Il Gasometro del Pignone
Se siete passati da via dell’Anconella avrete sicuramente notato una curiosa struttura circolare, vi siete mai chiesti che cosa è?
Si tratta del Gasometro del Pignone. Il gasometro è una struttura ideata nel XIX secolo dall’ingegnere scozzese William Murdoch per immagazzinare il gas di città, che serviva sia per l’illuminazione pubblica che per usi domestici.
Nella seconda metà del Settecento l’area lungo la riva sinistra dell’Arno, immediatamente all’esterno di Porta San Frediano, cominciò a popolarsi, grazie alla presenza di un piccolo porto fluviale in cui arrivava il carbon fossile spedito dall’Inghilterra. Un quartiere in espansione in cui, nel giro di qualche anno, vennero costruite la Fonderia ed il Gasometro del Pignone.
Nel gennaio 1839 il governo granducale concesse alla società Mongolfier, Bodin e Compagni la gestione degli impianti che avrebbe costruito per l’erogazione del gas. Il Gasometro del Pignone fu installato nel 1846, con lo scopo di immagazzinare e regolare la pressione del gas ricavato dalla distillazione del carbon fossile, impiegato per usi domestici, riscaldamento e per la nuova illuminazione pubblica che era andata a sostituire quella ad olio.
Alla base vi era un serbatoio per l’acqua profondo 9 m, sopra il quale si erigeva una struttura circolare costituita da 16 colonne metalliche alte 15 m, i condotti del gas, sormontate da altrettanti bulbi che rappresentano della fiamme e danno alla struttura un aspetto particolarmente aggraziato. Le colonne servivano da guida verticale per lo scorrimento di un’enorme campana di di copertura del gasometro. Il gas man mano che veniva prodotto veniva immesso nella campana che si alzava o abbassava per mantenere costante la densità e la pressione del gas.
Nel 1933 la Società Toscana Azienda Gas decise di trasferire gli stabilimenti a Rifredi.
Il Gasometro del Pignone, uno dei rari monumenti di archeologia industriale, tutelato in quanto non solo parte del nostro passato, ma anche del nostro patrimonio culturale e scientifico, è diventato un centro di aggregazione sociale per bambini, anziani e tossicodipendenti. Se passate da via dell’Anconella, fermatevi dieci minuti e concedetevi una veloce visita a questa struttura, auspicandone, come noi, un recupero che ne vada a sottolineare l’importanza: un museo di archeologia industriale, con percorsi scientifici e laboratori didattici per bambini e ragazzi.