I numeri civici rossi sono una particolarità tutta fiorentina (e anche genovese, a onor del vero), sconosciuta ai colossi delle mappe satellitari. Tra questi, il più utilizzato, Google Maps, fa un vero pastrocchio nel localizzare gli indirizzi, quando si tratta di un civico rosso. Il problema è che, nella gran parte dei casi, quando si cerca un numero rosso, scrivendo accanto a questo la R come da prassi fiorentina, il navigatore lo calcola come se fosse una prosecuzione del numero nero. Se scriviamo 1R, per esempio, non manda verso l’uno rosso, ma verso un un nero barra erre. Il problema, va da sé, si fa davvero grave quando si tratta di vie lunghissime: in quei casi le indicazioni possono sballare anche di chilometri.
Abbiamo perciò fatto un test sulle tre delle vie più lunghe e storiche del nostro quartiere. I risultati sono stati a dir poco disastrosi.
Partiamo da via Pisana, dobbiamo ritirare un ordine presso lo Wish point al 315r. Google Maps ce lo dà tra la chiesa di Legnaia e la Federiga. Partiamo speranzosi, a piedi. Quanto mai potrà essere più in là? Ma ci rendiamo conto di aver peccato di fiducia. È una tabaccheria articoli da regalo nell’ultimo caseggiato prima del Ponte a Greve: dobbiamo camminare quasi mezz’ora, due chilometri più in là. Facciamo presente il problema ai negozianti, che si mostrano comprensivi e disperati più di noi: «Abbiamo provato in tutti i modi, abbiamo segnalato a Google, ma senza risultati. I clienti che vengono a ritirare gli ordini Wish e non ci conoscono già da prima, sbagliano seguendo le indicazioni di Maps, ritrovandosi alla Federiga».
Sarà un caso sfortunato? Proviamo a cercare il barbiere Corda, via di Scandicci 12r. Si trova poco prima dell’incrocio con via Niccolò Pisano, vicino all’Itis Meucci, ma il navigatore, ci manda nel portone accanto alla stazione dei Carabinieri di Legnaia. In questo caso almeno è geolocalizzato il nome del negozio: se si scrive quello, Google manda nel posto giusto; ma scrivendo il civico, si sballa di oltre mezzo chilometro. «Ogni volta che deve arrivare un pacco è un problema – ci dice sconsolato il parrucchiere – soprattutto quando i corrieri sono nuovi, non ci trovano mai».
Tutto questo camminare ci ha messo un certo appetito: ci è venuta voglia di un bel panino al lampredotto con un bicchiere di vino; perciò destinazione La Piccola Botte, la mescita tripperia di Monticelli. Inseriamo via Bronzino 44r – 46r sul telefono. Se prima stavamo per finire nella caserma, a questo giro il navigatore è ancora più ironico: se non avessimo controllato l’insegna, saremmo capitati a chiedere un panino al lampredotto in un centro massaggi cinese vicino ponte alla Vittoria, dalla parte opposta della via. Non siamo gli unici a essere stati ingannati dal satellitare. Un bel problema questo, per un ristoratore, soprattutto ora che l’asporto e la consegna a domicilio imposte dall’emergenza sanitaria fanno dell’asporto e della consegna a domicilio (modalità che hanno moltiplicato la ricerca di indirizzi sul web) l’attività prevalente dei locali. «In effetti ci sono stati diversi clienti che hanno avuto difficoltà a trovare l’indirizzo», ci conferma Alessio, il giovane trippaio.
Di ritorno, un ultimo test su via di Soffiano: anche qui i (pochi) civici rossi sono tutti sballati rispetto a quelli geolocalizzati.
I numeri rossi furono introdotti un secolo fa, ma dopo alcuni anni vi si rinunciò perché ci si accorse che traevano in inganno chi cercava un indirizzo:
«Negli anni ’30 del Novecento si riservarono i numeri neri alle sole case d’abitazione, introducendo per gli accessi di natura diversa i numeri rossi. Questa innovazione caratterizzò poche altre città, tra le quali Genova, oltre Firenze. Qui è stata mantenuta per circa vent’anni, perché già prima del 1960 si è ricominciato ad assegnare solo numeri neri. I numeri rossi che oggi troviamo nelle strade di Firenze sono quelli attribuiti in quel ventennio» (Maria Venturi, Firenze dà i numeri: La numerazione civica nella società fiorentina fino all’Unità d’Italia, A.P. Archivi, Collezioni Storiche e SDIAF 2019)
Certo da Mountain View non possono sapere la peculiarità della toponomastica fiorentina. Tuttavia sarebbe auspicabile che il Comune si relazionasse con Google e con le altre compagnie di mappe satellitari per porre fine al problema. Perché da una parte c’è la perdita di tempo e la frustrazione di non trovare un indirizzo per il cliente e per il corriere, dall’altra c’è la rimessa economica e di potenziali clienti per il commerciante. Senza considerare quale ostacolo insormontabile possa diventare questo per un disabile che magari crede di dover recarsi in un tratto di strada vicino e si trova costretto ad andare molto più lontano. C’è il problema dei soccorsi, che spesso si affidano ai navigatori. Infine, il non trascurabile impatto ambientale: in un mondo dove sempre di più ci si affida ai navigatori per non trovare un’indirizzo, geolocalizzazioni sbagliate vuol dire più traffico inutile che gira per la città e maggior inquinamento.
È pur vero che i numeri civici rossi, dal 2016, non vengono più attribuiti, ma quelli attuali rimangono, se non richiesto il cambio in numero nero direttamente dalla proprietà. E se non si comunica velocemente alle compagnie che producono le mappe satellitari la particolarità fiorentina, anche i disagi per quei commercianti che devono farsi trovare da clienti e per i corrieri.