Spesa e farmaci a domicilio con la Rete di Solidarietà
Le buone notizie ai tempi del Coronavirus - Come funziona il servizio dei volontari delle parrocchie che vanno in farmacia e al supermercato per anziani e malati
Il 4 maggio ha allentato le restrizioni imposte dal lockdown, ma l’emergenza Coronavirus rimane. Così per chi è anziano o malato le piccole necessità quotidiane possono essere veramente un problema. Prime tra tutte, andare in farmacia o al supermercato. E la Rete di solidarietà del Quartiere 4 (cui abbiamo dedicato un servizio) si è rizzata più che mai sui pedali: fin dall’inizio dell’emergenza è infatti attiva nella spesa e consegna farmaci a domicilio alle eprsone più fragili
«Abbiamo attivato la consegna a domicilio della spesa alimentare e dei farmaci – ci dicono dalla segreteria di piazzetta san Sepolcro – Il servizio gratuito è sempre riservato ai residenti con più di 65 anni, immunodepressi oppure con patologie croniche. La telefonata viene accolta in Rete dai volontari che si informano sul bisogno. Nelle prime settimane dell’emergenza Covid-19 le telefonate erano cariche di ansia e preoccupazioni, da una parte se i servizi erano attivi, dall’altra su come funzionano e se fosse davvero gratuito. Confortato l’utente, accertatosi delle sue condizioni e riempite le necessarie documentazioni, il volontario passa il caso al referente della parrocchia più vicina a livello logistico. I tempi di consegna dei farmaci sono in genere molto veloci e in giornata, per la spesa in media due giorni ma anche prima. Dopo i primi giorni le persone riconoscono sia chi risponde al telefono per scrivere la lista, che chi va a fare la spesa come figure amicali e punti di riferimento. Così vengono chiesti ulteriori servizi sui bisogni come andare alla posta».
Fondamentali le convenzioni attivate con i supermercati di zona: «La Rete del Q4 ha inoltre attivato delle convenzioni con la Pam, la Cooperativa di Legnaia e la Coop di Ponte a Greve, in modo tale che i volontari possano fare una spesa protetta. Non un “Salta la fila”, per intenderci, ma la possibilità di entrare o prima dell’orario di apertura del negozio. In altri casi, si inviano le liste spesa al negozio che provvede, così i volontari si limitano ad andare a ritirare le buste spesa. Questo metodo è stato attuato per una maggiore sicurezza sia dei volontari che della comunità con la quale anche da lontano comunque si rapportano. È stata optata la scelta di anticipare il costo della spesa (per evitare il più possibile le situazioni a rischio di contaminazioni) della persona che si rivolge alla Rete Q4. Inizialmente avevamo posto un limite di 30 euro, per lo scarso budget a disposizione; poi grazie alla generosità e disponibilità dei volontari, oggi non c’è più nessun limite. Questo ha diminuito la frequenza delle spese, ottimizzando anche le risorse umane. I volontari contattano la persona che deve ricever la spesa telefonicamente prima di andare a casa sua, identificandosi e dando la cifra esatta della spesa; il ricevente prepara una busta con il corrispettivo e insieme stabiliscono poi come avverrà lo scambio. Quando il volontario suona alla porta si identifica nuovamente, in modo che che non vi siano dubbi o malintenzionati che possano approfittarne».
Per lo scambio si sono trovati i modi più fantasiosi: «In questo periodo l’ingegno viaggia molto: c’è chi cala il cestino, chi manda i soldi in ascensore, lo scambio attraverso la finestra e altro ancora. Comunque sempre tutto in armonia con le disposizioni per evitare contaminazioni».
Anche per le medicine, molto si deve anche alla disponibilità degli esercizi di zona: «C’è una buona collaborazione con le farmacie, spesso fanno saltare la fila ai volontari. In particolar modo l’Antica Farmacia Pegna di via Lunga ci prepara i farmaci e in caso di bisogno ce li consegna direttamente in Rete Q4. Tutto questo, anticipando il costo dei farmaci in modo che i volontari possano partire direttamente per le consegne; solo a fine consegna, si provvede a mettersi in pari con la farmacia. Il supporto di Humanitas nel ritirare i farmaci è fondamentale».
C’è poi il problema dei confini comunali: «Prezioso è anche il supporto di un volontario, tassista, che può ritirare ricette fuori territorio, a Scandicci, e portarle a persone che abitano nel Quartiere 4. Si occupano inoltre di intermediare pacchi alimentari tra Scandicci e Firenze».