Bundu e Palagi: «Dove manca un corretto confronto tra chi governa e chi vive il territorio non c’è spiegazione tecnica che valga»
Continua dall’opposizione la richiesta di chiarimenti sugli alberi abbattuti all’Isolotto. Se martedì Fratelli d’Italia aveva protestato sul taglio e sulle modalità di esecuzione in via de’ Bassi, pochi giorni dopo ha fatto clamore l’abbattimento di via dei Rododendri. Ma a contestare le modalità operative e la mancanza di informazione alla cittadinanza, si è mossa fin da subito anche Sinistra progetto comune.
«Prima dell’emergenza Covid-19 fu fatta una Commissione con i tecnici del Comune – spiega il consigliere di Quartiere 4 Zolesi – che ci illustrarono che la politica del Comune è quella di ripiantare un numero uguale se non addirittura superiore di alberi rispetto a quelli abbattuti. Il fatto è che i nuovi alberi vengono quasi sempre piantati da altre parti rispetto al luogo dove sono stati abbattuti; quindi il cittadino se lo vede sparire da sotto casa, senza sapere che viene ripiantato in un’altra parte della città. Comprensibilmente quindi è preoccupato. Ma questo, in alcuni casi, viene fatto a ragion veduta dai tecnici: se un albero è malato e non viene abbattuto rischia di contagiare anche quelli vicini. E in quel punto non può essere ripiantato un albero perché il terreno potrebbe essere stato contaminato dall’albero malato e infettare quello nuovo».
«È vero che, se alcuni di questi tagli sono molto urgenti, per altri si poteva aspettare un periodo successivo; tuttavia il problema non sta tanto nelle motivazioni tecniche, ma in quelle comunicative – continua Zolesi – I cittadini non vengono informati degli abbattimenti in modo adeguato. In questo momento d’emergenza Coronavirus, però, non mi sento di impallinare l’amministrazione per una mancata comunicazione, perché comprensibilmente è molto difficile fare una comunicazione corretta alla cittadinanza. Tuttavia è un problema che avevamo già sollevato in passato: sarebbe necessario, per il futuro, un cambio di impostazione. Lo dico senza polemica e nell’impegno, da parte di tutti, a tenere i toni pacati. Devo dare atto, inoltre, a una buona apertura della maggioranza del Quartiere 4 in questa direzione».
«La partecipazione è l’unico modo che i cittadini hanno per essere informati e per controllare quello che fa l’amministrazione comunale, che, anche in buona fede può sbagliare – conclude il consigliere – Voglio però fare un sentito ringraziamento a tutti gli uffici tecnici e a tutti gli operatori del quartiere, perché stanno lavorando, come sempre sotto organico, nel gestire questo periodo d’emergenza».
Una precisazione che il consigliere di quartiere fa dopo il comunicato congiunto con i consiglieri comunali Bundu e Palagi dello scorso giovedì, dove già si metteva in luce l’importanza di una politica partecipata nella gestione del verde:
In queste settimane di emergenza pandemia abbiamo registrato numerose volte la preoccupazione della cittadinanza, in merito all’abbattimento o alle potature di alberi, mentre non era possibile uscire di casa.
Ci è stato risposto dall’amministrazione che si sta proseguendo con gli interventi ritenuti urgenti, anche se questa urgenza – aggiungono i consiglieri comunali di Sinistra Progetto Comune Antonella Bundu e Dmitrij Palagi ed il consigliere del Quartiere 4 di sinistra Progetto Comune Filippo Zolesi – sarebbe programmata da tempo e risulterebbe poter essere ovviata nel caso in cui un auto in sosta impedisse l’intervento.
In questi giorni più voci si sono alzate per chiedere spiegazioni in merito a degli interventi nel Quartiere 4. Abbiamo chiesto all’Amministrazione spiegazioni e verificato direttamente le ragioni di questa protesta.
Il punto fondamentale – aggiungono Bundu, Palagi e Zolesi – è individuare un metodo diverso di confronto con la cittadinanza sul tema del verde e degli interventi sugli alberi.
Dove manca un corretto confronto tra chi governa e chi vive il territorio non c’è spiegazione tecnica che valga.
Con questo comunicato vogliamo confermare anche pubblicamente il nostro impegno ad avere tutti i dettagli dei principali interventi contestati in queste settimane.
Si è scelto di far lavorare le persone sotto emergenza Covid-19, mentre dalle proprie case una parte di cittadinanza osservava con senso di frustrazione