripida e strettissima salita lastricata a pietra, scoraggia gli automobilisti e incentiva a lasciare la macchina a casa per godersi una salutare passeggiata fino a Bellosguardo.
In una giornata di sole. Ché se si fa tanto di attardarsi per veder tramontare il sole sulla città, il ritorno è quanto mai periglioso e inquietante. Perché questo pezzo è privo di illuminazione pubblica. Solo vicino ai pochissimi ingressi delle tre case che ci sono, c’è qualche sparuto lampionicino. Cosicché, in un buio pesto, la discesa a pietre, tutta buche e livelli sfalsati, incassata tra due muri senza ricevere neanche un raggio di luna o un riverbero della città, rischia di trasformarsi in una trappola mortale. E se mal disgrazia c’è la guazza della notte, stare in piedi sulle pietre lisce nelle tenebre, è un’impresa da alpinisti. Certo un forte pericolo per anziani e persone con ridotte capacità deambulatorie.
Oltre un problema di sicurezza per il pericolo d’inciampo, c’è poi quello per spiacevoli incontri. Perché nel buio non si sa mai chi si cela, perché il buio incentiva i malintenzionati, perché il buio crea mostri e angosce ataviche nella testa, quelle di essere facili prede di fiere nascoste nell’ombra. Che poi qui non sono tanto fuori tempo, dal momento che più di una volta di cinghiali scendere qui nella notte per andarsi ad abbeverare al fossetto, ne son stati visti. Sia chiaro che i cinghiali non sono predatori, ma potrebbero reagire poco simpaticamente se si sentissero messi alle strette a pochi metri, nel buio, in una strada stretta e chiusa da muri da tutti i lati; se è una scrofa con i cuccioli poi, sarebbe meglio girare alla larga. Sempre che si riescano a vedere…
«Certo, si nota che i muri di delimitazione di alcuni terreni, spanciano, la terra sotto preme e prima o poi sfonda – ponte il dubbio un raro passante – Sarà, malizia, ma il dubbio che non si voglia andare a toccarli per fare le tracce o fissare i lampioni viene».
Un peccato, perché, soprattutto nelle serate estive, poter salire a piedi a prendere il fresco a Bellosguardo è un lusso che altre parti della città non hanno e che qui è disincentivato dal difficile percorso. E un peccato anche perché uno dei manufatti caratteristici di queste colline sono quei romantici lampioncini dei tempi andati. Non valorizzarli, non aumentarli e non poter vivere è un’opportunità persa. Chissà che qualcuno dei nuovi lampioni annunciati dalla Giunta nel piano da 6.567.214 euro euro non capiti anche qui. Per ora non resta che spenderne un altro paio, andare dal ferramenta e comprare una torcia.