Banco alimentare: «Richieste molto aumentate, donate cibo»
C'è bisogno soprattutto di prodotti secchi (pasta, legumi farina, scatolette, alimenti per neonati...). Boom di richieste anche per la fascia media in difficoltà.
L’Italia bloccata dall’emergenza Covid 19 sta colando a picco non solo a livello sanitario, ma anche economico. Se chi ha un contratto da dipendente annega nell’attesa della cassa integrazione, le Partite Iva sono messe pure peggio: aziende chiuse, incassi inesistenti e 600 euro se va bene a chi a regime Inps. Per i liberi professionisti, iscritto alle casse professionali, peggio ancora. Ancora un passo, anzi, dieci, più in là, il mondo di chi vive ai margini: chi non ha un lavoro, chi non ha una casa. I poveri si fanno ancora più poveri. E pure la classe media rischia di precipitare nella povertà.
Ce lo ribadiscono ogni giorno i Tg. Misure emergenziali; e d’altra parte non c’è altra strada per frenare la pandemia. Non uscite di casa se non per fare la spesa. Ma sono tanti i fiorentini che la spesa non riescono proprio a farla. Tuttavia c’è chi pensa anche a loro: il Banco alimentare, che da 30 anni si occupa di raccogliere e distribuire cibo per chi non riesce a far fronte. Da piccolo banco è cresciuto nel tempo, diventando una realtà importante e strutturata che riesce a rifornire capillarmente dal grande magazzino logistico alla Mercafir. Una capillarità che, in questa crisi, non riesce più a garantire. Adesso che le richieste si moltiplicano e intervenire è sempre più difficile lancia un appello:
«In queste settimane, sia alla nostra mail che alla nostra pagina Facebook, ci arrivano ogni giorno dieci – quindici richieste nuove, di persone che richiedono assistenza alimentare, perché hanno perso il lavoro – spiega Viviana Verdiani, una delle coordinatrici – E chissà quante altre ce ne sono, di persone bisognose, che ancora non hanno richiesto, forse perché si vergognano. C’è stato un avvicinarsi della famiglia di fascia media, che tra cassa integrazione e attività chiuse si trovano in difficoltà. Soprattutto le famiglie numerose con bambini in età scolare o di pochi mesi, non arrivano neanche a metà mese. A queste persone dobbiamo dare un’immediata risposta. Ci facciamo lasciare un recapito telefonico, l’indirizzo e la composizione della famiglia, per poi metterli in contatto con il punto di distribuzione più vicino. Tante associazioni che distribuiscono i nostri prodotti hanno chiuso a causa dell’emergenza Coronavirus e non riescono ad arrivare ai propri assistiti, ma altre sono aperte»
«Siamo rimasti pochi ma non ci possiamo fermare in questo momento – prosegue Verdiani – Fortunatamente abbiamo degli studenti universitari che fanno i volontari nel magazzino, smistano gli alimenti che ci arrivano dalla Gdo e si occupano sia della distribuzione alle associazioni rimaste attive, sia delle consegne a domicilio alle case di riposo; sono aiutati da Andrea, il ragazzo del Servizio civile regionale e sono di grande supporto ai tre dipendenti operanti in magazzino e ai quattro degli uffici amministrativi e di foundraising. Ci sta aiutando molto poi l’Esercito: i militari del Vittorio Veneto, con i loro mezzi ci danno un prezioso supporto a recuperare gli eccessi di magazzino dalle aziende»
«Ciò di cui necessitiamo di più in questo momento sono la pasta, i prodotti a lunga scadenza in genere e alimenti per l’infanzia, che sono particolarmente costosi – conclude Viviana – Molte delle aziende che collaborano con noi e che donano sono attualmente chiuse. L’ appello a donare prodotti alimentari (a lunga conservazione) perciò è rivolto non solo ai cittadini, ma anche a tutte quelle aziende che in questo periodo non riescono a vendere la propria produzione. L’azienda recupera l’Iva sulla donazione alimentare e il prodotto ha una seconda opportunità, finendo sulle tavole di chi ha bisogno. Si stanno attivando i Coc, centri operativi comunali, che interverranno con i prodotti dell’Unione Europea; ma c’è una burocrazia dietro a tutela del consumatore che va seguita e rispettata, quindi i tempi non sono immediati».
«Abbiamo sempre più’ bisogno di aiuti e di attenzione affinché il Banco possa continuare a lavorare e a donare a oltre 600 associazioni della Regione che si occupano di sostenere le persone con problemi economici – aggiunge Gianna Celestini, volontaria – Le attività del Banco alimentare proseguiranno regolarmente e abbiamo avuto, a questo proposito, l’autorizzazione dall’assessore alla Salute e Welfare di Regione Toscana Stefania Saccardi. Tutto questo sempre nel rispetto delle misure igienico-sanitarie previste dal decreto ministeriale per limitare la diffusione del Covid-19. Il banco ha celle frigorifere e mezzi propri per poter effettuare ritiri da aziende del territorio e in questo momento sarebbe utile avere molti prodotti secchi (pasta, legumi, farina e farinacei in genere), pensando realisticamente che l’emergenza sarà protratta per buona parte d’aprile».