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La storia di Maria Domenica Mazzetti, detta Menichina, la poetessa di Legnaia

Una delle "glorie" del Quartiere 4, dalla corte medicea al cimento con Bernardino Perfetti

Maria Domenica Mazzetti, nota con il soprannome Menichina, rappresenta una delle “glorie” del Quartiere 4. Originaria di Legnaia, Menichina era una donna di umili origini, ma la sua vita subì un cambiamento radicale grazie alla scoperta del suo talento nell’improvvisazione da parte di Violante Beatrice di Baviera, moglie di Ferdinando de’ Medici e governatrice di Siena.

La vicenda di Menichina si sviluppò nel primo decennio del XVIII secolo, quando, grazie all’interessamento della nobildonna, venne introdotta alla corte medicea. Accolta nella famiglia Medici, Menichina non solo si inserì in un nuovo ambiente sociale, ma ha anche l’opportunità di apprendere le arti del galateo e della musica, elementi fondamentali nella vita aristocratica dell’epoca. In un’epoca in cui la cultura letteraria e artistica era profondamente valorizzata, Menichina si distinse per la sua abilità nell’improvvisare versi.

Violante di Baviera (qui in un ritratto di Giovanna Fratellini), colei che scoprì il talento di Menichina.
Violante di Baviera (qui in un ritratto di Giovanna Fratellini), colei che scoprì il talento di Menichina.

L’ambiente stimolante della corte contribuì certamente al successo di questa donna nell’affrontare le sfide imposte dalla sua condizione sociale. La sua dedizione all’apprendimento, sia della lettura che della scrittura, in italiano e latino, è un segno della sua apertura a nuovi orizzonti culturali. La sua abilità nell’improvvisazione poetica la rese una figura amata e rispettata, capace di intrattenere gli ospiti con le sue creazioni istantanee di eleganza e profondità.

All’inizio del XVIII secolo, Menichina divenne membro dell’Accademia degli Arcadi, assumendo il nome di Floria. Questo passaggio rappresentò un ulteriore sviluppo nella sua carriera, permettendole di interagire con intellettuali e artisti di alto profilo. La scelta del nome Floria potrebbe non essere casuale; riflette un ideale di bellezza e natura tipico dell’accademia, e sottolinea il suo nuovo status di poetessa riconosciuta.

Il suo matrimonio, avvenuto qualche tempo dopo, non significò una pausa nella sua attività artistica. Anzi, la sua partecipazione alla corte toscana continuò a mantenere vivi i legami con i suoi antichi protettori. La sua vita familiare, piuttosto che allontanarla dal mondo dell’arte, sembrerebbe averla arricchita, rendendola un esempio di come una donna potesse navigare con disinvoltura tra le varie sfere della vita pubblica e privata.

Uno degli episodi più significativi che caratterizzarono la carriera della legnaiese fu la sua partecipazione a una competizione poetica organizzata nella villa medicea di Lapeggi. In tale occasione, la donna si trovò a competere con Bernardino Perfetti, un noto poeta e giurista senese, celebrato dai suoi contemporanei come il più grande improvvisatore di versi estemporanei di tutti i tempi. A tal riguardo, si cita la testimonianza di Carlo Goldoni, il quale affermò che il poeta toscano «cantò per un quarto d’ora […] era Petrarca, Milton, Rousseau [in persona]. Era Pindaro in persona». Il suo avversario, pertanto, rappresentava un ostacolo formidabile, ma Menichina dimostrò un talento straordinario, “annientando” letteralmente il Perfetti con la sua “performance”. Questo episodio non solo evidenzia il suo straordinario talento, ma mette anche in luce le dinamiche di genere dell’epoca. Va inoltre sottolineato che Questo risultato è particolarmente notevole se si considera che la donna, pur non avendo ricevuto una formazione accademica, è riuscita a competere e persino superare un avversario con una formazione più estesa, sovverchiandolo.

 

Bernardino Perfetti. Foto Wikipedia.
Bernardino Perfetti, “annientato” da Menichina in una celebre sfida all’ultimo verso. Foto Wikipedia.

Sebbene la figura di Menichina non sia ancora ampliamente riconosciuta, la sua storia merita di essere riscoperta e raccontata, in particolare alle giovani generazioni che vivono nel Quartiere 4 e oltre. Essa dimostra che il talento e la creatività non conoscono barriere, né sociali né economiche. Inoltre, la sua vita è un simbolo di come l’Arte possa fungere da veicolo di emancipazione e crescita personale, incoraggiando la diversità e l’inclusione nel campo culturale.

 

 

 

 

Leonardo Colicigno Tarquini, storico dell’arte medioevale

Opere consultate

Le comunità toscane al tempo del Risorgimento. Dizionario storico, a cura di F. Bertini, Livorno, Debatte, 2016.

M. CAPRIOTTI, L’improvvisazione poetica nell’Italia del Settecento. Un catalogo, Roma, Accademia dell’Arcadia, 2022.

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Leonardo Colicigno Tarquini

Leonardo Colicigno Tarquini (nome d'arte di Leonardo Colicigno) ha conseguito la laurea in Storia dell'Arte presso l'Università di Firenze nel 2020, con una tesi sulla figura di Ercole nell'età di mezzo discussa coi professori Guido Tigler e Fulvio Cervini. La suddetta tesi è stata successivamente pubblicata negli atti del IX Ciclo di Studi Medievali (2023), evento curato da NUME Gruppo di Ricerca sul Medioevo Latino. Il suo interesse è rivolto tanto al Medioevo autentico, quanto a quello di reinvenzione. Nel corso degli anni 2018 e 2019, ha collaborato con diverse associazioni culturali di Firenze e Scandicci al progetto 'Scandicci Open Villas', contribuendo attivamente alla redazione di brevi schede informative di natura storico-artistica concernenti i principali beni culturali della "città della fiera", all'organizzazione di visite guidate agli edifici storici del sopraccitato Comune e alla produzione del docufilm 'La Pieve di San Giuliano a Settimo.Un gioiello del Protoromanico Toscano' (regia di Vincenzo Zappia, 2019). Il video è disponibile su YouTube.

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