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Le 7 curiosità storiche che non sapevi su Legnaia
Sai perché Legnaia si chiama così? Conosci il caselllo del dazio? E da dove viene il termine sgabellarsela? Conosci la Bandita di Legnaia?
Ecco 7 fatti storici e leggende di Legnaia che forse non sapevi
Dopo le dieci curiosità sull’Isolotto, è arrivato il momento di quelle su Legnaia. E sì, si badi bene, qui si parla di Legnaia in senso stretto. Perché se di là dal viale Talenti chiaman Legnaia qualsiasi cosa stia tra la tranvia e le colline di Bellosguardo, i Legnaioli sanno bene che oltre via dell’Olivuzzo è Monticelli e oltre via di Scandicci è Soffiano. Già questa è una curiosità, ma ve la diamo bonus! Quindi non perdiamo tempo in ciance e veniamo alla nostra top list!
- Innanzitutto l’etimologia. Come tutti i toponimi, anche Legnaia porta con sè una storia, e che storia. Da qui passava la strada che percorrevano i taglialegna scendendo dai colli sopra a Scandicci per portare il legname in città a Firenze. Quella via esiste ancora ed è, appunto, via di Legnaia. A Legnaia dovevano esserci diversi depositi di legname (legnaie, appunto). Parte della legna invece andava verso altre città e a quei tempi non c’erano i camion e treni non c’erano. Però c’era l’Arno. Così il legname veniva portato in barca, e i legnaioli lo portavano verso lo scalo fluviale, che era apunto, all’altezza dell’attuale via dello Scalo (nella zona dell’Argingrosso).
- Via di Legnaia era a quei tempi parecchio lunga, non poche decine di metri come ora, che va solo dalla scuola Ghiberti alla caserma della municipale. Tanto lunga che si perdeva sulle colline e non si sapeva bene dove cominciava e dove finiva. La via di Legnaia era appunto la strada dei legnaioli. In Roveta e a Mosciano tutt’oggi si trovano tratti di questa strada, ancora chiamati anch’essi via di Legnaia.
- Abbiamo dato la scuola Ghiberti perché certo oggi è più conosciuta; ma in realtà all’angolo tra via di Legnaia e via Pisana c’è prima una piccola casa gialla: quello era il dazio, ovvero la barriera dove si pagava all’ingresso una tassa per la merce portata nella città, detta anche gabella, e fu attiva circa dal 1880 (altre fonti dicono 1870) fino al 1930.
- Chi lavorava qui e riscuoteva il dazio si chiamava daziere, gabelliere o più spregiativamente gabellotto. Come vedremo più avanti, Legnaia era soprattutto posto di campi e contadini; gli ortolani di Firenze venivano qui a comprare le verdure da vendere al mercato e nelle botteghe. Una tradizione questa, che a ben pensarci ancora c’è nel quartiere, gli orti si sono spostati a Ugnano e Mantignano, ma gli ortolani del mercato di piazza dell’isolotto si riforniscono lì di molti dei loro ortaggi a chilometro zero. A quei tempi lo facevano ancora con il barroccio fino ai primi decenni del ‘900, finchè poi si cominciarono a diffondere i furgoncini. I barrocci venivano pesati vuoti in uscita della città e pieni al ritorno; gli ortolani, gente povera ma furba, per pagare meno tasse, si ingegnavano in mniera del tutto fiorentina. Il più noto era quello di far bere i cavalli e i ciuchi all’inverosimile, chi addirittura assetandoli con il sale. Poi prima di rientrare aspettavano che facessero tutti i bisogni. Così riuscivano a fregare i gabellieri. Da qui il termine fiorentino sgabellarsela per indicare i furbi che riescono a evitare un’incombenza.
- Secondo alcuni, tuttavia, il toponimo Legnaia è ancora più antico, tanto da rifarsi a quando l’intera zona era coperta di boschi da essere per natura una riserva di legna; qui infatti in tempi piuttosto antichi c’era una rara foresta planiziale, oggi quasi scomparse perchè le pianure sono state prese da agricoltura e urbanizzazione. Ancora qualche secolo fa però, call’altezzza degli attuali lungarni dell’Isolotto stava il cosiddetto Bosco d’Arno, ma per questo vi rimandiamo al prossimo punto.
- Dispiace dar in parte ragione a chi sta oggi al di là del viale Talenti, ma un tempo tutta la pianura fuori da Porta San Frediano fino alla Greve veniva genericamente chaimato la Piana di Legnaia. Se ora il rione per antonomasia che dà il nome un po’ a tutto il quartiere è l’Isolotto, fino a prima della Guerra questo privilegio, per secoli, è stato di Legnaia.
- Questa sua estensione territoriale dette il nome anche a una riserva di caccia dei nobili fiorentini che si trovava tra l’Arno e l’Argingrosso e che si chiamava, appunto, Bandita di Legnaia.