Legnaia, tre fratelli e un’avventura: il Chili
Guia, Giada e Marco hanno rilevato a maggio lo storico locale di via del Pollaiolo. Eleonora Biancheri è andata a conoscerli per noi.
Dopo una gestione di 18 anni, ormai radicata sia nel quartiere sia nella testa di chi ci abita, sembrava arduo dare continuità a quel “locale di quartiere” di nome Chili; il nome è sempre lo stesso ma le cose cambiano.
Tre fratelli, Guia, Giada e Marco si sono buttati in questa nuova avventura da maggio 2022. A colpo d’occhio, si nota qualche cambiamento alla location, più raffinata.
Guia, 27 enne dal curriculum da bar tender proveniente dalla scuola dell’hotellerie di lusso, propone un’ampia gamma di distillati, gin, whiskey e anche ricercate etichette di vini.
La sorella, giovanissima, Giada, già con nozioni di mixologie si muove tra la sala e il bancone, alla domanda di cosa voglia fare “da grande” risponde: «Questo lavoro. Mi piace soddisfare i miei clienti; è la mia prima esperienza e sto ancora studiando ma questo anno mi è servito tanto a migliorare le mie capacità nei rapporti interpersonali».
Ai fornelli Marco, 21enne con la passione per la cucina, dà vita ad una formula ristorativa semplice: piatti da piccola osteria tradizionale , pranzo e cena, con materie prime di alta qualità; polpette, pollo alla vecchia maniera, verdure fresche (i genitori hanno un ortrofrutta di proprietà a Soffiano), primi da “classico” della tradizione: pici all’aglione, amatriciana, cacio e pepe, carbonara e chi più ne ha più ne metta.
Perché di questi piatti legati così tanto alla storia? «Semplicemente perché è cresciuto con quei piatti, mamma specializzata in pasticceria, babbo più trasversale», ribatte con naturalezza.
Lo spazio è ben disposto: un grosso bancone all’ingresso per fermarsi a fare due chiacchere, o sorseggiarsi un cocktail in tranquillità, dietro, separata, una saletta con tavolini e sedute per un po’ più di privacy.
Quando a Guia chiedo com’è stato passare da un’attività prettamente operativa a una gestionale mi risponde: «Complicato – ovviamente food cost, liquor cost etc uniti ad un buon servizio dove sono esposta in prima persona non è cosa semplice – Ho cambiato pubblico così tante volte che trovarmi così a stretto contatto con un gruppo di persone, per la maggioranza clienti abituali, ha un po’ cambiato anche la mia mentalità»
Dagli ambienti più formali in cui ha sempre lavorato, anche una parentesi di quattro anni come barlady all’Otel. «Adesso le persone hanno bisogno di trovarmi al locale, è rassicurante non solo per loro, ma lo è diventato anche per me», sorride la ragazza.
Hanno pensato anche all’aperitivo: piccoli/medi taglieri di affettati formaggi e crostini e focacce express. Il week end diventa il posto più trafficato della zona, il servizio, nonostante non nasca come ristorante, è molto accurato, gentile e veloce. Aperitivo, un boccone fuori, luogo di ritrovo per un pre-serata, tutto funziona. È possibile vedere le partite e, se siete fortunati, fare anche qualche partita a We dance. Purtroppo recentemente non gli è stata concessa la veranda fuori, quindi, per ora, il locale è al chiuso.
Giorno di chiusura il lunedì, ogni modifica di orario viene puntualmente comunicata sui loro social.