Intanto in un flash mob di FdI, Torselli e Draghi: «Cascine e Stazione zone alla mercé della delinquenza» e lanciano l’allarme: se passa la riforma al decreto sicurezza, la situazione non può che peggiorare
Chiusi ristoranti e mercati con il secondo lockdown, ma alle Cascine c’è un altro mercato che resta aperto: non è quello dei banchi di vestiti, pigiami e scarpe, bensì quello più terribile e illegale della droga, che continua imperterrito tra il giardino della Catena e i binari della tranvia. Poco è cambiato da quel servizio che facemmo durante la prima ondata pandemica di primavera; anche a questo giro, gli spacciatori continuano a fare affari. Sì, è vero, sono molti meno, almeno stamani, piccoli gruppetti e non il suk degli stupefacenti dell’altra volta. Ma ci sono. Mantengono quantomeno il servizio minimo essenziale per i drogati, si potrebbe dire sarcasticamente.
Un paradosso: lo Stato usa, legittimamente, il pugno duro per tutelare la salute dei cittadini e chiude il mercato degli ambulanti; ma parallelamente, là dove il mercato è stato interdetto per motivi di salute pubblica, continua a fiorire il bazar dei pusher. In quello stesso Stato dove la droga miete una vittima al giorno (dati relazione 2019 al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze del Dipartimento per le politiche antidroga del Ministero della Salute).
Così mentre gli ambulanti boccheggiano e protestano da mesi tra aperture a singhiozzo, in attesa della tanto sperata riapertura di domenica prossima, loro invece, i mercanti della morte, continuano a vendere tutto il catalogo dei narcotici, senza categorie merceologiche interdette. In realtà, come evidenziato dall’associazione di categoria Assidea, la speranza iniziale era quella di riaprire domani venerdì 4 dicembre, ma i palazzi della politica hanno slittato l’auspicata riapertura al 6. Camminiamo lungo quei binari e nuovamente vediamo pusher ammiccanti che propongono stupefacenti; perlopiù sono giovani africani, vittime del racket e di un oscuro intreccio tra mafia nigeriana e nostrana, a loro volta carnefici di tossicodipendenti e ragazzini che ogni volta rischiano di incappare nella dose sbagliata ancor più delle altre, l’ultima.
Un gruppetto se ne sta tra la fermata e il giardino della Catena; un altro nel giardino, sulle panchine, mentre parlottano con due ragazzi italiani, probabilmente stanno contrattando. Altri isolati, nel tratto lungo i binari tra il ponte e il viale degli olmi: forse aspettano clienti, o forse fanno da palo ai complici, non ci è dato saperlo. E avvicinarsi non è facile, il rischio di finire male è concreto e i nostri zoom sono già al massimo. Quando ci accorgiamo di aver attirato l’attenzione, volgiamo indietro.
Una zona diventata off limits da attraversare. Come proprio stamani hanno sottolineato il capogruppo in Consiglio regionale di Fratelli d’Italia Francesco Torselli e il suo omologo in Comune Alessandro Draghi, nel corso di un flash-mob contro la riforma del Decreto sicurezza, non a caso tenuto sulle scalette della Stazione di Santa Maria Novella: le Cascine, così come le scalette e via Palazzuolo, sono «una di quelle zone in cui i fiorentini hanno ormai paura a passare (…) Ormai, a Firenze, sono note per essere teatro di episodi criminali come vendita di droga e furti, episodi che vedono spesso protagonisti extracomunitari. Non è più accettabile che i clandestini siano liberi di arrivare nel nostro Paese e tanto meno che possano fare quello che vogliono nel periodo che intercorre tra la richiesta per essere accolti e la relativa sentenza. In città ci sono intere zone alla mercé della delinquenza ma l’amministrazione Nardella non fa niente per porvi rimedio»
Con l’introduzione del nuovo decreto, lanciano l’allarme i due consiglieri, la situazione potrebbe facilmente aggravarsi perché mancherebbero gli strumenti giuridici per impedire l’ingresso in Italia di persone inviate dalla malavita e foraggiare il traffico di esseri umani: «In questi giorni drammatici per il nostro Paese, il Governo nazionale ha a cuore due obiettivi: da una parte vietare alle famiglie di festeggiare insieme il Natale e dall’altra permettere a chiunque di poter entrare tranquillamente in casa nostra. Fa questo abolendo i cosiddetti decreti sicurezza voluti dall’allora Ministro Salvini. Così si torna indietro, all’epoca in cui anche se non si avevano i requisiti bastava far appello all’accoglienza umanitaria per entrare in Italia»
«La modifica ai decreti sicurezza, assieme alla cosiddetta ‘sanatoria di massa’ introdotta dal ministro Bellanova nel decreto Rilancio, apre la strada ad un nuovo tentativo di introduzione dello Ius soli nel nostro Paese – ha fatto eco il coordinatore regionale Fabrizio Rossi – Fratelli d’Italia si opporrà in ogni sede e con tutti i mezzi contro questo pessimo decreto che mette in pericolo, non solo i confini e la sicurezza dell’Italia, ma che impedisce le espulsioni di migliaia di indesiderati che non hanno nessun diritto di arrivare e rimanere nel nostro Paese».