‘Fratelli feroci’, poesia di Giordano Antonino
Fratelli feroci, di Giordano Antonino, quarta poesia classificata sezione tema libero del Concorso di poesia religiosa 2017 dell’Mcl di San Bartolo a Cintoia, in collaborazione con Isolottolegnaia.it
Fratelli feroci
Piangeva di fatica la Natura,
cupe le piante e macilenti i visi.
Cappa di crudeltà, fosca ed impura
ha stretto in un viluppo tutta Assisi.
Di notte mente e cuore avevo pieni
e ho bagnato di pianto il mesto viso.
Forse non soffri più, Giulio Regeni
ma chiederà perdono chi t’ha ucciso?
Un tuono, un terremoto scuote il piano,
il Cielo s’apre ed il suono cresce.
Celo il volto. Chi prende la mia mano
mentre dal cuore una preghiera m’esce?
Sgrano gli occhi: s’è popolato il prato.
Leone e tigre leccano il mio viso,
l’agnello sta col lupo accoccolato
e intorno a me v’è tutto un Paradiso.
L’erba, l’acqua, la terra m’è sorella
e tutto m’è dintorno casto e fresco.
Sopra di me s’illumina una stella
E vedo che m’è accanto San Francesco.
Mi s’appressa con tigre e con leone.
“Guarda che per ferocia non sei terzo.
L’uomo d’oggi ha perso la ragione:
tortura, uccide e sbrana anche per scherzo.
Maledetto da Dio fu anche Caino.
Gesù sfregi ha sofferto sulla Croce.
Potente e iniquo, pavido e meschino
con i fratelli chi è vile e feroce.
Belve lottan per cibo e discendenza,
per mantener se stessi e la lor razza.
Hanno l’istinto e non falsa coscienza.
L’umanità è più feroce e pazza”.
Finito è il tempo dell’amor fraterno?
“L’uomo abietto massacra per capriccio!
Gode solo nel male ed è l’ Inferno”.
Piange Francesco. L’uomo? Che pasticcio!
Giordano Antonino – Palermo