La protesta in via Sernesi via Canova e via Pampaloni: un minuto e mezzo per avere il verde al semaforo pedonale, che dura solo 5 secondi. Anziani costretti a correre per attraversare. ILVIDEO
La nuova pista ciclabile non è utilizzata, ma ha portato disagi, lunghe code e tolto parcheggi da via Pampaloni
Tornano a protestare i cittadini in via Canova, via Sernesi e via Pampaloni e alla base di tutto c’è ancora lei, la tanto contestata pista ciclabile. Ma stavolta il centro del problema è il nuovo impianto semaforico tra le tre vie la scintilla che causa la rivolta. Cosicché ci è arrrivata una pioggia di segnalazioni dai cittadini, tutte riportanti la solita lamentela: il semaforo ha tempi biblici e il verde per i pedoni non dura niente. In più si formano code interminabili sia per la regolazione assurda del semaforo, sia per la riduzione della carreggiata stradale dovuta alla pista ciclabile. Che per giunta non è utilizzata da nessuno.
«È la pista ciclabile a causare il disagio – ha spiegato il pizzaiolo in via Pampaloni – Hanno rovinato una strada. Io sto qui davanti a questi semaforo da tanti anni e posso dirle con cognizione di causa. Questa è una strada di collegamento, riceve il traffico in uscita dalla Fi Pi Li, Da via Baccio da Montelupo, da Cintoia. È molto transitata. E cosa hanno fatto? Hanno ridotto la carreggiata con la pista ciclabile. Ovviamente si formano code. Per una pista ciclabile che poi non usa nessuno: io sto davanti a questa vetrina tutto il giorno e vedrò passare forse neanche dieci biciclette».
E in effetti ci sembra un esagerazione: nei quarantacinque minuti che siamo stati a raccogliere testimonianze all’incrocio, neanche una bici sulla ciclabile, nonostante la bella giornata primaverile e l’ora di punta delle 17:30-18 del pomeriggio. Così, paradossalmente, la tanto sbandierata soluzione dell’incentivo alla mobilità lenta per l’ecologia otttiene l’esatto effetto contrario: ingorghi, auto ferme in coda, sgassate, inquinamento e smog, a tutto danno della salute e della qualità della vita dei residenti e dei commercianti: «Pensare che di là dalla strada, nel prato, c’è già una pista ciclabile – continua sconsolato l’artigiano dela pizza indicando una stradella nel giardinetto tra via Pampaoni e la ex Campolmi – Che senso ha aver fatto questa ciclabile? Sarà lunga un chilometro ed è costata un milione di euro. Qui potevano lasciare la strada più ampia, potevano lasciare i parcheggi che c’è pure la scuola vicino e adesso le mamme e le nonne non sanno più dove parcheggiare quando vanno a riprendere i bambini. C’è traffico dalla mattina alla sera, adesso».
Tuttavia se i (rarissimi) ciclisti forse hanno avuto un vantaggio da questa vicenda, il vantaggio è stato a discapito non solo della demonizzata categoria degli automobilisti, ma anche e soprattutto dei pedoni. Perché è chi va a piedi, a essere penalizzato da questa vicenda. In primis gli anziani e i disabili: «Il passaggio pedonale dura cinque secondi – conclude infine il commerciante – Come fanno gli anziani?»
«Già, come fanno? È una follia! – interviene una signora che ha appena attraversato la strada, con il fiatone –ho preso il tempo: 1 minuto e 28 secondi il rosso e appena 6 secondi il verde (in realtà 5 secondi dal nostro test, ndr vedi il video in fondo all’articolo) È così da circa una settimana.I pedoni sono disperati, attraversano con il rosso. La pista ciclabile è troppo larga, sembra un autodromo, bastava la metà della larghezza! ha portato solo traffico e disagi».».
«Sì – aggiunge un’altra signora – Adesso che è bello, figuriamoci quando pioverà chi vorrà aspettare un minuto e mezzo sotto la pioggia che scatti il verde. Bisogna sempre aspettare che ci scappi il morto?»
«Il verde per i pedoni dura davvero troppo poco, spesso i clienti se ne lamentano», ha confermato il gelataio di via Canova
«Da quando hanno regolato così il semaforo, sono costretta a passare da via Modigliani ogni giorno, nonostante io abiti a San Bartolo a Cintoia – lamenta la signora del Caf vicino all’angolo con via Torcicoda –Se passassi da via Canova, la strada che sarebbe più logica e più breve, non arriverei più».