All’incrocio tra via Foggini e via del Pollaiolo due transenne bloccano il marciapiede da mesi
Il cantiere permane, ma nel frattempo qualche pedone è passato all’autorganizzazione spostandole…
Ci siamo con una nuova segnalazione. Transenne che rimangono lì da mesi. Di nuovo alla Federiga e non stiamo parlando delle cattive cugine dell’altra parte dell’incrocio, che stanno mettendo in ginocchio via Lunga. Quelle in oggetto sono all’angolo tra via del Pollaiolo e via Foggini, sul marciapiede, proprio all’incrocio. Almeno da quest’estate, com’è facile verifcare da Google Street View. La coppia di transenne che vigilano sul traffico è lì da come minimo da agosto 2017, quando già è stata paparazzata dalla telecamera della Google car.
Facile intuire perchè quelle transenne siano state messe lì: una ringhiera di protezione dell’angolo ha ceduto e il marciapiede risulta sbrecciato. Probabilmente conseguenza di qualche mezzo pesante che ha stretto troppo la curva, o forse qualche carambola a un’incrocio che non è affatto nuovo agli incidenti. Fatto sta che a un certo punto le transenne sono comparse, a tutela dei pedoni.
Un incrocio proprio disgraziato quella della Federiga. Da quando c’è la tramvia, certo, in centro si arriva tanto veloce. Ma di fatto la Federiga è stata tagliata in due. Un incrocio maledetto ogni giorni dagli automobilisti per i semafori infiniti e le eterne code. Maledetto da chi ha da muoversi all’interno del Quartiere. 5 minuti per attraversare 30 metri. Quando va bene. Ora disagevole pure per i pedoni, che si sono visti dover compiere il giro tondo intorno alla rampa del sottopassaggio che porta in piazza Pier della Francesca. E mica fa piacere quando già c’è un verde pedonale per traversare via Foggini che richiede scatti da centometrista. Ma quella dei tempi del semaforo è un’altra storia.
Tant’era disagevole che a un certo punto le transenne sono state spostate: probabilmente opera di qualche pedone che anarchico che a quest’imposizione non ci stava. E ora c’è un varco in cui si passa, senza troppi intoppi. Insomma dove si passa ma non si dovrebbe passare. Ma questa è una storia un po’ tutta italiana: non ci sentiamo di biasimarla. Ci hanno ricamato sopra da almeno due secoli politologi e politici: la scuola di sinistra postmarxista la chiama autorganizzazione del popolo, la scuola liberista che va da Locke a Smith passando per Montesquieu la chiama libertà dell’individuo, autonomia del singolo. In sociologia, più prettamente, si chiamerebbe individualismo familistico. Una locuzione che lascia un po’ esterrefatti che si può riasumere con il vecchio detto contadino: «Moia chi moia, basta che non moia mì e la mi’ mogliera; ma se qualcuno ha da morì, meglio la mi’ mogliera che mì».
Fatto sta che i Legnaioli si sono organizzati per risolvere la situazione. Ma non è questa la soluzione definitiva del cantiere. Attendiamo speranzosi che il marciapiede venga riparato.