Scandicci, quell’albergo mai finito che fa paura ai residenti di Pontignale
Accessi abusivi e manomissioni alle recinzioni che rimangono instabili: «cade a ogni colpo di vento, solo per miracolo non ha preso in testa un'anziana qualche giorno fa». La storia e l'incerto destino di uno scheletro di cemento
Un ala dell’albergo mai finita, quello scheletro di cemento tra via del Pantano e via della Pace Mondiale a Pontignale, collegata al lussuoso Ih Hotel da un’avveniristica passerella di vetro sopraelevata. Quella passerella avrebbe dovuto portare probabilmente in un altro palazzo di pregio della struttura votata all’accoglienza di chi viene a in città per business, vicino alla superstrada e alle aziende più importanti della Piana, tra Scandicci, Firenze e Lastra a Signa. Ma l’opera è rimasta incompiuta, per intoppi burocratici, non è entrata mai nella proprietà della catena alberghiera. Il proprietario è, o meglio dovrebbe essere, una non meglio identificata società immobiliare di cui nessuno pare sapere il nome: né l’Ih, né l’amministrazione scandiccese, perché, spiega l’assessore all’Urbanistica e vicesindaco Andrea Giorgi «è un’informazione di carattere catastale, di contratti di compravendita che non sono comunicati a noi direttamente».
Così, mangiata da rovi, sterpaglie e muschio ancor prima di essere completata, la struttura incompiuta rimane lì, come nel più italico dei cliché. Al centro del rione di Pontignale, con buona pace dei residenti che da anni lamentano quel non-luogo, spesso visitato da soggetti poco raccomandabili.
Per di più, circondata da un recinto malamente fissato, che a ogni colpo di vento cade sul marciapiede. Con pericolo per i pedoni e insormontabile ingombro per passeggini e carrozzine. Ma non è instabile per imperizia dei manutentori, bensì per le continue manomissioni di chi vi accede abusivamente: vuoi per compiere atti illeciti, vuoi per saccheggiare il poco rimasto, vuoi per trovare rifugio.
«Ho chiamato almeno cinque volte in questi due mesi, perché queste transenne cascano di continuo e hanno rischiato di prendere una signora in testa qualche giorno fa – lamenta Francesco, che abita nei prospicienti condomini – Io capisco che del palazzo distrutto e che cade a pezzi non interessa, ma almeno le transenne cercate di farle mettere fisse».
L’amministrazione comunale, tuttavia, non può agire direttamente sulla messa in sicurezza, poiché si tratta di una proprietà privata e spetta a quest’ultima il compito; tuttavia, se il problema si fa persistente e serio, c’è uno strumento che potrebbe consentire al Comune di intervenire: «La cosa che possiamo valutare (questo lo approfondiremo e lo verificheremo nei dettagli) nel caso vi fosse una situazione di pericolo, è un’ordinanza nei confronti della proprietà affinché metta in sicurezza o ne migliori la sicurezza – spiega ancora Giorgi – Non abbiamo titolo di intervenire sulla proprietà privata, però se effettivamente verifichiamo un rischio, abbiamo la possibilità di intervenire in questo senso».
Quel recinto che si apre, così facile da togliere, così spesso manomesso, apre la strada a un altro pericolo di degrado e sicurezza: «Qui sono stati visti entrare e uscire drogati e disagiati vari – dice un altro residente – Ora la situazione sembra migliorata, forse per l’inverno o per il lockdown, ma temiamo che si ripresenti il problema questa estate».
Nel tempo, spiega un dipendente dell’hotel, sono state viste varie persone accedere abusivamente: persino delle prostitute andare a nascondersi con i clienti. Sono stati colti sul fatto anche dei ladri che erano andati a rubare delle lastre di cemento e materiale edile lasciato lì, che per accedere (addirittura con la macchina) avevano forzato il recinto. Tutta questa gente che entra alla chetichella, rompe i giunti dei recinti e poi riappoggia le inferriate, per non dare nell’occhio dall’esterno. Rimangono così in equilibrio instabile e talvolta cadono.
Quindi l’eventuale ordinanza di sistemazione delle recinzioni, qualora il Comune ne verificasse i presupposti, avrebbe probabilmente un valore temporaneo, perché dopo poco il problema potrebbe ripresentarsi, con nuove manomissioni. La proprietà potrebbe mettere reti nuove tutti i giorni, ma sinché continuano gli accessi abusivi, queste verrebbero forzate. Un problema d’ordine pubblico, quindi; ma l’ordine pubblico è materia prefettizia. Tuttavia in Prefettura vi è un importante organo consultivo, il Comitato provinciale dell’ordine pubblico, dove siedono anche i sindaci dei Comuni. Si potrebbe far leva su questo organo per dar voce ai disagi dei residenti, per intensificare i controlli. Controlli che tuttavia non possono essere h24.
La soluzione più concreta parrebbe quindi il completamento dell’opera; ma per ora all’orizzonte non si vede nulla di concreto: «La previsione era quella di un albergo, anche perché era funzionalmente collegato all’altro albergo che invece è sul Comune di Firenze ed è attivo – afferma l’assessore – Non è ancora arrivato nessun tipo di progetto diverso. Ci sono anche altre probabilità di destinazione che sono possibili e abbiamo sempre cercato di creare tutte le condizioni urbanistiche per riuscire a recuperare quella struttura. Però il destino dipende dalla proprietà, non da noi. Progetti ad oggi non ne sono arrivati, ma da parte nostra c’è la massima disponibilità a prenderli in considerazione, perché abbiamo tutto l’interesse a fare in modo che l’area venga recuperata»