Il segretario uscente, ricandidato e riconfermato Marco Di Bari lo scorso sabato al Congresso di Monticelli ringrazia tutto gli iscritti al Comitato Libertà Toscana in un lungo discorso in cui espone il suo programma di mandato per il partito toscanista, incentrato sullo spirito di Comunità:
Ringrazio tutti i presenti. Si apre questo secondo congresso di CLT con l’intento di andare verso l’Autogoverno dei territori in Toscana, in Italia, in Europa, dappertutto. Oggi 21 settembre del 2019, a due anni e mezzo dal primo congresso fondativo del 4 marzo 2017, siamo qui a ripercorrere brevemente le tappe dalla fondazione del nostro movimento, per dire chi siamo diventati, cosa vogliamo, dove stiamo andando e di chi vogliamo essere al fianco. Ringraziamenti Lasciatemi ringraziare prima di tutto le persone che insieme a me hanno lavorato con umiltà, dedizione e con quello che ritengo il primo requisito per fare politica oggi, volendo veramente cambiare le cose: la perseveranza. Per primi voglio dire grazie a (ordine alfabetico) Loris Degli Esposti, Simone Montagnani, Paolo Puccioni, e soprattutto al presidente Mauro Vaiani per la sua costanza e dedizione alla causa. Facendogli gli auguri per il suo compleanno – che è statodue giorni fa – ringrazio Gianfranco Polvani e tutti gli attivisti di CLT e coloro si sono candidati alle recenti amministrative in Toscana in particolare quelli che hanno lavorato a Livorno, Barberino Val d’Elsa e Firenze, con Fabrizio Valleri e le persone di Libera Firenze. Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato e dialogato con CLT per il loro impegno. Ringrazio infine coloro che si sono iscritti e coloro che si candidano oggi sostenere il lavoro attivo di Comitato Libertà Toscana. Tutti quanti per il valore umano dimostrato. Passi In questo tempo sono stati fatti alcuni passi che per le nostre forze sono spesso sembrati sfide, a cominciare dalla registrazione ufficiale di CLT come partito con atto notarile, il 14 luglio 2017, data rivoluzionaria, ma decisa dal notaio. Abbiamo creato il nostro manifesto, che sono gli 11 punti, lo statuto, un simbolo, una traccia dei temi su cui lavorare: il libro bianco-rosso. Abbiamo pensato un sito web (ringrazio Manuela Aloi e Laura Federici e poi Giacomo Bartalesi). Forse non sembrerà di primo acchito, ma ogni passo è stato studiato, discusso e, vedendo anche altri esempi, scelto. Abbiamo pensato al futuro senza dimenticare le radici.
L’Autogoverno sono le comunità che governano i propri territori. Questa è la nostra natura politica, questo deve essere il contenuto coerente dei nostri atti e delle nostre decisioni. L’Autogoverno è la proposta con cui vogliamo ripensare la società. Sì, abbiamo il coraggio di proporre un ripensamento della società: una struttura che parta dalla comunità a misura d’uomo e in modo sussidiario e solidale rivolga uno sguardo d’insieme alla Toscana, all’Italia e all’Europa. Ci ispiriamo agli stati più piccoli o agli stati confederati (come quelli che formano la Svizzera), ma non ci lasciamo sviare dalla forma, perché l’autogoverno è la sostanza. Autogoverno è miglior organizzazione. Non è fantascienza, esiste già a pochi km da noi, in molte regioni e province autonome d’Europa. E vogliamo territori autonomi almeno come il Trentino. Delle comunità strutturate dal basso per governarsi ed essere in rete tra di loro, che rispettino gli individui ed al tempo stesso perseguano l’interesse collettivo. Nel piccolo può essere possibile ciò che nel grande non lo è: nella comunità le culture – anche politiche – si incontrano: socialismo, liberalismo, anarchismo… smettono di essere etichette e bandiere ideologiche astratte e convivono perché la forza della convivenza è il rapporto diretto tra le persone. Questo è anche il seme della democrazia. Rivoluzioni.
Partiamo non dalla distruzione e dalla critica negativa ma dall’amore per la nostra terra. Nelle nostre città, nei nostri borghi, diamo alle comunità locali la gestione dei servizi pubblici. Centri civici di prossimità, che includano servizi amministrativi di base (la burocrazia si riumanizza), ma anche un punto sanitario con consultorio, tecnici che conoscano ciò su cosa devono lavorare, e persino un giudice conciliatore. Questo vogliamo. Lo abbiamo detto nella nostra Rivoluzione Rionale e Rivoluzione Paesana: dare alle comunità l’autogoverno e la corresponsabilità della scuola di vicinato, il giardino, gli alberi e ciò che è necessario per la vita di ogni giorno. Alcuni sociologi e intellettuali indicano da tempo che tessere rapporti umani e creare delle comunità locali è un modo per rendere più umana la globalizzazione. Questo da solo non basterebbe perché una comunità rischierebbe di restare una “riserva indiana” chiusa in se stessa. Ebbene, noi vogliamo dare alla comunità locale la dignità e il potere di decidere il proprio presente… che poi decidere il presente è preparare il futuro. Decidere come meglio strutturarsi e organizzarsi, non soltanto ottenere qualche servizio erogato dall’alto e da altrove.
