Paolo Bosi (Cattolica Virtus): “Manca tanto il rapporto con i ragazzi ma la salute passa avanti a tutto”. Graziano Chiari (Audace Legnaia): “I ragazzi si stanno comportando in modo encomiabile. Studiamo iniziative per venire incontro alle famiglie”.
Anche il mondo dello sport dilettantistico e giovanile soffre molto per l’impatto negativo del Coronavirus. Bisogna tener conto che le ASD e gli EPS svolgono un ruolo importantissimo nella comunità. Ecco le testimonianze di alcune società sportive del Quartiere 4.
Cattolica Virtus
Paolo Bosi, direttore sportivo della Cattolica Virtus, racconta come stanno vivendo il momento. “Abbiamo sospeso, fin dalla chiusura delle scuole, tutte le attività sportive. Da quel momento abbiamo iniziato a fare attività ognuno a casa. Facciamo riunioni settimanalmente su Skype con gli allenatori per coordinarsi e decidere il lavoro. Abbiamo pensato sia a degli allenamenti sia anche a delle piccole sfide, per continuare a lavorare per obiettivi”.
Che cosa ti manca di più? “Il rapporto con i ragazzi, con gli allenatori e anche con gli avversari. Oltre allo sport che preferisco, il calcio è un sistema di rapporti umani”. L’emergenza azzera gli incassi. “Le società sportive si alimentano con sponsorizzazioni, con gli introiti dai bar e ristoranti. I bilanci – quando va bene – forse vanno in pari. Il rischio per tante società è che non si iscrivano al prossimo campionato”.
Come intervenire? “Sarà compito delle Istituzioni prima e dunque delle Federazioni salvare lo sport. La nostra è una realtà particolare. Non abbiamo sponsorizzazioni né biglietterie. L’attività non viene finanziata da questo. Siamo una comunità che destina parte delle sue risorse allo sport. Questo non vuol dire che il problema non si ponga per gli altri”. Nel concreto? “O attraverso i finanziamenti diretti o attraverso sconti si dovranno aiutare le società. Altrimenti chiudono tutti. La conclusione del campionato? La speranza non dobbiamo mai abbandonarla ma i problemi sono altri e prioritari. Speriamo di riprenderlo perché vorrebbe dire che l’emergenza è finita. Questo però è il problema minore rispetto all’emergenza sanitaria. Dopo si dovrà pensare a non far chiudere le società sportive, quello sportivo”.
Audace Legnaia
“I ragazzi si stanno comportando in modo encomiabile in questa emergenza”. Graziano Chiari, direttore sportivo dell’Audace Legnaia inizia così. “Tutti la stiamo vivendo in modo giusto. Tengo un contatto costante con i ragazzi, dagli Allievi in giù. È una soddisfazione da parte nostra vedere queste risposte. Ho detto a tutti di stare uniti ma di stare a casa. Spero che questa emergenza ci abbia insegnato qualcosa, come lo spirito di sacrificio, per lo sport e non solo. Certo è che per abbracciarsi ci vorrà tempo, il contatto mancherà dopo”.
Molte società sportive possono addirittura chiudere o non iscriversi al prossimo campionato. “Lo sport è in ginocchio” è categorico Graziano. “Guardando al nostro caso, abbiamo affittato la pizzeria ad un gestore e ora è chiusa. Le bollette vanno avanti. Il mutuo è attivo. Serviranno iniziative forti per far ripartire le società sportive. Noi non dovremmo avere grandi problemi, siamo una società sana ma senza un aiuto rischiamo”. Ci sono molti dubbi anche sulla stagione in corso. “Si potrebbe anche congelare l’attuale classifica fermo restando che la Federazione deve mettersi al riparo da eventuali ricorsi. La Federazione deve dare un segnale di forza e darci una certezza su come ripartire”.
Anche la stessa Audace Legnaia ha allo studio delle iniziative per venire incontro a genitori e atleti. “Stiamo pensando a non aumentare le quote di iscrizione, fossero anche quei 10-20 euro di risparmio. Probabilmente sarà pure diminuita. Per aiutare i genitori. Un grande interrogativo è su come ripartire a settembre. Le famiglie avranno dei problemi economici. Cercheremo, per quanto possibile di aiutare le famiglie. Spero che tutte le società del Q4 riescano a ripartire, ovviamente. Molto probabilmente non faremo i ritiri estivi, sia per non aggravare di costi i genitori sia soprattutto per tutelare la salute dei ragazzi”.