Anello panoramico di Monte Oliveto
Una semplice passeggiata ad anello tra via di San Vito e Monte Oliveto, passando per il parco del Boschetto e Villa Strozzi
È arrivata la primavera, le giornate sono belle e tiepide, le ore di luce si allungano. La voglia di un’escursione in campagna è tanta, ma siamo sempre chiusi in ufficio o e rimane giusto un’oretta il pomeriggio. Non disperiamo! Il nostro quartiere offre tante passaggiate che fanno davvero dimenticare di essere in città! Oggi vi vogliamo proporre una semplice trekking urbano che di urbano ha davvero poco: una passeggiata ad anello tutta incentrata sui panorami, attraverso il Boschetto, lambendo Villa Strozzi, Monte Oliveto e via di San Vito.
La camminata è incentrata sui paesaggi, perciò, per quanto passi vicino a molte eminenze artistiche e storiche, le tralasceremo volutamente in questa descrizione. Tuttavia di molte di queste già è possibile trovare descrizioni su IsolottoLegnaia.it; per quelle che ancora non sono descritte.. Pazientate, con il tempo arriveranno tutte!
Il breve anello i 2,6 km da noi proposto dura circa 40 minuti ed è adatto a tutti.
Si parte dall’ingresso del parco del Boschetto in via di Soffiano, accanto all’omonimo circolo ricreativo, e ci si incammina su per il grande il viale alberato che tra ampi tornanti sale su verso Villa Strozzi. Volendo possiamo tagliare i primi due tornanti passando in mezzo al grande prato in mezzo ai giochi per i bambini tra cui i due storici tronchi giganti. In questa stagione è un tripudio di alberi fioriti.
Al terzo tornante, prendiamo il viottolo a destra che fa angolo una grande vaso di pietra su un piedistallo e costeggia il muretto di cinta. E qui apriamo uno di quei picccoli aneddoti che vi piacciono tanto: poco più di una ventina di anni fa quel vaso era appoggiato a terra e vi erano i pessci rosssi; poi un’inverno particolarmente rigido l’acqua al suo interno congelò e i poveri pesci fecero la fine dei Bastoncini Findus. Da allora non hanno più rimesso pesci e il vaso è stato posto sul piedistallo. Se invece siamo interessati a visitare la Villa proseguiamo sul viale principale e dopo poche decine di metri si arriva a Villa Strozzi e alla Limonaia, spesso sede di eventi e mostre. Dalla parte opposta rispetto al cancello di ingresso un viottolino a scalette ci porta a riagganciarsi a una radura posta dietro l’area cani, oltre la quale ci riabbocchiamo al sentiero che partiva dal vaso.
Al di là del muretto lo sguardo si apre finalmente sulla campagna: si estende un’oliveta, dove non è raro sentire qualche fagiano chioccolare. Molti potrebbero pensare che è proprio da quest’abbondanza di olivete che Monte Oliveto prende il suo nome; invece no, il colle deve la sua denominazione al fatto che sulla sommità fu costruito un monastero dai monaci olivetani (che costeggeremo tra poco). Si prosegue fino a che alla nostra destra un cancellino nel muro non consente di imboccare via di Monte Oliveto. Accanto al cancello c’è anche un fontanello per rinfrescarsi e bere. Ci reimmettiamo così su strada. Alla nostra sinistra la chiesa e il monastero di Monte Oliveto, a destra quello che probabilmente sono i resti di un vecchio tabernacolo. In fondo alla stradina che parte dal cancello giriamo a destra a prendiamo in salita su via di Monte Oliveto.
Vale la pena però girarsi un attimo verso valle: si domina tutto il panorama del cenro di Firenze, con il Cupolone che trionfa nel mezzo, la Torre d’Arnolfo, , Santa Croce, la Biblioteca nazionale, le Cappelle medicee e tutti i tetti di Firenze.
Si arriva a uno slargo pianeggiante davanti a Villa Monte Oliveto, chiamata dalla leggenda popolare dei ragazzi anche come villa dei fantasmi. La strada prosegue su una salita stretta e ripida, conosciuta come picco del diavolo, e costeggia il giardino della villa. Dopo pochi metri alla nostra sinistra la chiesa dei Santi Vito e Modesto a Bellosguardo, poi il Prato dello Strozzino, che si trova su in incrocio con via di Bellosguardo e via di San Vito.
Per chi fosse curioso, a dritto poche decine di metri ci sarebbe la salita dove avvenne il miracolo al Granduca Pietro Leopoldo, ma nel nostro tour dobbiamo però piegare tutto a destra su via di San Vito. In pochi passi raggiungiamo Villa lo Strozzino, da cui il nome del Prato. La strada diventa lastricata a pietra e stretta tra romantici muretti a secco, praticamente rimasta identica a com’era secoli fa. La discesa si fa sconnessa e ripida e bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi; tuttavia merita fermarsi ad ammirare il panorama, stavolta sul versante opposto al centro. In tutto il loro splendore appaiono i rioni del nostro quartiere: Monticelli, Soffiano, Legnaia, Isolotto, Cintoia, Ugnano, ma anche la citttà di là dall’Arno, con le Cascine e Novoli dove l’armonia del paesaggio viene rotta dalla bruttura del nuovo tribunale.
Si continua a scendere su via di San Vito. Dietro il muretto alla nostra sinistra c’è la fonte di San Francesco, la cui acqua è conosciuta come miracolosa. Purtroppo è chiusa in una proprietà privata. Dopo poco la strada torna più ampia e carrozzabile. All’incrocio con il viuzzo di San Vito, ci manteniamo su via di San Vito sulla destra, percorrendola tutto sino ad arrivare a largo del Boschetto e via di Soffiano, che prendiamo a destra per tornare al punto di partenza.