Via di San Carlo e piazzetta di Bellosguardo: il continuo passaggio di macchine e l’assenza di marciapiedi la rendono una strada molto pericolosa per i pedoni
Quella che doveva essere un’amena passeggiata a Bellosguardo, si è trasformata in una sfida per la sopravvivenza. Tutto parte con le migliori intenzioni. Venuti a conoscenza della bella inizativa The walking city promossa da Regione Toscana e Comune di Firenze in concomitanza con il progetto The walking people della Comunità Europea, decidiamo di provare a fare il percorso 2 Verso Bellosguardo.
Entusiasti di questa prova sul campo, non siamo per nulla preoccupati perché sulla carta l’itinerario è semplicissimo e noi siamo appassionati di trekking abituati a scarpinate ben più impegnative. Nemmeno 5 chilometri, 85 metri di dislivello. Roba da scolaretti, pensiamo. Ma dell’itinerario ve ne parleremo in un prossimo articolo, perché l’amena passeggiata rimane solo sulla carta e nei progetti della Comunità Europea. Perché la realtà, per il pedone che si trovi a percorrere via di San Carlo è ben diversa.
Complice una bella giornata di mezza stagione, partiamo. Imbocchiamo da via di San Carlo, angolo via di Soffiano. È una bella mattinata soleggiata e il clima è piacevole. Notiamo subito un fastidioso via vai di macchine. Inutile dire che qui non ci sono marciapiedi, siamo in campagna. Il fastidioso via vai diventa pericolo vero e proprio. Automobili e moto sbucano a forte velocità dalle curve cieche facendo il pelo agli impotenti pedoni; in una strada dove anche 30 km orari sono troppi, i centauri sfrecciano ad almeno il doppio.
La strettezza di via di San Carlo è tale in molti punti che le automobili rischiano di collidere; così spesso, tra le due l’automobilista è costretto a improvvise sterzate a destra, aumentando il rischio per il pedone. L’intenso traffico e la scarsità di piazzole di scambio crea tappi (ci si scambia al millimetro, anche il pedone rimane bloccato) che costringono gli automobilisti ad acrobatiche marce indietro sulle curve. Inutile dire anche qui quali siano i pericoli. Oltre ovviamente alle zaffate di gasolio bruciato e frizioni sforzate che respira il malcapitato pedone che si trova nei pressi di queste ripartenze in salita. Che illusi a pretendere l’odore dell’erba e il canto degli uccellini in campagna…
la situazione non migliora fino al Prato dello Strozzino, in piazzetta di Bellosguardo è uno dei punti di maggior nodo, ma almeno qui la visuale per il pedone c’è. Alcuni usano questa strada come scorciatoia verso Porta Romana e la Certosa, probabilmente. Non si sa bene perchè, dal momento che orologio alla mano, rimane sicuramente più conveniente passare da via Pisana o le Bagnesi; queste ancor più da quando hanno fatto il nuovo by pass del Galluzzo. Senza contare il disagio e lo stress di queste stradine. Probabilmente sarà l’illusione che a fare percorsi arzigoglati e alternativi si è più furbi. e alle volte ci si mette anche Google Maps a ssuggerire la strada peggiore. Forse basterebbe spezzare questa connessione, istituendo opportuni sensi unici, per risolvere gran parte del problema.