Si sollevano proteste sulla realizzazione del Parco dello Sport di San Bartolo a Cintoia – Cavallcaccio. Non per la realizzazione di un’area verde attrezzata per lo sport – accolta invece con un generale entusiasmo da buona parte dei residenti – quanto per la costruzione dei nuovi imponenti edifici, primo tra tutti il PalaWanny, ma anche per l’impatto che rischia di avere il complesso di poli di attrazione sportiva e turistica su viabilità e vivibilità del rione.
Così, con oltre 400 firme, il vicinato (e non solo) ha dato vita al Comitato SanBartoloVerde, che «nasce da un gruppo di persone che abitano nei pressi del Parco e che ha visto con orrore l’impatto del complesso del PalaWanny, con il palazzetto alto più di un edificio di sei piani e la palestra più quattro piani», spiega la portavoce Daniela Borghesi. Perciò il comitato ha richiesto un Consiglio di Quartiere aperto sul tema, che si è poi tenuto il 12 ottobre scorso con all’ordine del giorno “Il futuro del Parco sportivo di San Bartolo a Cintoia e le conseguenti ricadute per il territorio e la popolazione residente”.
«Quello che ci preoccupa è che si intende saturare l’area realizzando anche una piscina (tra via Mantegna e via Simone Martini) oltre che una palestra per la ginnastica artistica accanto al Guelfi Sport Center – continua Borghesi – Non è che siamo contro lo sport, ma vorremmo che il Parco sportivo di San Bartolo diventasse una vasta area verde con la presenza di impianti sportivi di limitato impatto a uso del quartiere, come del resto era l’idea dei primi anni 2000, e non con impianti di notevoli dimensioni destinati a richiamare una utenza anche regionale. Nell’area è già presente il Guelfi Sport Center (palazzetto di football americano), il ciclodromo, l’area skate ed è quasi finito il Palawanny da 4mila posti più la palestra per gli allenamenti. Se verrà realizzata anche la piscina e la palestra per la ginnastica artistica, il parco verde sarà ridotto solo ad una striscia di dimensioni limitate e stretto fra imponenti costruzioni. Inoltre la zona sarà interessata pesantemente da traffico e caos a discapito di tutti gli abitanti della zona. In poco tempo abbiamo raccolto più di 400 firme per chiedere un consiglio di quartiere aperto affinché l’amministrazione ascoltasse noi cittadini e rivalutasse il progetto nel suo complesso».
Presenti al Consiglio anche gli assessori Cecilia Del Re (Urbanistica e Ambiente) e Cosimo Guccione (Sport), ma il comitato si è sentito inascoltato dai due esponenti di giunta: «Ho fatto notare che i parcheggi e le soluzioni di mobilità valutate sufficienti per soddisfare la capienza del Palawanny sono grandemente sottostimate – racconta Marco Profeti, attivista di SanBartoloVerde – Inoltre i flussi vanno a sommarsi agli eventi dell’OverFit e alle attività nel Palazzetto del Football che già attualmente rendono critica la situazione parcheggi e traffico. La realizzazione di altri impianti renderà la zona decisamente invivibile. Di fronte a queste critiche i consiglieri e gli assessori comunali si sono limitati a dare generiche rassicurazioni su un eventuale ampliamento dei parcheggi, ma senza dirci dove, e l’auspicabile ricorso ad un massiccio utilizzo dei mezzi pubblici: risposte vaghe e per noi assolutamente insufficienti. Siamo delusi».
«Nonostante tutti i problemi che abbiamo sollevato, pare che l’amministrazione voglia comunque portare avanti il progetto anche se gran parte dei residenti non condivide queste scelte – dicono altri due cittadini, Formigli e Degl’innocenti che abitano in via Gentileschi dal 2004 – Noi abbiamo scelto di abitare qui proprio perché il Piano di Recupero Urbanistico dell’epoca garantiva la riqualificazione e il mantenimento di ampi spazi verdi, nonché l’introduzione di aree sportive fruibili dai residenti e non dalle sole associazioni sportive. Il nuovo masterplan dell’amministrazione, con la realizzazione e la previsione di impianti mastodontici, ha completamente snaturato questi propositi iniziali e riduce sensibilmente l’area a verde. Già oggi mal sopportiamo l’inquinamento ambientale e acustico generato dalle strutture presenti, cosa succederà quando il Palawanny sarà a pieno regime con eventi sportivi e di altro genere? E se a questo dovremo aggiungere anche il viavai di altri impianti? Siamo molto preoccupati ed è evidente che la sola richiesta di “aver fiducia” da parte del capogruppo del Pd non ci soddisfa affatto».
«Ci sentiamo fregati – aggiunge Carlo De Luca – perché tutta l’area del parco fu ceduta gratuitamente al Comune di Firenze da un raggruppamento di soggetti, comprendente gli abitanti degli edifici di via Gentileschi e di via del Perugino, nell’ambito di un Piano di Recupero Urbano, finalizzato a riqualificare questa parte di periferia. Insomma, noi abbiamo pagato per avere verde pubblico e impianti sportivi al servizio degli abitanti del quartiere e invece oggi ci troviamo con il Palawanny della capienza di oltre 3500 spettatori, oltre alle strutture già presenti e si pensa di farne anche altre. Hanno localizzato un impianto per la ginnastica artistica, dell’altezza stimata di non meno di dieci metri, tra il campo da football e il fronte degli edifici residenziali, sulla strada pedonale di via Artemisia Gentileschi, senza tenere conto delle interferenze di accesso e pregiudicando irreparabilmente la simmetria del prospetto principale di tutto l’insediamento residenziale».
