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Circolo Mcl di San Bartolo a Cintoia, da 70 anni cuore pulsante del borgo

Il Circolo mcl di San Bartolo a Cintoia nasce nel ’48, costruito dai soci con le proprie mani.

I volontari: «la nostra priorità è offrire attività sociali e aggregative, per tenere vivo il borgo di San Bartolo a Cintoia. Un tempo questo era un paese, sta diventando una periferia dormitorio»

Il Circolo Mcl di San Bartolo a Cintoia ha quasi settant’anni di storia. Fu costruito mattone su mattone, con le proprie mani e le proprie tasche come circolo parrocchiale dai cittadini, nel clima di rinascita degli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale. In quel ’48, anno dell’entrata in vigore dell’appena nata Costituzione italiana,  dove la voglia di  associarsi, ricostruire una società nuova era tanta. E da 68 anni il circolo cerca di tenere vivo quel borgo di San Bartolo a Cintoia sempre più morente, che da  piccolo paese alle porte di Firenze è stato assorbito dai palazzoni dell’espansione urbanistica della città. Un borgo che rischia di perdere la propria identità e di diventare una delle tante periferie dormitorio della metropoli.

Ma appena qualche decennio fa San Bartolo a Cintoia era paese vivo, che in quell’Italia della ricostruzione pareva quasi uscire da un libro di Guareschi, come quel Brescello di Don Camillo e Peppone: da una parte il circolo parrrocchiale, dall’altra la casa del popolo, con tante storie e aneddoti, momenti di tensione sempre finiti però a pacche sulle spalle, perché è sempre prevalsa l’atmosfera e la solidarietà di paese. «Perché alla fine, si è sempre stati pronti a darsi una mano nei momenti di bisogno – raccontano i soci –si litiga come si può litigare in una partita a carte»volontari-circolo-mcl-di-san-bartolo-a-cintoia-2

Il Circolo Mcl di San Bartolo a Cintoia non ci sta a questa perdita di identità del rione. «Adesso più che mai il circolo sta cercando di far rivivere San Bartolo a Cintoia – Afferma Gino Ferro, volontario che coordina le attività –. Stanno chiudendo tutti i negozi, le attività storiche. Il borgo è abitato perlopiù da anziani, molti dei quali non possono muoversi per problemi fisici o perché non hanno la macchina. Per loro anche fare la piccola spesa quotidiana sta diventando un problema serio. Ci stiamo impegnando per riuscire a tenere aperti almeno l’alimentari e il forno, per andare incontro alle esigenze primarie della fascia più debole della popolazione».

Una battaglia per il rione che il circolo compie attraverso l’aggregazione delle persone sul territorio e le attività per far rimanere vitale San Bartolo a Cintoia. «Il circolo è aperto gratuitamente a tutte le associazioni e aggregazioni della zona – prosegue Gino –. I giovani che vogliono associarsi, trovano uno spazio gratuito qui da noi. Siamo già sede di tante associazioni».

«Inoltre facciamo tantissime attività. Siamo appena tornati da una missione in Africa a favore dei diabetici dei villaggi di Miamba, Tielissarou e  Takissalekra in Costa d’Avorio e Camerun, dove abbiamo fatto prevenzione attraverso prove glicemiche e dell’ipertensione. ne è emerso un dato impressionante. il 12% della popolazione ha la glicemia alta. Stiamo perciò stringendo accordi con l’Ospedale di Careggi e l’Università degli Studi di Firenze per far venire medici e paramedici in questi paesi. Facciamo poi raccolta di vestiti usati, facciamo un mercatino dell’usato ogni secondo sabato del mese, collaboriamo a iniziative culturali con la biblioteca… queste giusto per citare alcune delle tante attività che facciamo»

La nostra attività è possibile anche grazie al sostegno di queste attività di quartiere
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