La richiesta degli amici: intitolare a Gabriele Vadalà il giardino di via delle acacie, vicino alle baracche verdi dell’Isolotto vecchio, dove si ritrovava con la compagnia
Tornano a parlare, gli amici di Gabriele Vadalà, il 16enne dell’Isolotto rimasto ucciso sabato notte in un tragico incidente in motorino in via Torcicoda. Una richiesta disperata e struggente quella dei suoi compagni di tutti i giorni, quelli con cui si ritrovava a sedere sulle panchine dei giardinetti alla pista di pattinaggio di via delle Acacie, accanto al circolo dei pensionati. Intitolare a Gabriele quel giardino tra le vecchie baracche verdi.
Quello stesso circolo, loro base, punto di ritrovo, le cui mura hanno tempestato di scritte piene d’amore. Ieri riportavamo, quelle dediche degli amici, che strappano lacrime, ma anche un sorriso per tutta la tenerezza e l’innocenza che si portano dentro. Non si scrive sui muri, ha mugugnato qualcuno. Ma qui una licenza è d’obbligo. Perché non sono scritte per deturpare, sono scritte per trasmettere affetto ed esprimere l’incredulità di quella scomparsa. A 16 anni la morte non la si può accettare, non la si dovrebbe conoscere.
Perciò una richiesta, direttamente indirizzata al presidente del Quartiere sui social, il canale più semplice, più immediato, anche se non istituzionalmente riconosciuto. Sulla scia di quanto successo per Duccio Dini, un altro giovane del quartiere morto, anche se anche in quel caso ucciso dalla violenza di balordi, anch’egli in motorino, intitolare il giardino dove si ritrovava con la compagnia. Trasformare il dolore in memoria, come è stato fatto per Duccio nei giardini di via Ambrogio di Baldese. Perché solo chi è cresciuto in questo quartiere, può capire quanto in adolescenza sia importante il giardino dove si ritrova la propria compagnia.