Il cinema ai tempi del Covid-19
Tv e film sono stati i nostri più grandi alleati durante il lockdown. Ma quanto ha inciso il Coronavirus sulle produzioni cinematografiche, soprattutto su quelle indipendenti, e sul nostro cinema fiorentino? E come fanno gli attori a recitare vicino? Ne parliamo con l'attore e regista Alessandro Ingrà
Il cinema ha risentito pesantemente della pandemia. L’unica cosa positiva è che le piattaforme cinematografiche hanno avuto una grossa impennata di visualizzazioni per i lockdown. Chiaramente le persone stando in casa hanno guardato molti più film tramite le piattaforme. Le piccole produzioni indipendenti però stanno soffrendo molto il momento.
Sul set tutti gli attori devono essere tamponati e questo per una produzione è un grosso costo. Se sei una grande produzione è un conto, ma se sei una produzione indipendente il budget è più basso e quindi anche spese aggiuntive incidono.
Dovevo girare il mio secondo film a settembre 2020, ma valutando la curva dei contagi e tutte le restrizioni abbiamo preferito rinviare le riprese a marzo-aprile 2021, quindi le restrizioni hanno influito tantissimo.
Si, basta aver fatto il test. Come anche nel mondo del calcio, che per fortuna non si è fermato; però prima di giocare i giocatori vengono tamponati.
Tutto è uguale a prima perché se nella sceneggiatura ci sono scene ravvicinate non le puoi cambiare. Supponiamo che abbia una scena dove vado in camera da letto con la mia fidanzata. Non posso stare a distanza… non sarebbe veritiera! Quindi ci vuole il test di ogni attore e poi gel disinfettante, sanificazione ambiente e termometro prima di iniziare a girare.
Si un po’di paura è subentrata rispetto ad un anno fa. Ti posso dire che già a dicembre 2019, stavo attento. Mi lavavo sempre le mani. Non mi toccavo mai il naso bocca e occhi. Avevo molto lavoro e quindi non volevo prendere l’influenza. Forse questa pignoleria mi è servita anche contro il Covid. Pensa, prima del lockdown di marzo 2020, sono stato a fare spettacoli a Milano, Bergamo, Padova, Parma, Lecco e Pavia…
Ad ottobre 2020 mi chiamarono a fare uno spettacolo, ma non ho accettato, non ho voluto rischiare: quindi la risposta è sì.
La vita è fatta di cicli. Il cinema riprenderà quando il vaccino avrà dato molta copertura alla popolazione. Andare al cinema è come andare allo stadio a vedere la partita. L’ emozione del cinema non può certo darla un televisore o un computer.
La mia associazione di spettacoli, si può dire, è parcheggiata a causa del tutto chiuso. Solo a dicembre, avrò perso quindici performance, fra cene aziendali, teatri, eccetera. Senza contare l’estate e l’autunno scorso… Per fortuna in questi mesi ho fatto le prove per il mio prossimo film. Le prove servono sia per la recitazione ma anche per la regia. Il lungometraggio si chiamerà “Un weekend al mare “. Questo è il titolo provvisorio. È una commedia thriller, dove saranno mescolate scene di comicità scene di suspance e scene sentimentali, un po’stile americano.