Dopo 35 anni chiude lo storico The Gate pub di San Frediano
Questo sabato 30 giugno la festa di addio
Chiude lo storico The Gate pub di borgo San Frediano. Dopo 35 anni di onorata attività, chiude uno degli ultimi pub veri, dai toni caldi e scuri, tutto legno e tanto calore. Un baluardo del rione, luogo intimo, quasi un’osteria nostrana, aspetto inglese e anima sanfredianina. Chiude il simbolo di un’epoca, in una Firenze che viene sempre più fagocitata dallo stucchevole stile ipocritamente minimal di american bar e lounge bar tutti bianchi e asettici.
Questo sabato 30 giugno 2018 sarà l’ultima serata, il canto del cigno del The Gate. Un grande festa per tutti i clienti di queste tre decadi e mezzo di birre spillate, whisky serviti, sorrisi mai negati.
Ci perdonerete se per cinquanta metri il locale non entra nei confini del nostro Quartiere, se i puristi considerano un fuori zona, ma chi è stato adolescente negli ’90 e 2000, sa come questo luogo fosse nel cuore di chi abita anche fuor di porta e non solo per i Sanfredianini in senso stretto. E poi si sa: Pignone, Monticelli, Legnaia, sono la naturale espansione di San Frediano. C’è un solo cuore. Non potevamo non andarli a trovare, portarvi il loro saluto. E così ieri ci siamo precipitati.
Entriamo, un mercoledì sera qualsiasi. Anzi: l’ultimo mercoledì del The Gate. L’atmosfera è quella di sempre. Gli affezionati clienti di ogni giorno al bancone, qualche tavolo di ragazzi qua e là. Dallo stereo, Lucio Dalla sta cededendo il passo a Eskimo di Guccini. Ci sentiamo subito a casa, riportati ai tempi dell’università. Chi ci accoglie è Duccio, uno dei cinque dipendenti.
«Siamo tutti dispiaciuti, ma consapevoli che questo posto ha avuto una bella storia – haa detto subito Duccio – Particolare, colorita, com’è il rione in cui ci troviamo, San Frediano, ma bella. La vedo un po’ come quando muore un nonno: sei dispiaciuto, ma sai che la sua vita l’ha vissuta».
Quella di sabato sarà una festa d’addio, ma non sarà una festa triste: «Ci saranno tutti i clienti, daglin inizi del pub a oggi – spiega il ragazzo – Ci fa piacere chiudere l’ultima sera con tutte le persone che amano San Frediano e che hanno voluto bene al The Gate, anche per ringraziare il gestore e Francesca, la responsabile dello staff, che hanno dato l’anima per questo posto».
Non mancheranno quei clienti che qui avevano trovato la loro taverna, il luogo dove venire la sera per stare insieme. Il vero senso dell’english pub.: «È importantissimo che continuino a esistere posti come questo a Firenze – ha continuato Duccio – Un posto per star bene, semplice, dove tutti sono accolti. È ed è sempre stata questa la nostra filosofia, qui dentro. Tutto il personale ci ha messo il cuore». Già, il personale. Cosa ne sarà di questi cinque lavoratori? «Abbiamo tutti delle proposte di lavoro», rassicura.
Così, nel momento che tutti fanno a gara ad aprire locali in San Frediano, nuova via della movida che in questo borgo si fa sempre più radicalchic e meno autentica, uno dei locali che portava lo spirito indigeno, familiare di San Frediano chiude. Ma il motivo non è la concorrrenza con i tanti arrivi, perché l’utenza, il range, qui era sicuramente un altro, fuori dai giri modaioli: «Per noi di San Frediano non c’è concorrenza, tra le attività del rione c’è amicizia, viviamo lo stesso ambiente, ci capiamo».
«Il gestore deve prendere un po’ di tempo per se stesso», afferma il barman. Ma quando gli facciamo presente che la voce che si dice nel rione è quella che il locale chiuda per una richiesta al rialzo del canone di affitto del fondo al rinnovo del contratto con la proprietà, non risponde, ma il gesto di assenso lascia poco spazio all’immaginazione che questo sia uno dei motivi della decisione. Così il The Gate tirerà giù il bandone. Per adesso rimarrà uno spazio vuoto. Nessuno sa cosa verrà qui. Se rimarrà un buco nero come il vicino Eolo o se verrà l’ennesimo lounge bar bianco e asettico. In quella San Frediano degli artigiani e delle osterie dove si beveva una brocca di vino a cento lire.