I lavatoi di via Canova
In via Canova a Firenze, nella zona dell’Isolotto, alcuni vecchi lavatoi testimoniano come questa piana fosse abitata ben prima della sua cementificazione
In via Canova, a pochi metri dal tabacchi Il Cicchino, nei pressi del Centro Commerciale Esselunga, si trovano questi vecchi lavatoi. Recentemente ristrutturati ma spesso degradati da qualche incvile che vi butta cartacce e sporcizia, per secoli sono stati invece utilizzati dalle massaie per lavare i panni, ben prima dell’arrivo delle lavatrici e dell’acqua corrente in casa. Essi sono inseriti nell’area dei cosiddetti “palazzoni blu“, che molto hanno fatto discutere in passato sulla scelta estetica di questi condomini certo più adatti al contesto della Riviera Adriatica piuttosto che dell’Isolotto.
Questi lavatoi tuttavia sono la testimonianza di come la zona fosse abitata ben prima della sua cementificazione e raccontano un Isolotto rurale abitato da contadini. O per meglio dire, di una vasta e fertile pianura, per secoli anche paludosa, che ancora non si chiamava Isolotto. Sì, perché adesso per estensione tutta la zona compresa nel triangolo tra l’asse di Viale Talenti – Fi Pi Li e la Greve viene chiamata Isolotto in maniera molto generica, ma come ben sappiamo ogni rione ha il suo nome e finanche ogni podere ce l’aveva. Questi lavatoi si trovavano nel borgo de I Bassi, così chiamato perché è posto in una depressione più bassa dell’argine dell’Arno stesso, soggetto perciò a frequenti inondazioni prima della costruzione dell’Argingrosso. Il borgo era collegato per mezzo di via del Saletto a quello vicino di Cintoia, diviso addirittura in due rioni: Santa Maria a Cintoia e San Bartolo a Cintoia.
A parlarci poi di quella fertile pianura agricola, orto di Firenze, punteggiata di borghi, sopravvivono ancora case coloniche. E proprio al servizio di questi contadini e dei residenti in questi piccoli borghi stavano i lavatoi. Questi, forse gli ultimi sopravvissuti nel quartiere, possiamo presumero fossero a servizio del borgo dei Bassi, rimasto quasi intatto. A pochi passi inoltre c’è ancora un fienile, con le classiche finestre traforate a mattoni e una colonica; al di là dall’incrocio, un’altra grande colonica, quel complesso che ora è diventata la Fattoria dei Ragazzi, la testimonianza per antonomasia di quell’Isolotto rurale. Ma questa è una storia che merita un capitolo a sé…