La notte intorno alle Cascine: l’abbiamo provata, tra paure e pregiudizi
Tra piazza Paolo Uccello, il Ponte alla Vittoria fin dentro il parco. Il viaggio tra gli ultimi di Eleonora Biancheri: «Forse i cattivi non sono così cattivi»
È estate, fa caldo, quando si esce? Di notte!
Di solito la notte porta consiglio, vediamo in che modo: il quartiere non ha grande vita infrasettimana, ovviamente verso San Frediano c’è più movimento, ma noi non siamo di San Frediano: siamo in una zona-limite tra l’Oltrarno mondano e la periferie dormitorio. Cosa si fa in giro a quest’ora della notte? Si cammina con le cuffie in testa e un po’ di musica nelle orecchie e si vedono cose, persone e fatti. Il mash up è evidente, c’è un chioschetto sull’Arno che fa panini e birre fino alle 3 ed è li che trovi tanta tanta gente. C’è la security , menomale, le persone sono sempre le stesse in fin dei conti, tanti sono stranieri, provengono dal Marocco altri dalla Tunisia altri dalla Nigeria, ma ci sono anche tanti italiani. Certo non siamo ad una piece teatrale, ma in qualche modo ha un suo fascino.
E poi, qui, a un passo dalle Cascine, ci sono loro, giovani ragazzi che vivono un po’ alla giornata, in giro con le loro biciclette e due spicci in tasca, e dei piccoli sogni verso una vita meno umile. Abbiamo provato a parlarci, a passare qualche ora con loro. Passando per la fermata Paolo Uccello a volte ci sono dei ‘ritrovi’, in tanti li scansano a colpo d’occhio, ma c’è davvero da avere paura? Mama è la protagonista: una donna nigeriana sulla quarantina che fa da spartiacque per il popolo della notte, tiene le redini, accoglie con un abbraccio e a volte con un po’ di umanità difficile da trovare per chi qui non ha radici e famiglia. A volte piangono, a volte ridono, a volte ballano. Lei è la proprietaria di un piccolo locale di vendita alimentari, aiutata dai due figli e un marito, l’abbiamo accompagnata a fare un po’ di jogging per parlare un po’: per lei le Cascine non sono una zona di cui avere paura, con un po’ di timore ci siamo addentrati anche noi….con Mama forse ti senti più al sicuro, ma quando vedi sparire le persone nel buio della ‘macchia’ ti chiedi cosa mai succederà.
Ragazzine italiane e ragazzini stranieri si incontrano, si parlano già si conoscono non c’è troppa paura ma una forte consapevolezza di ciò che si potrebbe incontrare. Ci hanno chiesto se avevamo paura a girare lì, sicuramente un po’; ma forse i cattivi non sono poi così cattivi, o almeno i cattivi sono meno di quelli che si pensa? Forse un sorriso a volte fa bene e comodo, che non sia fatto di paura? Speriamo.
Eleonora Biancheri