Anglicismi utilizzati forzosamente, rischio di impoverimento della lingua e della cultura italiana
Rosaria Canizzi e Vincenzo Ciccone: «Iniziative nelle scuole e lezioni all’aperto per far scoprire la bellezza della nostra lingua»
Selfie invece di autoscatto, smart invece di facile, cutter invece di taglierino, tickettare invece di abbinare. «Basta con gli anglicismi inutili, con gli anglofonismi per forza», è l’appello che rivolge Rosaria Camizzi, più semplicemente conosciuta all’Isolotto come la maestra Sara. Quarant’anni passati ad insegnare la lingua italiana ai bambini del nostro quartiere, quello stesso quartiere per cui adesso si candida (in quota Lista Civica Firenze per Bocci ). E quella stessa lingua italiana, con le sue sfumature, dove ogni parola è permeata di significati che raccolgono migliaia di anni della nostra storia e di intrecci con altre culture, che rischia di essere seppellita a tavolino per moda o per appiattimento.
Perchè le parole sono armi, dietro a un nome si possono nascondere o svelare crude verità, seppellire o instillare pensieri e credenze. E così il portiere diventa il receptionist, che, se sa usare i programmi per la prenotazione, si può persino fregiare del titolo di booking specialist. Il responsabile delle vendite diventa il sales manager, che può lavorare al desk (scrivania) nello store (negozio) se ha fortuna, altrimenti andrà a cercare i propri client/customer (clienti) door to door (porta a porta); e, se il cliente dovesse avere rimostranze sul contratto venduto, potrà sempre rivolgersi al customer care (servizio di assistenza alla clientela). Il contabile è un accountant e deve stare molto attento alle deadline (scadenze). Una cosa li accomuna tutti però: a nomi sempre più altisonanti, corrispondono le stesse pay (stipendi) di prima. Fumo negli occhi. All that glitters is not gold: non è tutto oro ciò che luccica.
Una battaglia che raccoglie insieme al collega di lista civica, consigliere di Quartiere uscente e candidato al Comune, Vincenzo Ciccone: «La nostra lingua è ciò che siamo, ciò che ci ha unito, il primo strumento di dialogo e di educazione – afferma Ciccone – per questo insieme a Rosaria vogliamo pensare a delle iniziative nelle scuole del territorio per far conoscere la bellezza della nostra lingua, quante parole abbiamo, da dove vengono, i significati che si portano dietro. È giusto e importantissimo che i bambini imparino l’inglese fin da piccoli, ma non si deve per questo, far credere che la nostra lingua sia da meno».
Iniziative culturali che potrebbero essere estese anche agli adulti e fuori delle scuole, aggiungono i due candidati: per esempio lezioni all’aperto, rivolte tanto ai grandi che ai ragazzi, in collaborazione con docenti d’italiano. Potrebbe questa l’occasione di sfruttare le molte arene di fatto inutilizzate nei parchi del quartiere, come quella di Villa Strozzi e quella del nuovo giardino di via del Sansovino.
Concordo con l’appello di Rosaria Camizzi e Vincenzo Ciccone: occorrerebbe una campagna nelle scuole per far riflettere tutti sull’anglicizazione sempre più incontrollata della nostra lingua. Vorrei segnalare iniziative analoghe come il dizionario AAA delle Alternative Agli Anglicismi (https://aaa.italofonia.info/) che raccoglie le alternative e i sinonimi italiani in uso e possibili a oltre 3.600 anglicismi. E poi la comunità Attivisti dell’italiano (https://comun.italofonia.info/attivisti/) che si batte proprio per lo stesso intento. Un saluto. Antonio Zoppetti