«Legalità e degrado purtroppo sono due temi che si alimentano reciprocamente e che incidono sulla sicurezza di un luogo. La famosa teoria della “finestra rotta” di Wilson e Kelling, dimostra come il disordine urbano e il vandalismo sia un fattore determinante nell’incremento della criminalità e dei comportamenti violenti.
Da cittadino onesto mi sento offeso dall’assenza delle istituzioni comunali, una mancanza che ci costringe a vivere in uno stato di abbandono, dove è raro trovare una pattuglia delle Forze dell’Ordine a vigilare e non ci si sente sicuri in pubblico. Tutto questo non può essere tollerato e deve cambiare grazie ad operazioni mirate di sicurezza attiva (piano di vigilanza di quartiere, incremento delle attività di presidio delle Forze dell’Ordine) e passiva (incremento dell’illuminazione, videosorveglianza nelle aree più soggette a crimine) in tutte le aree residenziali del nostro Quartiere».
Architetto, una tesi sugli innesti moderni nel tessuto storico fiorentino. Cosa significa brevemente? Quali i riscontri sul nostro quartiere?
Nel ‘900 Firenze ha vissuto una corposa fase di trasformazione urbana, sia durante i risanamenti del governo fascista, sia durante la ricostruzione postbellica. In questo clima di incertezza, alcuni dei più grandi architetti italiani si sono cimentati nell’innestare architetture moderne all’interno del centro storico con risultati completamente diversi. In questo quadro, gli studi effettuati e la critica a posteriori, ha evidenziato come carattere progettuale l’importanza della piena comprensione identitaria e culturale del luogo. Per tradurre questo concetto in un lessico comune, modificare la città senza capirne realmente l’essenza che l’ha generata porta a risultati azzardati e non integrati. Anche il nostro Quartiere 4, parte del quale nato proprio negli anni, sta subendo una costante perdita di identità. Questo continuo “dimenticarsi” delle origini, del suo aspetto storico e della sua comunità, lo sta spingendo senza freni verso una comune periferia.
Quali sono le condizioni strutturali (viabilità, infrastrutture pubbliche, trasporti) e come può esssere migliorato?
Ritengo che il Quartiere 4 sia un comprensorio estremamente complesso sotto il profilo infrastrutturale. Premesso questo, i vari interventi fatti dall’amministrazione in questi anni non sono stati sicuramente risolutivi in termini di congestione viaria e traffico di pendolari verso e da il centro fiorentino. Come candidato Lega al Consiglio di Quartiere 4, ho sollevato il problema e continuerò a lottare perché venga risolta la situazione per i nostri residenti. Ad oggi servono parcheggi scambiatori per l’utilizzo della tramvia che spesso è satura di persone, agevolazioni per i pagamenti dei posti auto, un nuovo svincolo Fi-Pi-Li per l’innesto in città. Non è possibile incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici se questi non sono confortevoli o di facile reperimento. Sinceramente vorrei che ci fosse una presa di coscienza da parte dell’amministrazione nel comprendere che, prima di fare grandi opere, è necessario risolvere i problemi più basici, quelli veramente necessari alla collettività.
Quali sono gli altri impegni nel quartiere?
Come candidato ho voluto portare all’attenzione della cittadinanza cinque punti che ritengo fondamentali per poter far raggiungere al Quartiere 4 i livelli di benessere a cui dovrebbe ambire. Oltre a sicurezza, legalità e lotta al degrado, ritengo che debbano essere previsti investimenti per lo sviluppo del territorio ed interventi per il miglioramento della qualità della vita.
Vorrei un Quartiere all’insegna dello sviluppo, delle idee, della sperimentazione e dell’innovazione, un territorio dove i fiorentini siano in grado di far maturare le proprie idee artigiane, imprenditoriali, professionali, associazionistiche e culturali. Un Quartiere più attivo si traduce in un quartiere più attento, vigile e stimolante sia per chi ci abita sia per chi ci lavora. Allo stesso tempo devono essere ripensate alcune scelte infrastrutturali che congestionano quotidianamente le arterie di innesto in città. La viabilità urbana nelle aree di svincolo è destinata al collasso e l’opzione tramvia non è in grado di ottemperare alle richieste della collettività.