Residenti di Pontignale: «Avvicinateci il bus 27»
Gli abitanti del borgo antico distano più di mezzo chilometro dalla fermata. Spostare il capolinea sarebbe semplice, ma il bus non riuscirebbe a girare per il parcheggio selvaggio: «Così si premia l'inciviltà invece del trasporto pubblico»
È una richiesta che va avanti da anni inascoltata quella di una fermata del bus per i residenti del borgo antico di Pontignale. Tra promesse, rimandi e poi dinieghi, le poche decine di persone, perlopiù anziani, che abitano qui hanno perso le speranze di veder allungare il capolinea del 27 almeno fino al sottopasso della Fipili che separa quello spicchio di campagna del comune di Firenze dai moderni quartieri, perlopiù parte di Scandicci. Ma non si sono dati per vinti e tornano più battaglieri che mai.
Perché questo lembo di terra di confine, un tempo piccolo borgo di rurale della piana, è ora stretto e isolato tra la superstrada, l’autostrada e il confine comunale con Scandicci. Un rione sconosciuto ai più, e spesso dimenticato anche dall’amministrazione. Ora hanno finalmente portato i lampioni e le strisce pedonali; ma ancora mancano i marciapiedi e il trasporto pubblico rimane un sogno.
Chi abita qui, per raggiungere un autobus che lo porti verso la città, deve arrivare fino davanti all’hotel quasi all’uscita dell’autostrada, ai margini opposti della parte nuova di Pontignale. Più di mezzo chilometro di distanza, sole o pioggia, per andare a prendere il 27 che porta a Casellina, Ponte a Greve, Torregalli, centro di Scandicci e Vingone.
Premesso che far passare il bussino dal sottopasso e farlo girare da Badia Settimo, potrebbe essere quanto mai farraginoso e allungare troppo il percorso, la soluzione proposta dai residenti sarebbe quanto mai semplice: spostare il capolinea più avanti di trecento metri su via Stilicone, almeno fino all’angolo con il sottopasso.
Qui le soluzioni però potrebbero essere due: o far tornare giù per via Stilicone il bus, ma in questo caso potrebbero esserci difficoltà a fare inversione a U del mezzo, anche se era stata proposta la possibilità di fare una piccola rotonda arretrando lo stop e recuperando spazio; o come richiesto, farlo rientrare dalla parallela, via del Pantano, per tornare alla rotonda. E qui casca l’asino: il parcheggio selvaggio delle automobili, accatastate sui marciapiedi e sulle aiuole, che porterebbero l’autobus a incastrarsi, a non riuscire a passare. Un paradosso: in una zona quanto mai piena di parcheggi enormi e vuoti, dove tutte le case hanno il garage, ci sono strade dove le macchine quasi sono sovrapposte.
«Vogliono parcheggiare sotto al portone – sbotta Adriana, che ogni mattina si deve alzare alle 4,30 per essere a lavorare in viale Talenti alle 6 con i mezzi pubblici – Potessero, la parcheggerebbero anche in casa».
Fatto sta che per dar spazio a chi parcheggia in maniera irregolare e in divieto di sosta, non lo si dà a chi ha bisogno del bus: «Basterebbe che mandassero i vigili a fare le multe una volta a settimana, smetterebbero con queste abitudini incivili – dice Pasquale, mostrando come anche i giardinetti su via del Pantano siano rovinati dai solchi degli pneumatici e gli zoccolini delle aiuole rovinati – e poi l’autobus ci girerebbe proprio bene, portando un servizio a tutti».
Eppure nel tempo da Quartiere e Comune di promesse di intenti ne sono arrivate, ma nulla si è concretizzato. Il 27 continua imperterrito a fare capolinea davanti all’hotel, lontano da quel borgo antico ed esiliato. Le promesse sono tutte cadute nel vuoto. E i residenti, non possono nemmeno attaccarsi al tram.