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Il cinema ai tempi del Covid-19

Tv e film sono stati i nostri più grandi alleati durante il lockdown. Ma quanto ha inciso il Coronavirus sulle produzioni cinematografiche, soprattutto su quelle indipendenti, e sul nostro cinema fiorentino? E come fanno gli attori a recitare vicino? Ne parliamo con l'attore e regista Alessandro Ingrà

Cinema  ai tempi del Covid-19:  la televisione è stata la nostra più grande alleata per passare le interminabili giornate reclusi  in casa e le serate con i rientri forzati alla 22. Ci ha portato a riscoprire pellicole più particolari, film dimenticati, di nicchia, produzioni locali. Complice la man forte di internet, ora più che mai, con maggior tempo a disposizione, scopriamo e riscopriamo così pellicole che difficilmente vent’anni fa avrebbero trovato spazio sullo schermo dominato dai classici primi sette canali. Ma non dobbiamo dimenticare che dall’altra parte del monitor c’è un mondo, un’industria, persone che lavorano, con tutti i rischi annessi al lavorare durante una pandemia, per portare intrattenimento nelle nostre case.
 Ne parliamo con Alessandro Ingrà, regista, sceneggiatore e attore comico fiorentino. Ingrà è noto al pubblico anche come attore thriller, per la sua pellicola d’esordio “Storia di un inganno” di cui è stato interprete e autore. Ma per capire il suo  Dna comico, basta ricordare la sua partecipazione al film di Alessandro Paci “Non ci resta che ridere”.  Dna che è fiorito ancor di più sul piccolo schermo, dove tra gli altri successi rimarcano il suo umorismo toscano le trasmissioni “Ncc noleggio con conducente” su Italia Uno con Maddalena Corvaglia e “Platinum Calcio” su Italia 7, in cui mescola spassosamente opinioni calcistiche con freddure e barzellette.
Alessandro ingrà

 

Se c’è un settore che ha accusato la botta più di altri, è proprio lo spettacolo. Comprensibile per gli spettacoli dal vivo, i cabaret e i teatri, ma nel piccolo cinema, quello esterno ai circuiti internazionali?

Il cinema ha risentito pesantemente della pandemia. L’unica cosa positiva è che le piattaforme cinematografiche hanno avuto una grossa impennata di visualizzazioni per i lockdown. Chiaramente le persone stando in casa hanno guardato molti più film tramite le piattaforme. Le piccole produzioni indipendenti però stanno soffrendo molto il momento.

 I grandi network hanno i mezzi e hanno fatto il boom, ma le piccole produzioni indipendenti? Arrancano tra leggi e restrizioni?

Sul set tutti gli attori devono essere tamponati e questo per una produzione è un grosso costo. Se sei una grande produzione è un conto, ma se sei una produzione indipendente il budget è più basso e quindi anche spese aggiuntive incidono. 

Quanto hanno influito le restrizioni imposte dalla pandemia sulla produzione cinematografica, stante l’obbligo di distanziamento sociale?

Dovevo girare il mio secondo film a settembre 2020, ma valutando la curva dei contagi e tutte le restrizioni abbiamo preferito rinviare le riprese a marzo-aprile 2021, quindi le restrizioni hanno influito tantissimo.

Gli attori possono recitare vicino?

Si, basta aver fatto il test. Come anche nel mondo del calcio, che per fortuna non si è fermato; però prima di giocare i giocatori vengono tamponati.

La prossimità è fattore inalienabile del set. Pensiamo alle scene più classiche: le scazzottate, le gag comiche, l’intramontabile scena del bacio finale esistono ancora? Come si realizzano? 

Tutto è uguale a prima perché se nella sceneggiatura ci sono scene ravvicinate non le puoi cambiare. Supponiamo che abbia una scena dove vado in camera da letto con la mia fidanzata. Non posso stare a distanza… non sarebbe veritiera! Quindi ci vuole il test di ogni attore e poi gel disinfettante, sanificazione ambiente e termometro prima di iniziare a girare.

alessandro ingrà 3

Adesso andiamo dal lato dell’attore, oltre che da quello del regista:  chi recita, chi deve dare il bacio, l’abbraccio, azzuffarsi nella scena, ha paura? 

Si un po’di paura è subentrata rispetto ad un anno fa. Ti posso dire che già a dicembre 2019, stavo attento. Mi lavavo sempre le mani. Non mi toccavo mai il naso bocca e occhi. Avevo molto lavoro e quindi non volevo prendere l’influenza. Forse questa pignoleria mi è servita anche contro il Covid. Pensa, prima del lockdown di marzo 2020, sono stato a fare spettacoli a Milano, Bergamo, Padova, Parma, Lecco e Pavia…

Capita anche che l’attore si sia rifiutato per timore del contagio?

Ad ottobre 2020 mi chiamarono a fare uno spettacolo, ma non ho accettato, non ho voluto rischiare: quindi la risposta è sì.

La produzione cinematografica fiorentina, come uscirà da questa pandemia?
Uscirà viva, con un po’ di acciacchi ma ripartiremo. Durante il primo lockdown si fermarono anche molti set, ma durante questo autunno non si sono mai fermati. Con il vaccino,  aumenterà la fiducia generale dei produttori.
Le ultime, piccole sale cinematografiche? Riapriranno?

La vita è fatta di cicli. Il cinema riprenderà quando il vaccino avrà dato molta copertura alla popolazione. Andare al cinema è come andare allo stadio a vedere la partita. L’ emozione del cinema non può certo darla un televisore o un computer.

E tu, adesso, su cosa stai lavorando? Hai spettacoli nuovi in produzione?

La mia associazione di spettacoli, si può dire, è parcheggiata a causa del tutto chiuso. Solo a dicembre, avrò perso quindici performance, fra cene aziendali, teatri, eccetera. Senza contare l’estate e l’autunno scorso… Per fortuna in questi mesi ho fatto le prove per il mio prossimo film. Le prove servono sia per la recitazione ma anche per la regia. Il lungometraggio si chiamerà “Un weekend al mare “. Questo è il titolo provvisorio. È una commedia thriller, dove saranno mescolate scene di comicità scene di suspance e scene sentimentali, un po’stile americano. 

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