Succedeva due anni fa
Il 23 settembre 2019 davamo notizia su queste pagine dell’allarme che la Cooperativa agricola di Legnaia, l’azienda per antonomasia del quartiere, rischiava di andare verso il fallimento. Dopo oltre un secolo dalla fondazione nella storica sede di via Pisana 279 (in questo articolo ne parliamo approfonditamente) a opera di un coraggioso parroco, padre Pancrazio, e un manipolo di prime famiglie contadine di quelle campagne ad appena un miglio fuori da porta San Frediano, eppure così lontane dalla vita entro le mura, si era trasferita nel più moderno centro agricommerciale di Sollicciano. Poi la notizia, un terremoto che scosse tutto il quartiere, l’intera città: l’azienda sembrava destinata chiudere per sempre, tra l’incredulità di tutti, sembrava impossibile. Eppure le strade che si prospettavano erano due, concordato o liquidazione coatta.
La notizia girava nell’aria da tempo, non ufficiale; ma fu solo la sera di quel 23 settembre, con la manifestazione davanti alla Cooperativa che si prese coscienza del fatto, che si attrasse l’attenzione della stampa e delle Istituzioni. Subito si mosse la politica, tra espressioni di solidarietà e tavoli, per salvare quel marchio così iconico del territorio e i suoi lavoratori, in un lavoro bipartisan forse senza precedenti nella storia della periferia d’Oltrarno. Sembrava prospettarsi prima una possibile rifondazione, poi, a distanza di un anno, un’acquisizione da parte di alcuni dipendenti. Tutto era incerto e Legnaia pareva destinata a una sorte ineluttabile.
Arriva la Società consortile agricola
Poi, questa primavera, a inizio maggio 2021, finalmente la buona notizia, piovuta inaspettata tanto quanto quella di quel 23 settembre 2019. Legnaia era salva. Passata da cooperativa a consorzio, costituito da tre solide aziende nel settore agricolo e del giardinaggio: Mati 1909, Viridea e FloraToscana, che se la sono aggiudicata per cinque milioni di euro. Per riassumere, due colossi pistoiesi del vivaismo, Mati 1909, gruppo di aziende già partner di Legnaia e attivo soprattutto nel comparto dei giardini di pregio, e FloraToscana, cooperativa di produttori del florivivaismo con mezzo secolo di storia sulle spalle, insieme a Viridea, catena leader nel settore dei garden center in Italia.
Salva l’azienda e i suoi lavoratori, ma salvo anche il suo spirito tradizionale e la sua identità locale, com’è stato annunciato fin da subito: “Consideriamo il radicamento di Legnaia nel tessuto fiorentino e toscano un valore fondamentale per la riuscita dell’operazione – Non è intenzione di questa società stravolgere quanto fatto fino ad ora ma solo implementare, migliorare, ammodernare e arricchire quanto fino ad ora proposto, con un progetto che punta a mantenere e rilanciare lo storico marchio di Legnaia (…) La società consortile agricola di Legnaia garantirà il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e un servizio per la cittadinanza, che ha sempre riconosciuto in Legnaia un punto di riferimento per il verde e per il food toscano”.
La ripartenza
Non una favola a lieto fine per Legnaia, perché di lavoro ce ne sarà ancor da fare tanto, piuttosto un nuovo avvincente capitolo di un marchio con un secolo di storia: “Il nostro obiettivo è rilanciare un marchio storico come Legnaia mantenendo rapporti e relazioni con il mondo agroalimentare toscano e fiorentino. C’è da fare un lavoro importante di sacrificio, ristrutturazione e ripartenza ma faremo del nostro meglio per garantire i migliori standard nella qualità dei prodotti e del servizio”.
Quello che si annuncia insomma non è nessun taglio con il passato, ma una rinascita e una prosecuzione, dove al know how secolare della Cooperativa di legnaia si aggiunge quello delle tre aziende. Le parole d’ordine sembrano essere le stesse: attenzione al territorio, alta qualità a costi accessibili, bilanciamento tra tradizione e innovazione, sostenibilità, divulgazione della cultura agrosilvopastorale.
Così, se il centro agricommerciale di Legnaia sembra velocemente riprendere a pieno regime dopo mesi quanto mai bui, tra crisi interna e pandemia, a sancire la rinascita di Legnaia il prossimo fine settimana (dall’1 al 3 ottobre) c’è anche il ritorno di uno degli eventi più attesi in zona dai bambini: la Festa d’autunno, con laboratori per i piccoli e degustazioni e corsi per i grandi. Forse la conferma definitiva che quello che due anni fa per Legnaia sembrava un futuro nero, si è rivelato un presente roseo. Pardon, verde.
era una vergogna vedere i dipendenti incuranti delle piante al tempo della cooperativa fondata anche da mio nonno…..adesso vedo un gran fermento evviva la rinascita