Ci piace parlare di comunità perché è il nucleo per ripensare la società. Ferdinand Tönnies (noto sociologo allontanato dalla sua università nel 1934 per la sua opposizione al nazismo) nel suo Comunità e Società distingue tra due forme: la comunità si forma per aggregazione e partecipazione spontanea, cioè si fonda sulle relazioni sociali e sul senso di appartenenza, mentre la società “è una costruzione artificiale, un aggregato di persone che solo superficialmente assomiglia alla comunità, (anche qui gli individui vivono pacificamente gli uni accanto agli altri). Però, mentre nella comunità gli esseri umani restano essenzialmente uniti nonostante i fattori che li separano, nella società restano essenzialmente separati nonostante i fattori che li uniscono”. Se guardate alla nostra vita di oggi, tutto pare andare contro i rapporti sociali. Le città diventano più care e meno vivibili, molti quartieri gentrificati o – nelle città d’arte – dedicati al turismo di massa ormai non solo relegato nei centri. I borghi degradano per mancanza di servizi o comodità. Si moltiplicano tristi quartieri suburbani, periferie per i poveri o, per i meno poveri, anonimi villaggi di villette a schiera in cui tornare la sera dopo il lavoro, ripartire la mattina fino al parcheggio scambiatore in città, senza incontrare nessuno. Dormitori. Lottiamo per dare un nuovo impulso alla vita di relazione. Un senso di appartenenza può rinascere sempre spontaneo, ma possiamo e dobbiamo incoraggiarlo, salvando l’identità, la lingua, la cultura, i prodotti di quella terra. Non lo stato di polizia o le telecamere: le relazioni sociali e la presenza delle persone per le strade sono la vera sicurezza. Quella per cui adulti, donne e bambini possono andare a piedi senza paura.
Quindi l’Autogoverno di tutti, dappertutto, è in questo momento storico la possibilità di ripensare la società e affrontare le sfide del futuro. La portiamo avanti, con umiltà, ricordando sempre l’insegnamento del buongoverno di Pietro Leopoldo, cercando sempre di vedere le questioni da un lato pratico e con buonsenso, guardandole da tutti i possibili punti di vista, sempre pronti a correggerci. Per portare avanti un progetto così grande e su queste basi Comitato Libertà Toscana è pronto al dialogo ovunque. Siamo strutturalmente un movimento politico predisposto all’incontro e alla collaborazione con tutti. Ma con attenzione! Gandhi diceva che “Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine a un albero; e tra mezzo e fine vi è esattamente lo stesso inviolabile nesso che c’è tra seme e albero.”. Per questo, per coerenza con il nostro modo di pensare, i nostri passi sono lontani dai partiti centralisti italiani, da cui non può nascere democrazia. Passi che ci hanno portato, invece, ad incontrare delle forze politiche nate in altri territori italiani con le stesse idee, la stessa passione per costruire un futuro diverso. Con quelle che sono le nostre forze sorelle, alcune delle quali sono qui oggi (altre ci hanno mandato un messaggio dai loro territori), abbiamo intrapreso un dialogo che ci sta facendo crescere.
