I castelli tra Legnaia e Monticelli: i rioni medievali del Quartiere 4
La rete di fortificazioni difensive alle porte di Firenze arrivava fino a Soffiano
Vi siete mai chiesti come fossero alcuni dei rioni più antichi del Quartiere 4 come Soffiano, Monticelli e Legnaia in pieno Medioevo?
Cerchiamo di ricostruire insieme il contesto. Siamo in pieno XIII secolo. Nel 1300 viene indetto a Roma il primo Giubileo da Papa Bonifacio VIII, mentre a Firenze il sommo poeta Dante Alighieri ricopriva la carica di priore, e sia all’interno delle mura che fuori imperversavano i contrasti tra frazioni avverse dei guelfi, che sostenevano l’autorità papale, e dei ghibellini schierati con l’impero.
E dalle nostre parti, in Oltrarno, che accadeva all’epoca? Come erano organizzati i rioni? Secondo le ricostruzioni dell’architetto storico Giampaolo Trotta nel suo libro Sant’Angelo a Legnaia, fede, Arte, Storia i fiorentini crearono un sistema di palagi-fortezza che difendevano il suddetto territorio da Ovest fino a Sud, proteggendo, così, con un andamento a ‘sacca’, il porto di Verzaia, Monticelli, il fertile Pian di Legnaia e la viabilità predetta. Va infatti precisato l’importanza strategica di questa circoscrizione, che risiedeva nell’abbondanza dei terreni coltivati, la vicinanza con il fiume Arno e il passaggio delle principali diramazioni che conducevano verso Pisa e Siena, all’epoca nemiche per antonomasia di Firenze.
Questo sistema di castelli posti a difesa di Firenze iniziava dal Palagio delle Torri, ovvero l’attuale Villa Vogel all’Isolotto, gestito dalla famiglia Capponi. Villa Vogel un tempo fu turrita, prima di essere sbassata nei secoli successivi, quando le esigenze difensive vennero meno. In realtà, come ricorda Bettino Gerini in Vivere Fireze – Il Quartiere 4, gli edifici turriti nei paraggi, furono almeno cinque e questo fu il motivo per cui la strada realizzata tra gli ultimi anni del ‘500 e il 1628 sul confine meridionale più o meno contemporaneamente al loggiato, prese il nome di via delle Torri. La capitozzatura perciò avvenne sicuramente dopo il XVII secolo, se queste si deve l’etimologia della via.
La barriera difensiva proseguiva lungo via di Scandicci con la Rocca di Legnaia posta quasi all’incrocio con la via Pisana e posseduta dalla famiglia guelfa degli Orciolini. Qui nel borgo, così chiamato per la presenza dei tanti depositi di legname (ma una seconda ipotesi la fa derivare dalla strada che i legnaioli facevano scendendo dalle colline della Roveta per arrivare a Firenze, tant’è che monconi di via di Legnaia si trovano ancora in queste frazioni collinari di Scandicci), sorgeva infatti cosiddetta la rocca con tanto di torre utilizzata dai Fiorentini a difesa dai possibili attacchi degli eserciti ghibellini.
Questa rocca è citata per la prima volta dai documenti nel 1340. Il 23 aprile di quell’anno, infatti, il ghibellino Tieri di Caroccio prese possesso di tale fortilizio, come faranno anche Ranieri di Bindo Vecchietti e infine Venturino di Guiduccio il 28 maggio 1341 divenendone il nuovo castellano.
In prossimità del borgo esisteva anche il Palagio alla Volta di Legnaia lungo l’omonima strada, in mano agli Strozzi fino agli inizi del Trecento ed in seguito passato ai Pandolfini, famiglia originaria di Signa.
Proseguiamo lungo la linea delle roccaforti e arriviamo all’altezza di via dell’Olivuzzo. Secondo le ricerche di Marcello Trotta qua all’epoca vi era il Carduccio, il principale dei ‘palagi’ fortificati dei Carducci, famiglia guelfa discendente dai Buonamici. E andando verso Est, in via di Guardavia, ai piedi delle colline di Soffiano – a contrastare il sovrastante castello dei Lambardi, poi diventuo Villa Santa Maria, dal nome dell’adiacente chiesa di Santa Maria a Soffiano – si trovava il palazzo fortificato, detto appunto di Guardavia, che appartenne prima Mei e poi ai Carducci, e dove il celebre pittore Andrea Del Castagno realizzò i prestigiosi affreschi del Ciclo degli Uomini e Donne Illustri. Anche questa struttura passò successivamente di proprietà ai Pandolfini.
La rete di fortificazioni difensive culminava infine sulle colline di Soffiano con ‘palagio’ della famiglia Soderini, conosciuto ora come Villa Martelli, situata in posizione dominante e che fungeva da avamposto per gli avvistamenti delle truppe nemiche.
All’interno della cinta palagi-fortezza nei rioni di Legnaia e Monticelli pullulavano le attività commerciali e ludiche più classiche dell’epoca: osterie, botteghe di biadaioli, beccai, fornai, sarti e calzolai, ma anche orti adibiti a “pallottolajo“, ovvero il terreno dove si giocava alle pallottole, simili alle bocce, o con la ruzzola.
In un ambiente così popolato non mancavano comunque le ville signorili, come quella degli Scarlatti a Monticelli, divenuta poi Villa Strozzi al Boschetto. La casata degli Scarlatti proveniva da Castelfiorentino e che possedeva case anch’essa nel vicino Quartiere di Santo Spirito.
Tutto questo ci fa immaginare come fossero diversi per certi aspetti e simili per altri i rioni in epoca antica rispetto a come li conosciamo, con le loro differenze architettoniche e strutturali ma con le classiche botteghe ed esercizi adibiti al commercio che nel corso dei secoli si sono evolute fino ai giorni nostri.
David Fabbri e Carlo Casini
Fonte principale Giampaolo Trotta, Sant’angelo A Legnaia. Fede, Arte E Storia In Un Borgo Suburbano Della Toscana, Media Point Editore, 2018.