Nureyev dietro le quinte, un’intervista esclusiva a Moser
Rudolf Nureyev, il più grande ballerino di tutti tempi, è stato molto di più. Ce lo racconta in sette puntate il regista Franz Moser, che negli ultimi tormentati anni della star fu il suo più caro amico e manager nella sua 'quinta carriera'. Oggi abita sulle nostre colline
Rudolf Nureyev è stato lo spartiacque tra il vecchio e il nuovo nella danza. Star mondiale, mito di un’epoca, oggi se non a rischio di essere dimenticato, troppo poco ricordato per essere stato il personaggio che ha segnato così tanto le arti tersicoree.
È strana la danza. È il punto di giunzione tra arte e atletica, tra musica e movimento. E forse per questa sua doppia natura, per questo suo essere in bilico tra due mondi tanto diversi, non viene considerata doppiamente, purtroppo, ma la metà. Tutti, anche nelle nuove generazioni, sanno chi è Maradona, Picasso, Pavarotti, John Lennon (che di Rudolf Nureyev fu anche vicino di casa: aveva infatti un appartamento nel famoso Dakota Building come lui), Cassius Clay. Molti meno ricordano oggi Rudolf Nureyev.
C’è di più: i molti, ma non abbastanza, che lo ricordano, conoscono il Nureyev ballerino. Ma il celebre tartaro è stato molto di più, tra cui direttore d’orchestra. Che chiamava la sua “quinta carriera”, dopo quella di ballerino, chiaramente, coreografo, attore, direttore artistico teatrale. Questa sua quinta carriera, iniziò a Vienna, per la Wiener Residenzorchester di Franz Moser, che in quei suoi ultimi anni diventò molto più di un collaboratore. Divenne un suo amico fidato, manager, mentore. Quel Franz Moser, avvocato, pianista, regista, personaggio poliedrico nel mondo teatrale, che abbiamo già conosciuto in più di un’occasione nel nostro territorio, perché da quasi vent’anni sta a Firenze, di cui dieci sulle colline di Scandicci. Città che ha ravvivato culturalmente portando la sua lirica, la prima stagione scandiccese in questi mesi al teatro Aurora, ma questa è un’altra storia.
Siamo andati a trovarlo per una lunga chiacchierata su Nureyev, quell’ultimo Nureyev di cui quasi nessuno sa e oggi, a 29 anni dalla sua morte (6 gennaio 1993), ha deciso di aprirsi con i nostri lettori su quei due ultimi anni di vita del suo defunto amico. Una storia commovente, di cui non ci siamo sentiti di tagliare parti e sforbiciare senza pietà per le impietose logiche editoriali del web. Quindi comincia un viaggio in sette puntante, per sette lunedì per riscoprire quello che forse è stato il più grande ballerino di tutti i tempi, ma anche un direttore d’orchestra onnubilato dalla sua stessa altra fama. Ma soprattutto per scoprire il Nureyev dietro le quinte, con i suoi tormenti, il suo dolore e il grande tributo che ha lasciato alla storia.
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