Il casottino del vecchio distributore di viale Aleardi è stato occupato. Risse e personaggi che defecano in strada.
Residenti e lavoratori di viale Aleardi: «situazione insostenibile». La Maison d’Artiste in prima linea per riportare decoro e sicurezza in zona
Il casottino del vecchio benzinaio all’angolo tra viale Aleardi e via Burchiello è stato occupato da mesi da senza fissa dimora. Ne hanno forzato il bandone e sono entrati dentro, facendone un alloggio di fortuna, in barba a regole e sicurezza. Fosse solo povertà, si potrebbe forse chiudere un occhio. Ma la questione va ben oltre. È la goccia che fa traboccare il vaso un’escalation di degrado e microcriminalità in zona. Personaggi che defecano tra le auto in sosta, ubriachi in giro, residenti molestati e minacciati da questuanti. Ripetute segnalazioni, ma la situazione persiste.
Residenti e lavoratori di zona sono allo stremo. Si sentono impotenti, hanno paura. Hanno il terrore di esporsi. Interpelliamo un signore del vicinato: «Sono ben conscio della situazione – ha risposto intimorito – ma non voglio rilasciare alcuna dichiarazione. Qui mi conoscono… capite. Rischio ritorsioni. Non sapete con che gente si ha a che fare qui in viale Aleardi… Provate a sentire qualcun altro, magari. Io non voglio dirvi nulla…».
Mentre l’associazione Maison d’Artiste, che ha sede proprio qui, all’angolo tra via Burchiello e viale Aleardo Aleardi ci ha contattati proprio per ricevere voce su questo problema concreto, di cui nessuno però vuole parlare. Un atelier che si occupa di portare l’arte sul territorio del nostro quartiere, anzi, in tutta Firenze. E che non a caso ha sede proprio qui, nello storico rione del Pignone, a due passi dal centro, incastonato tra quella San Frediano fucina di arte e cultura e il Monte Oliveto, collina sospesa tra bellezza e spiritualità che è stato luogo di riflessione prediletto dai più grandi artisti fiorentini. Un gioiello il Pignone, dove la cultura è andata sempre di pari passo all’architettura e all’industrializzazione buona, quella non alienante. Quella dove arte e artigianato si fondono in nome del comune denominatore dell’ingegno.
«Ci occupiamo di bellezza. Perchè l’arte è bellezza. E il bello in una città deve essere tanto dentro quanto fuori – ha spiegato la presidente Benedetta De Angelis – In una città come Firenze, il bello non deve essere solo dentro le mura. Cerchiamo di unire i cittadini, gli inquilini, chi in città lavora. Cerchiamo di far capire che è importante porre attenzione alla realtà che ci circonda, che non si può guardare solo al proprio, ma è necessario collaborare, tutti insieme. Per questo abbiamo deciso di farci sentire, noi per primi. Uno dei nostri principi è che educare è autoeducazione. Tutto ciò che è degrado e incuria, è un argomento che ci sta a cuore».
«Non ce l’abbiamo con nessuno – ha continuato De Angelis – Tuttavia, cerchiamo di portare avanti i nostri principi, non solo su carta, ma in concreto, coinvolgendo le persone. Non può l’anziano avere paura a uscire, non può il bambino pestare la cacca di una persona incivile. Oltretutto, non è solo una questione di degrado, ma anche di igiene. Le malattie sono state debellate proprio con l’igiene. Si parla di prevenzione, ma sinché si lascia defecare questi personaggi davanti ai nostri portoni, il rischio sanitario è concreto. Abbiamo visto tornare anche i topi nei mucchi di immondizia che vengono lasciati da queste persone».
«Il personaggio che ha occupato il casottino del distributore di benzina, è un senza fissa dimora italiano ben noto in zona – ha detto la presidente dell’Atelier Maison d’Artiste – Un soggetto molesto, che oltre a richiamare altri ubriachi, defeca in strada e fa spregi imbrattando muri e macchine con gli escrementi. Lascia cumuli di immondizia e dorme lì dentro, senza alcuna tutela della sicurezza sua e del vicinato. Ai mucchi di immondizia si aggiungono anche i sacchi che vengono lasciati regolarmente vicino ai cassonetti, anche questi vicinissimi al casottino. Siamo sui viali di circonvallazione di Firenze! Rifanno la strada, ma non levano questa disscarica? È una zona paesaggisticamente tutelata! Pochi giorni fa è venuta Alia a disinfettare. Ma la situazione non è stato affatto risolta. Ci sono montagne di spazzatura. Che fine hanno fatto quelle scritte sull’ asfalto dove invitavano al “no all’ abbandono degli oggetti ingombranti” e “no agli escrementi dei cani”? Cani no e uomini si?».
«E questo non è tutto, anzi, forse è il meno. Vediamo qui in questa piazzetta giro di droga e di ubriaconi. – ha continuato – C’è molta gente che non viene più qui la sera perché ha paura. Qui facciamo incontri culturali, studi, musica; i nostri soci che hanno visto queste scene, hanno timore e sono imbarazzati. Ma hanno paura anche gli anziani e i disabili del vicinato, i soggetti più deboli, che sono i più molestati con richieste di spiccioli. Qui accanto c’è un asilo, i bambini devono vedere e subire tutto questo? Come possono le mamme chiedere ai figli di portar rispetto, di non gettare la carta in terra e quant altro, quando c’è a chi è permesso? Come facciamo a sensibilizzare le persone quando intorno non c’è l’esempio da imitare? È un contro senso, un’incoerenza che danneggia anche chi ha buoni propositi».
«Tra i vari altri spregi e dispetti che questi soggetti fanno, c’è poi anche quello di staccare la corrente alle macchine etettriche messe in carica. Ho fatto segnalazione al Quartiere come presidente dell’ associazione, ho ricevuto risposta che era stato informata la Polizia Municipale – ha concluso – ma nella sostanza non è cambiato nulla».
Minacce e paura diffusa nell’aria. Tutti vorrebbero che si facesse qualcosa, pochissimi ci vogliono mettere la faccia. «Lavoro qui da tanti anni – ha raccontato un lavoratore della zona che vuole rimanere anonimo – E lotto con questi personaggi da altrettanti. Sono sempre le solite persone. Anche quello che ha occupato il chiosco del benzinaio, ormai da più di un anno, è un soggetto che prima bazzicava i dintorni. Era un senzatetto di piazza Pier Vettori. Ora se non altro senza tetto non è più, ha quel tetto lì. Ma è pericoloso, non può essere lasciato così. Mica c’è solo lui poi; ci sono tante altre persone che bivaccano, spacciano, bevono, si drogano. Sono in molti a lamentarsi. Soprattutto le eprsone anziane non escono più quando rabbuia. È necessario un maggior passaggio di forze dell’ordine soprattutto nelle ore pomeridiane e serali, quando questi personaggi sono nella loro fase più pericolosa, in piena botta di alcool e droga».