C’è poi anche chi ha sollevato problematiche legate alla tutela ambientale e al consumo di suolo: «Un’amministrazione che sostiene di essere “green” dovrebbe ascoltare – interviene Manuela Giorgetti Fialdini – Ma tutti gli interventi degli aderenti al Comitato, e anche quelli di altri cittadini, hanno fatto presente che prevedere oggi ulteriore consumo di suolo è qualcosa che non ci possiamo più permettere. L’amministrazione ha sorvolato e ha risposto che deve “dotare la città di servizi per i cittadini”, ma in consiglio l’assessore Guccione ha detto cose confuse, ha parlato di avvio della progettazione di una piscina coperta di 33m per la pallanuoto ma non ha specificato ne la profondità della vasca ne l’altezza della copertura; insomma non ha saputo dirci chi saranno i fruitori di questo impianto. È chiaro che se vorranno utilizzarlo per la pallanuoto dovranno essere previste delle gradonate, creando una struttura alta almeno una decina di metri, e la vasca dovrà essere di almeno 1,8 – 2 metri di profondità, quindi non potrà essere utilizzata per le scuole di nuoto dei bambini e acquagym per adulti, che invece erano le originali richieste che venivano dai cittadini del quartiere. Quindi si spreca territorio senza analizzare esattamente cosa è veramente necessario».
Si fa poi notare che nel caso si ritenesse indispensabile dotare il quartiere di una piscina, non è necessario farla in uno dei pochi spazi verdi rimasti: «Era l’occasione per fare una riflessione più complessa, che tenesse conto delle necessità di tutti i cittadini inserendole nel contesto più ampio della tutela ambientale – riferisce Gianfranco Angeli – Se si stabilisce che ci serve una piscina, tipo la micropiscina dell’Isolotto per fare i corsi di nuoto per i bambini, si potrebbe riqualificare il “Lotto Zero” che si trova a soli 400 metri di distanza dal Parco di San Bartolo. In questo modo non consumiamo altro terreno vergine, ci allontaniamo dalle abitazioni e risolviamo l’attuale situazione di degrado dell’area che è vergognosa e insostenibile. Inoltre la viabilità intorno, con relativo parcheggio, è già tutta fatta e non mancano nemmeno i collegamenti con l’area del Cavallaccio. Se invece si stabilisce che serve un impianto più importante, utile ad un’utenza agonistica, allora è necessario fare una analisi a livello metropolitano. Penso all’area ex Margheri sul viale Nenni di proprietà di Leroy Merlin nel comune di Scandicci che si trova su una viabilità principale, lontano da abitazioni e ben servita dalla tramvia, oppure l’area della Coop a Pontignale. Purtroppo anche in questa occasione l’amministrazione si è dimostrata sorda».
Si punta infine il dito sul metodo decisionale dell’amministrazione, che si bolla come poco partecipativo: «Ritengo che sia mancata una sostanziale e preventiva consultazione “popolare” di quartiere dove si illustrassero le volontà dell’amministrazione per poterle discutere e poter proporre delle alternative – lamenta Giovanni Pantarotto – Ben vengano le attrezzature sportive di piccolo impatto immerse verde, aggreganti per i giovani e per gli anziani del quartiere, ma non mi vengano a dire che lo scatolone in cemento prefabbricato del Palawanny ne sia un bell’esempio! Avevo espressamente chiesto che si potesse organizzare a breve una assemblea di quartiere per poter approfondire questo tema che ci sta molto a cuore e, non solo nessun consigliere o assessore mi ha risposto, ma vengo a scoprire che solo due giorni dopo il Consiglio, il Pd ha fatto una riunione, che definirei autocelebrativa, presso il circolo Le Torri con lo stesso titolo del Consiglio. È stato molto offensivo nei nostri confronti, ma evidentemente sono disponibili all’ascolto solo dei cittadini che dicono di sì».
«Chiediamo all’amministrazione di non prevedere ulteriori interventi edilizi nell’area o perlomeno di sospendere altre progettazioni fino a quando sarà possibile fare una reale valutazione dell’impatto sul territorio del Palawanny funzionante a regime e al termine dello stato di emergenza Covid. Invitiamo tutti cittadini interessati ad unirsi al Comitato SanBartoloVerde scrivendo una mail a comitatosanbartoloverde@gmail.com e a visitare la nostra pagina Facebook».
Transizione “ecoillogica”! Ci fanno fare balocchini con la democrazia e poi fanno come gli pare!
Transizione “ecoillogica”!
Transizione “ecoillogica”!
Transizione “ecoillogica”!
Come in altre occasioni, che si tratti di percorso partecipativo o altre iniziative di confronto , le riflessioni, le perplessità e le alternative proposte dai cittadini non vengono minimamente prese in considerazione ma si procede secondo programmi e progetti già definiti non si capisce in virtù di quali interessi, certo non quelli dei cittadini stessi….