Nuova chiesa di Ponte a Greve, si riaccende il dibattito
I tavoli di discussione tra Comune, Quartiere e Curia che vanno avanti da un decennio sembrano essere a un punto di arrivo: l'edificio sarà fatto in viuzzo della Case nuove. Ma il comitato Area Verde di Ponte a Greve scrive a presidente di Quartiere e Cardinale: «non distruggete l'area verde rimasta»
La nuova chiesa di Ponte a Greve – o per meglio dire San Lorenzo a Greve – sembra finalmente a un punto d’arrivo: dopo un confronto durato quasi un decennio tra Comune, Diocesi, Quartiere, i tavoli di trattativa sono riaperti. Curia, Palazzo Vecchio e Villa Vogel sembrano essere sul punto di arrivare a un accordo, anche se per adesso nessuna di queste istituzioni ha voluto rilasciare interviste sul punto raggiunto in questi ultimi incontri. Il luogo di culto dovrebbe sorgere, come già discusso in passato, in viuzzo delle Case Nuove, al lato del centro commerciale Coop, via Fei e via Tiziano, occupando parte dell’area verde, adesso di proprietà comunale; in cambio la Diocesi dovrebbe dare al Comune altri terreni, sempre nel quartiere, in una permuta che, se valutata in superficie andrebbe in leggero vantaggio del Municipio. Un progetto che tra il 2013 e il 2015 ha visto anche un braccio di ferro tra istituzioni e cittadini favorevoli e contrari e che, ora che si avvia verso una concretizzazione, riaccende il dibattito.
A renderlo noto il comitato Area Verde San Lorenzo a Greve, che fin da quando fu prospettata questa ipotesi otto anni fa, si batte per mantenere i giardini pubblici e propone luoghi alternativi per la costruzione di un edificio ormai resosi necessario per servire le parrocchie di San Lorenzo a Ponte a Greve e San Quirico a Legnaia. La zona è infatti enormemente cresciuta a livello urbanistico negli ultimi decenni e necessita di avere maggiori spazi per ospitare i fedeli, soprattutto in occasione delle celebrazioni di maggiore richiamo, e di avere locali più ampi i per le attività di oratorio.
Il comitato, in una lettera diffusa per il rione, si oppone alla scelta di edificare nel pratone e fa ancora appello per trovare un’area diversa per la locazione del complesso parrocchiale, petizione per la quale negli anni passati ha raccolto oltre trecento firme. Ma non si tratta della più classica delle dinamiche Nimby (Not in my back yard), perché luoghi alternativi, studiati insieme ad architetti e tecnici, il comitato ne ha proposti. Così il collettivo di cittadini ripristina le ipotesi per altri spazi individuati a suo tempo, primo tra tutti un’ex area industriale in via Bugiardini:
«Ricordiamoci di tutte le vicissitudini nei anni 2013-2016 – scrivono i residenti nella lettera – degli incontri con la Curia, diverse assemblee pubbliche organizzate da noi, dal quartiere, cercando sempre di dare una soluzione alla costruzione della chiesa principalmente nell’area Bugiardini perché questa era la più centrale ed avrebbe risolto il problema dell’enorme degrado delle strutture esistenti.
Tutte quelle proposte bocciate perché o complesse o costose.
Nell’ultima campagna elettorale fiorentina in un incontro con il candidato presidente, Mirko Dormentoni, ed alcuni candidati consiglieri, presso il centro anziani venimmo informati che :
a) nella preparazione del nuovo Piano Operativo del 2020, nuova denominazione del vecchio regolamento urbanistico, si stava creando un progetto con la nuova chiesa di Ponte a Greve nell’area del campo sportivo della Polisportiva di proprietà della Curia stessa;
b) dello spostamento del campo sportivo di calcio nell’area dietro le collinette, dietro la Coop, rifacendo totalmente la struttura sportiva presentandoci alcune bozze per la sua realizzazione;
c) che l’area verde denominata “il campone” sarebbe tornata “totalmente” verde pubblico e si sarebbe potuto disegnare spazi per le varie esigenze della popolazione.