Impegno Dialogare è quindi il nostro modo di procedere. A CLT interessano i contenuti e le possibili battaglie comuni. Su questo ci troviamo anche con molte liste civiche, per le quali è più facile immediato capire di cosa stiamo parlando, di problemi concreti e come risolverli sul territorio. Così è nata la lista indipendente Libera Firenze, fondata insieme a Fabrizio Valleri, con la sua esperienza di lotta dentro il suo quartiere, e con Francesco Re e Paolo Celebre, promotori dell’appello “Per salvare Firenze”, e con tanti altri ambientalisti e attivisti civici. Così il dialogo a Livorno con Città Diversa e Marco Cannito ha portato alla candidatura di Mario Borsellini. E così a Barberino Val D’Elsa – Tavarnelle abbiamo con entusiasmo sostenuto con Progetto Futuro la candidatura di Michele Bazzani, che è stato eletto consigliere. Ricordo anche, in breve, che prima di lanciarci in questi impegni elettorali, ci siamo messi a studiare e a promuovere riflessioni culturali, in cicli dal titolo “L’Autogoverno s’impara”. In diversi appuntamenti abbiamo affrontato temi generali e locali come autogoverno nel diritto costituzionale comparato, le catene del debito pubblico, le monete fiscali, l’autonomia della scuola in generale e l’autonomia degli studenti, la prevenzione ambientale a partire dall’esperienza dei piccoli comuni e dei territori autonomi, la difesa dell’ambiente della piana fiorentina. Ne faremo ancora, più avanti continueremo a parlare di ambiente, di urbanistica partecipata, di liberalismo e autogoverno, di socialismo e autogoverno, di storia, di riforma dell’Europa e dell’Eurozona, di anticolonialismo e in definitiva di ricerca di una più profonda giustizia e quindi di una pace più duratura fra tutti i popoli. D’ora in avanti Ripensiamo il futuro. La Toscana si autogoverna. La Toscana ha piccoli governi al suo interno. L’Italia molti popoli. Riprendiamoci territorio, ambiente, lavoro, scuola, sanità ma anche la democrazia, sempre più soffocata da scelte bloccano il potere nelle mani di pochi, lo centralizzano anche geograficamente. Guardate ad esempio le leggi elettorali in vigore: sempre più complicate e ingiuste, a favore dello status quo. E potete vedere ogni giorno che ne fanno del potere, ogni governo sappiamo come andrà a finire, ogni decisione della UE sappiamo che sarà presa senza ascoltare i territori. Perché dicono spesso che ci propongono un futuro, e anche noi lo vogliamo, ma da un’altra parte, in direzione ostinata e contraria (per citare De André, anche per il suo impegno sulle radici e la lingua della sua Genova).
Questo introduce ai propositi. Alleati ed EFA Vogliamo dare al dialogo con le nostre forze sorelle la maggior concretezza possibile. Abbiamo chiesto di poter entrare nella Alleanza Libera Europea – European Free Alliance, che ha accettato la nostra domanda e dopo un periodo di osservazione e discussione ci aspettiamo una risposta positiva. L’Alleanza raggruppa movimenti che sostengono la politica dell’indipendentismo o forme di federalismo o di autogoverno per i territori, le regioni, le cosiddette nazioni senza stato d’Europa. Forze civiche Vogliamo continuare il dialogo intrapreso con le forze civiche e ambientaliste dei territori toscani che siano ostili al centralismo e aperte mentalmente ai nostri concetti di autogoverno, per formare un fronte comune per le prossime regionali del 2020. Una lista regionale distinta e distante – lo ripetiamo – dai partiti nazionali centralisti.
A tutti coloro che amano la Toscana vogliamo far considerare quale sia il futuro più umano: bloccare il consumo di suolo e proporre opere per i cittadini e l’ambiente, non per i costruttori a tutti i costi; convertire alcune opere assurde come la stazione Foster in luoghi verdi, per la qualità della vita. No alle false partecipazioni di popolo, le cui scelte vengono poi tradite. Fermiamo i falsi “ambientalisti” che propongono un aeroporto dove non ci sta, in uno dei luoghi più inquinati d’Europa, l’abbattimento degli alberi in città e dei boschi in campagna. Il progresso non sta nel consumo crescente di tutto ma nell’intelligenza di pensare a con chi e cosa conviviamo, a come stiamo vivendo, a come vivremo. Vogliamo ripensare e riorganizzare, dal basso, tutti i servizi in cui il centralismo ha fallito: rifiuti, sanità pubblica, scuola, verde, acqua (che oggi è partecipazione di amministrazioni locali ma è gestita come se fosse privata).
Diamo forza a un’agricoltura sostenibile, alle ditte e aziende locali. Rivediamo criticamente tutto quello che riguarda biomasse, geotermia, inquinamento elettromagnetico, il cattivo operato dei consorzi di bonifica. Conclusioni In conclusione, questo è il congresso delle braccia aperte verso tutti i toscani di nascita o di elezione, che vogliano valorizzare il proprio territorio. È un invito: partiamo dalle necessità concrete di chi vive qui, tutti gli esseri viventi compresi. Non ci fidiamo di chi decide da una scrivania facendo calare le decisioni dall’alto, spesso astratte, prese con presunzione, per non dire con arroganza, prepotenza e al tempo stesso per servire interessi di pochi o pochissimi. Faremo caso a dove vive chi decide per il vostro territorio e la vostra vita. Diffideremo di chi non vive le conseguenze delle proprie decisioni. Chi è qui. Comitato Libertà Toscana esiste insieme agli altri, l’Autogoverno come forma di altruismo.
Ringrazio di cuore tutti i presenti, tutti quelli che ci hanno seguito anche solo sulle reti sociali, tutti gli amici civici e ambientalisti della Toscana, tutte le forze sorelle degli altri territori d’Italia e d’Europa. In questo ringraziamento, in questo cuore c’è tutta la nostra forza propositiva per il futuro.