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Red Land, un film sui profughi istriani allo Spazio Alfieri

Red Land, un film sulla storia di Norma Cossetto, una delle tante vittime della violenza che gli Italiani hanno subito in Istria e Dalmazia

Sarà proietatto da oggi a mercoledì allo Spazio Alfieri. I familiari dei profughi istriani accolti all’Isolotto nel Dopoguerra: «importante conservare la memoria»

Da oggi, lunedì 26 novembre 2018, a mercoledì, 28 novembre, sarà proiettato al cinema Spazio Alfieri, in via dell’Ulivo 8 a Firenze, Red Land (Rosso Istria). Il film sarà proiettato oggi alle 17:45, domani martedì 27 novembre 2018 alle 21,30 e dopodomani mercoledì 28 novembre 2018 alle 19. Un film di Maximiliano Hernando Bruno, Selene Gandini, Franco Nero e Geraldine Chaplin, sulle violenze che gli Italiani istriani, giuliani, dalmati e fiumani subirono nella Seconda guerra mondiale.

Un film per la Memoria, ambientato nell’estate 1943, proprio a ridosso dell’Armistizio dell’8 settembre cui proprio in Istria e Dalmazia, conseguì la tragedia della pulizia etnica della popolazione italiana per mano della dittatura comunista che andava instaurandosi. Protagonista della storia la medaglia d’oro Norma Cossetto, giovane donna, studentessa istriana in lettere, che fu barbaramente violentata, e gettata, ancora viva, nelle Foibe dai partigiani titini.

Istria rossa era il nome della tesi che Norma stava preparando, in riferimento non al colore politico, ma a quello tipico di parte di alcune regioni dell’odierna Croazia, ricche di bauxite, tanto da aver fatto ribattezzzare l’Istria come Red Land. Tesi che la giovane, appena 23enne, non riuscì mai a conseguire, perché fu arrestata, torturata, stuprata legata a un tavolo dai suoi carcerieri, prima di essere ammazzata, insieme ad altri prigionieri. Tuttavia Cossetto ha ricevuto, in seguito la laurea postuma honoris causa dall’Università di Padova.

 Una storia dedicata alla violenza, alla sofferenza e al dolore che tanti Italiani dell’odierna Croazia hanno dovuto subire. Tante sono le famiglie di profughi istriani, dalmati, fiumani, giuliani che negli anni ’50, trovarono rifugio, fuggendo dalla dittatura comunista che li perseguitava, proprio nel quartiere nascente dell’Isolotto. E sono proprio i figli e i nipoti di queste persone dell’Isolotto, che hanno subito violenze, che hanno visto i loro familiari, parenti, amici torturati, uccisi, rinchiusi nei campi di conentramento, spariti,  a segnalarci questa proiezione e a chiederci di dare voce. Perché nessuna ingiustizia deve essere dimenticata.

L’immagine di copertina di questo articolo, il viale dei Bambini, la dedichiamo proprio a loro, ai familiari di questi profughi. È stato uno di loro, commosso, a dirci: «La zona del viale dei Bambini è piena di quei ricordi, dii queste famiglie». Adesso questo viale è il simbolo di una serena convivenza tra famiglie, fiorentini eredi di quei profughi istriani e di tante altre storie che nel Dopguerra non videro una facile ripartenza; i bambini che giocano nel viale oggi la speranza del futuro, perché niente di tutto questo si verifichi mai più. Dobbiamo sanare le cicatrici di quei loro nonni, senza coprirle. Perché nessuna ingiustizia deve essere dimenticata, mai.

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