Inoltre nelle manifestazioni di incontri di calcio veniva raccontato che da li ad un anno si sarebbe realizzato il nuovo impianto sportivo.
In quella occasione abbiamo richiesto al futuro presidente che per la realizzazione dell’area verde si desiderava un percorso partecipativo con gli abitanti della zona, accettato.
Bene, in questi giorni apprendiamo da varie fonti autorevoli, che :
ci sono stati diversi incontri tra Curia, Comune, Quartiere, per presentare scheda del prossimo Piano Operativo con la chiesa sul campone; cercano di trovare le compensazioni con terreni di proprietà della curia o qui vicino o in altri luoghi del Q4 da cedere alla Amministrazione Comunale.
Tutto questo in silenzio, direi di nascosto, per poi presentarci il tutto ad accordo raggiunto».
Poi la lettera continua annunciando un nuovo appello «al Cardinale Betori, al sindaco, al presidente di quartiere, ai consiglieri del Q4», in altre due lettere allegate a questa; e invita a riaprire il dibattito con la cittadinanza «perché noi non molliamo e non ci fermeranno nella nostra richiesta di non distruggere l’area verde rimasta».
Così i cittadini del comitato, tramite il portavoce Gianfranco Angeli fanno presente all’Amministrazione alla Curia che
«Nel corso degli ultimi vent’anni questa parte di territorio è stata oggetto di una espansione edilizia particolarmente spinta che ha visto nascere tanti “palazzoni” e un enorme centro commerciale, senza che venisse rispettato il requisito minimo di verde pubblico pari a 9 mq/abitante come previsto dal DM 1444/68. Gli standard sul verde pubblico stabiliti dal legislatore, in buona sostanza, riconoscono che per il “buon vivere“ dei cittadini c’è bisogno di spazi verdi, giardini e parchi e attualmente, nella nostra zona, raggiungiamo appena i 3 mq/abitante. Tant’è che negli anni 2000 gli accordi intercorsi fra la A.C. e un noto marchio italiano di supermercati per avviare la costruzione del grande centro commerciale nella zona di Ponte a Greve avevano previsto la cessione dell’area accanto al centro commerciale per realizzare un bel parco rionale, proprio per compensarne il forte impatto ambientale. In questa area tutti i cittadini, ma soprattutto le persone più anziane e i genitori con i loro bambini, erano e sono ancora in attesa di vedere attrezzato alle diverse necessità degli utenti questo importante spazio verde. Invece, nonostante questa situazione ambientale già così tanto compromessa si continua a perseguire l’ipotesi della realizzazione di un grande complesso parrocchiale, comprendente la nuova chiesa insieme ad altri edifici ad essa collegati, da realizzarsi proprio nell’ultimo spazio di verde pubblico esistente. È vero che in cambio di questo terreno A.C. e Curia stanno valutando possibili permute di altre aree da destinarsi alla realizzazione di verde pubblico, ma le varie opzioni attualmente in campo non sono affatto soddisfacenti perché assolutamente non confrontabili con ciò che si verrebbe a perdere».
«Pur riconoscendo la necessità di realizzare un complesso parrocchiale nel rione di Ponte a Greve, ci chiediamo perché farlo proprio a scapito dell’ultima area di verde pubblico esistente in zona», chiedono i cittadini, citando poi alcuni passi dell’enciclica Laudato sì di Papa Francesco che ricordano l’importanza del verde pubblico nelle grandi città.
Inoltre il Comitato aggiunge delle osservazioni di carattere tecnico sulla variante al Piano regolatore generale San Lorenzo a Greve che lasciano perplessità sulla costruzione dell’edificio in quell’area, tra le altre cose per ipotizzati contrasti con altri regolamenti; osservazioni già presentate alla Regione, al Comune e al Quartiere nel 2013, ma ad ora sostiene il comitato, ancora non calendarizzate in nessuna forma di rappresentanza nelle Commissioni. Tuttavia il percorso partecipativo, già iniziato nel 2014 e poi interrotto, pare da prime anticipazioni che riprenderà a questa primavera.
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