L’ospedale di Torregalli, il nuovo San Giovanni di Dio
Non tutti sanno la storia dell’ospedale di Torregalli, il Nuovo ospedale di San Giovanni di Dio: una storia che parte sei secoli fa grazie a Simone di Piero Vespucci
L’Ospedale di Torregalli domina lo spazio tra San Giusto e le colline di Soffiano. Una grande opera di architettura pubblica che si integra tutto sommato bene in un area paesaggisticamente molto delicata, senza deturpare uno dei pochi grandi appezzamenti di natura che ancora permangono a Firenze. Anche se in zona è comunemente chiamato ospedale di Torregali, il suo vero nome è Nuovo ospedale San Giovanni di Dio. E non tutti, soprattutto i più giovani, sanno perché di questo nome e la sua storia.
Nuovo perché esso è la nuova sede del molto più antico ospedale di San Giovanni di Dio di Borgo Ognissanti, che risale al ‘400. L’antico ricovero fu fondato infatti dalla ricca e potente famiglia Vespucci, che qui abitava, grazie a un lascito di Simone di Piero Vespucci il quale lo donò alla Compagnia del Bigallo: Simone di Piero era bis zio niente di meno che di quell’Amerigo Vespucci, l’esploratore che un secolo dopo a quella donazione si sarebbe reso conto per primo che quelle terre scoperte da Colombo non erano le Indie, ma un nuovo continente. Quel continente in suo onore fu appunto battezzato America. Amerigo avrebbe reso così nota la famiglia Vespucci in tutto il mondo nei secoli dei secoli, ma questo ancora non si sapeva perché il navigatore sarebbe nato solo qualche decennio dopo. L’ospedale si chiamava inizialmente Santa Maria dell’Umiltà e questo fu il suo nome fino al 1587. Passò poi ai frati dell’Ordine di San Giovanni di Dio, da cui prese l’attuale nome. I frati lo ampliarono visto il costante bisogno di spazio dell’ospedale e lo tennero fino al 1870, fino a quando passò sotto la Pubblica Amministrazione.
Firenze si ingrandiva sempre di più, e lo spazio dell’antico edificio, nonostante l’ampliamento fatto dai frati, non bastava più. Da tempo ci si rendeva conto che l’ospedale doveva essere trasferito in una struttura molto più grande, ma solo nel Dopoguerra si cominciò a porsi concretamente il problema di dove realizzarlo. Come si legge nei verbali del Consiglio di Amministrazione degli anni ’50, la situazione era quanto mai prioritaria. Ma siamo in Italia e i tempi si sa, sono cosa lunga, lunghissima. Ci volle l’alluvione, per, è proprio il caso di dirlo, muovere un po’ le acque. In quel clima di stravolgimento, costruzione e ricostruzione, si individuò finalmente l’area adatta, quella dove atttualmente sorge il Nuovo ospedale di San Giovanni di Dio.
Si trattava dei poderi, appunto, della fattora di Torre Galli, storica villa (ma questa è una storia a parte, pazientate…) di proprietà dei Baroni Ritter de Zahony. Il luogo era trovato, ma come riuscire ad acquistare tutto quel terreno? L’ospedale era proprietario del prospicente edificio, appartamenti storici e di gran valore, che si estende da Borgo Ognissanti a lungarno Vespucci (Vespucci, non a caso, si capirà). Prese quindi la decisione di vendere in centro per acquistare in periferia. Il 28 aprile 1968 ci fu la posa della prima pietra, portata dai dipendenti del vecchio ospedale e tolta dal muro del vecchio edificio, a voler simboleggiare la continuità. Una cerimonia in pompa magna, con tanto di Ministro della Salute (all’epoca il socialista Luigi Mariotti, che si può considerare uno dei padri del welfare moderno), sindaco di Firenze e di tutti i Comuni del circondario, Istituzioni di ogni sorta e tantissimi cittadini. Erano gli anni in cui ancora i cittadini partecipavano davvero alla cosa pubblica, senza stare a lamentarsene su Facebook. Sembrava cosa fatta. Il progetto fu affidato all’Architetto Pierluigi Spadolini (fratello di quel Giovanni Spadolini che pochi anni dopoo sarà eletto senatore e poi diventerà Presidente del Consiglio, in quegli anni ancora accademico e giornalista) e all’Architetto Paolo Felli.
Ma siamo in Italia: si dovettero aspettare 14 anni, sudore, battaglie, fermi, polemiche da fare invidia alla passerella delle Cascine in questi giorni… Solo nel 1982 si vide l’inagurazione del Nuovo Ospedale di San Giovanni di Dio. Che fu simbolicamente inaugurato l’8 marzo, per San Giovanni. E anche per la Festa della donna, ma dalle cronache ritrovate non ci è dato sapere se oltre al patrono fu individuata anche questa ricorrenza. Tuttavia i Fiorentini e gli Scandiccesi dovettero pazientare ancora fino al giugno successivo perché l’ospedale di Torre Galli (poi sincretizzatosi direttamente in Torregalli) entrasse a pieno regime.
Da allora il Nuovo ospedale di San Giovanni di Dio è stato ulteriormente ampliato e nuove ale e servizi integrati sono stati costruiti e altri spazi sono in via di realizzazione. Un grandissima macchina al servizio di tutta la Città Metropolitana. Una storia lunga sei secoli. Che senza quel Simone di Piero Vespucci, probabilmente, non sarebbe mai iniziata.