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Le 10 cose che non sai sul Ponte all’Indiano
Sai che quando fu progetto smosse polemiche? E che è un ponte da record? E che il Mugnone fu ribattizzato in occasione dello stesso evento da cui deriva il nome Indiano?
È il principale cavalcavia sull’Arno a ovest di Firenze che collega l’Isolotto con Peretola, Ponte a Greve con Novoli, la Firenze Mare con la Fi Pi Li. Lo percorriamo ogni giorno in macchina, ma quanto lo conosciamo davvero? Ecco quindi dieci curiosità sul Ponte all’Indiano che forse non sapevi
- Il cavalcavia dell’Indiano fu inaugurato nel 1978, ma il progetto risale al 1969, quando fu selezionata al termine di un concorso nazionale l’idea dell’ingegner Fabrizio di Mirando e degli architetti Paolo Sica e Adriano Montemagni. L’idea di costruire qui un ponte risale invece addirittura al 1962, con il Piano regolatore elaborato dal noto architetto della ricostruzione fiorentina Edoardo Detti, che dal ’61 al ’64 fu assessore all’Urbanistica.
- Sotto il ponte c’è una passerella pedonale che congiunge via dell’Isolotto con via di San Biagio a Petriolo, alla fine del parco delle Cascine. Essa è stata più volte al centro di numerose polemiche per il continuo sfrecciare di motorini e biciclette che mettono a rischio la sicurezza dei pedoni.
- La costruzione del viadotto ha smosso ai tempi diverse polemiche per la sua collocazione, che in qualche modo taglia e chiude il panorama sull’Arno dalle Cascine. Prima infatti le Cascine sembravano non avere una fine definita, ma sfumavano naturalmente in una distesa di campagna a valle.
- I lunghi cavi d’acciaio neri agganciati obliquamente ai piloni rossi che costituiscono lo skyline del viadotto, si chiamano stralli. Da questa caratteristica architettonica, il ponte all’indiano appartiene alla categoria dei ponti strallati.
- Esso tuttavia non è propriamente un ponte strallato perché mantiene caratteristiche anche dei ponti trave; comunque tra i ponti strallati è uno dei più lunghi del mondo, con un’unica campata di 206 metri, anche se ben lontano dal record del ponte del ponte dell’isola Russkij in Russia, di 1104 metri. In Italia è ampiamente battuto anche dal ponte sull’Adige lungo la A31, con una luce di 310 metri.
- I piloni sono alti la bellezza di 48 metri e sorreggono non solo le due corsie del ponte fatte di ferro e cemento, ma anche la passerella sottostante.
- Com’è noto il ponte prende il nome dal monumento sottostante, alla fine del parco delle Cascine. Non tutti però sanno la storia di questo marajà: si tratta del giovane principe Rajaram Chuttraputti della città indiana di Kolhapur, che morì il 30 novembre 1870 a Firenze all’età di soli ventuno anni, colpito da un improvviso malore, mentre era di ritorno da un viaggio a Londra. La tradizione indù, religione cui apparteneva il marajà, imponeva che il corpo fosse cremato alla confluenza di due fiumi e le sue cenere venissero sparse nelle acque. Quattro anni dopo, la madre del principe volle far erigere nel punto dove era stato cremato il figlio e dove erano state disperse le sue ceneri, il monumento, ospitato sotto a un’edicola dal gusto quanto mai orientale. Un’iscrizione in quattro lingue, italiano, inglese, hindi e punjabi, ricorda il nobile. Il fatto ha dato il nome anche al cavalcavia, costruito un secolo dopo, che vediamo a poche decine di metri di distanza.
- A questo drammatico fatto sono legati però due curiosi eventi storici che pochi sanno. Il primo è che si aprì così il primo dibattito politico sulla cremazione a Firenze, allora vietata nel Granducato per motivi igienici che creò un precedente importante per le battaglie di chi era favorevole alla cremazione e che avrebbe aperto la via verso questa pratica funebre.
- Il secondo è che il Mugnone non è propriamente un fiume, ma un torrente vero e proprio, spesso asciutto d’estate e gonfio in occasione delle piene autunnali (ha regalato più di un’alluvione ai fiorentini); ma essendo tra i torrenti che si gettano in Arno quanto di più simile a un fiume ci fosse, le Istituzioni fiorentine promossero formalmente di rango il corso d’acqua che da allora è diventato fiume Mugnone.
- A novembre 2019 fu approvato in Quartiere un atto per installare sulle principali direttrici del Ponte all’Indiano dei pannelli informativi a messaggio variabile per comunicare in tempo reale la situazione del traffico, dei lavori e di eventuali allerte. Sarebbero dovuti arrivare a stretto giro insieme ad altri in ulteriori punti strategici della circolazione urbana, ma a oggi sull’Indiano non è ancora stato installato.