Asilo Niccolini, genitori protestano: “Bambini in quarantena senza aver avuto contatti”
La maggior parte della classe era già in quarantena e stava per rientrare, ma un nuovo caso ha rispedito a casa tutti i bambini, anche i 18 che il giorno del potenziale contagio erano assenti. Genitori: «Non ne possiamo più, dobbiamo lavorare». Palazzo Vecchio rispedisce la palla al Governo: «Applicata la misura nazionale», ma l'assessore Funaro si fa portavoce a livello istituzionale in appoggio alle difficoltà concrete dei genitori
Protesta stamattina davanti alla scuola dell’infanzia Niccolini (ex asilo) di Legnaia: i bambini di due classi sono stati messi in quarantena per il contatto con un positivo, ma non tutti in maniera giustificabile, spiegano i genitori, in quanto non avrebbero avuto contatti con il potenziale contagio. Una misura che oltre a privare i bambini dell’asilo, metterebbe in difficoltà i genitori ,i quali, con l’accumularsi di quarantene, sono costretti a stare a casa a guardare i figli e non possono andare a lavorare.
«Il Comune ha chiuso arbitrariamente, senza alcun provvedimento della Asl o almeno senza alcun provvedimento che ci venga reso noto, due classi – denuncia J., una delle mamme in protesta – Dico arbitrariamente perché in una delle due classi la scorsa settimana c’erano solo quattro bambini, in quanto gli altri erano già in quarantena per il contatto avuto il 18 gennaio con un bambino positivo (la quarantena quindi terminava o il 28 con tampone o il 1 febbraio senza tampone): quindi sarebbero dovuti starci solo i quattro bambini presenti la scorsa settimana quando è risultata positiva una maestra. Invece il Comune ha inspiegabilmente deciso di chiudere una classe dove, fra oggi e domani, sarebbero rientrati diciotto bambini. Le maestre andranno a fare le supplenti in altre classi ,violando quindi le classi bolla».
La misura infatti perderebbe ancora più di senso dal momento che l’utilizzo delle maestre come supplenti potrebbe creare un ponte di contagio, facendo venir meno appunto, la logica delle cosiddette classi bolla: «Da quando c’è il Covid la scuola è organizzata per classi bolla: ogni membro di una classe non deve assolutamente entrare in contatto con i membri di un’ altra classe – spiega J. – Motivo per il quale in giardino ogni classe ha il suo spazio che non può essere violato; ogni classe mangia in aula e ha un proprio addetto (bidello); quando ci sono attività come musica o psicomotricità gli insegnanti, che sono esterni e girano più classi, si cambiano e si igienizzano a ogni cambio classe; i fratelli prima venivano divisi per favorirne la socializzazione, ora vengono messi insieme e altre misure. Tutta questa procedura della classe bolla viene meno se mi mandi l’insegnante di una classe (dove oltretutto ci sono stati positivi) a fare la supplente in un’altra classe».
La notizia è arrivata ieri, quando ai genitori è giunta una mail della dirigente del servizio infanzia che informa i genitori che in una sezione si è verificato un caso positivo Covid-19, pertanto gli alunni e il personale individuato come contatto stretto sarebbero stati sottoposti a quarantena in base alle indicazioni fornite dalla Asl. Fin qui tutto condivisibile, sostengono i genitori, ma la contraddizione sta nel fatto che, per quanto la mail affermi che i bambini assenti da scuola nei giorni 24 e 25
gennaio non siano sottoposti a quarantena, lo stesso non sarebbero potuti andare a scuola perché le didattiche saranno sospese fino al 4 febbraio compreso.
Risultato, «Diciotto bambini che sono già stati in isolamento due settimane e che sono rientrati tra venerdì e ieri, non potranno rientrare di nuovo» spiegano i genitori al cancello dell’asilo.
Infatti quei bambini in oggetto sono appena reduci da una quarantena appena terminata o che sta per terminare, tutti con tempone negativo, perché il 23 febbraio erano state informate le famiglie del fatto che c’era stato un caso positivo il 18 gennaio, motivo per cui coloro che erano entrati in contatto con quel caso, venivano sottoposti alla misura cautelativa. Per i bambini non vaccinati il periodo sarebbe durato dieci giorni e sarebbero potuti rientrare con un tampone negativo il 28, oppure oggi senza tampone e senza sintomi.
«Il problema è che ormai qui non riusciamo più ad andare a lavorare, abbiamo finito tutti i permessi e le ferie con questo cumularsi di quarantene», dice un’altra mamma.
Ma il Comune rispedisce al mittente l’addebito di aver agito in maniera arbitraria, poiché avrebbe preso la decisione in ottemperanza alle disposizioni statali, livello superiore nella gerarchia delle fonti. Per quanto assurda, la misura adottata dal Comune parrebbe l’applicazione corretta delle recentissime disposizioni governative. Disposizioni confusionarie e farraginose che cambiano e si contraddicono da un giorno all’altro. Colpa del Palazzo, ma Chigi e non Vecchio: «Tutta l’attività dell’intera sezione è stata sospesa in seguito al provvedimento dell’Asl e nel rispetto della normativa nazionale – spiegano dall’assessorato – Attualmente infatti la normativa relativa alla gestione dei casi Covid nelle scuole dell’infanzia (D.L. 1/2022 art. 4 comma a) e circolare congiunta Ministero dell’Istruzione e Ministero della Salute prevede che “in presenza di un caso di positività nella stessa sezione o gruppo classe, si applica alla medesima sezione o al medesimo gruppo classe una sospensione delle relative attività per una durata di dieci giorni”. La circolare precisa poi che “Per i bambini appartenenti alla stessa sezione/gruppo del caso positivo si prevede: attività didattica: sospesa per 10 giorni; misura sanitaria: quarantena della durata di 10 giorni con test di uscita – tampone molecolare o antigenico con risultato negativo”. Al momento, la normativa, per quanto riguarda la sospensione delle attività didattiche e quindi la chiusura della sezione, non fa nessuna distinzione fra bambini presenti e assenti».
Tuttavia, «L’assessore all’Educazione Sara Funaro si sta facendo portavoce con le Istituzioni competenti delle difficoltà che le attuali regole stanno generando e si sta impegnando per far sì che i bambini che non hanno avuto contatti stretti con il caso di positività possano continuare a frequentare la scuola».
La domanda sorge spontanea: se il comune dice di aver applicato la nuova normativa pubblicata in gazzetta ufficiale lo scorso 8 Gennaio 2022, perché la classe non è stata chiusa il 18 gennaio alla prima positività? Il comune cosa dice a tal riguardo?