STORIE DI ARTIGIANI – Uno degli ultimi orologiai della vecchia scuola: Lorenzo Berlincioni, in grado di riparare orologi antiquari, pendoleria antica e costruire da zero un orologio, ha il suo laboratorio proprio a Legnaia
Da quasi quarant’anni c’è una bottega artigiana a Legnaia che, è proprio il caso di dirlo, scandisce i momenti più importanti degli abitanti dei rione. È la gioielleria orologeria Lorenzo Berlincioni di via Antonio del Pollaiolo 15/r. Un negozio che dal ’79 ripara con maestria quegli orologi antichi ereditati dai nonni, accompagna nella scelta gli oggetti più preziosi, suggella i matrimoni degli innamorati. Ma è una storia di competenza e amore per il proprio mestiere che parte almeno dieci anni prima.
«Ho iniziato a lavorare in un piccolo laboratorio di orologeria che avevo appena 15 anni, nel ’69 – racconta Lorenzo Berlincioni – grazie a mio fratello faceva già questo lavoro. Dopo un breve periodo ebbi la fortuna di essere assunto dal laboratorio Mori Gino di via Romana, che era il non plus ultra dell’orologeria a Firenze: quando uscivi di lì avevi fatto la migliore formazione che si potesse avere nel settore. Esistevano delle gerarchie: chi iniziava veniva messo nell’ultimo banco, poi mano a mano che andava via quello al primo banco, si scorreva al banco successivo. Così si imparavano tutte le fasi, dallo smontaggio dell’orologio fino alla sua completa realizzazione. Addirittura costruivamo gli arnesi specifici per il lavoro. Nel ’76 partii militare; quando tornai, nel ’77, fui tra i primisssimi a fare un corso di formazione specifica sulla orologeria elettronica della Ebauche. Lavorai ancora due anni da dipendente, poi sentii che era maturo il tempo per tentare l’avventura di mettermi in proprio: così, nel ’79, qui dove prima c’era una parrucchiera, aprii il mio laboratorio di orologeria. Appena aperto, subito iniziai a lavorare per altri sei negozi che mi mandavano orologi a riparare. Ma ero comunque aperto anche al pubblico e il pubblico cominciava a chiedere non solo riparazioni, ma anche vendita di orologi, poi di gioielli. Così nell’82 ho fatto il negozio di gioielleria. Il negozio così come lo vedete ora però è arrivato nel ’97, quando lo abbiamo completamente rinnovato, rendendolo più moderno e ancora più accogliente».
Una lunga storia al servizio del rione che, nonostante le difficoltà del settore, vede ancora Lorenzo e sua moglie Simonetta lavorare ed essere richiesti, grazie alla competenza acquisita in decenni di esperienza: «Nei primi anni c’era tanto lavoro di riparazione, ora il mercato è cambiato. Prima con l’arrivo degli orologi al quarzo, poi con quello dei cellulari, che hanno fatto perdere a molti l’abitudine dell’orologio. Ma grazie alla nostra pluridecennale esperienza, grazie all’essere rimasti tra i pochi a saper mettere le mani su tutta l’orologeria, anche quella antica su cui pochissimi sanno lavorare con competenza, grazie all’ottimo nome che ci siamo fatti noi lavoriamo ancora. Spesso molti dei lavori che ci portano sono tentativi di riparazione fatti da altri laboratori senza esperienza, che fanno più danni che benefici: quasi sempre però noi riusciamo a risolvere anche i casi più disperati. Qui dal negozio passano orologi molto antichi, pendoleria antiquaria e oggettti antichi di secoli – dice Lorenzo mostrandomi un prezioso orologio a cipolla di inizio ‘800 – Il settore orafo in generale sta subendo una forte contrazione a causa dell’andamento globale della crisi, a questo si aggiunge la concorrenza dei centri commerciali e di internet. Ma noi fortunatamente ne risentiamo molto poco, perché facciamo un servizio al cliente che i grandi store non potranno mai fare: sappiamo consigliare il cliente, sappiamo farlo uscire soddisfatto, sappiamo dire se conviene riparare un oggetto oppure no, siamo in grado di realizzare gli interventi di riparazione più delicati. Abbiamo una clientela fedele ed eterogenea, fidanzati, collezionisti, regali per matrimoni e battesimi, giovani e anziani, imprenditori e operai.. gli unici che non passano – scherza Lorenzo – per fortuna, sono i politici!».
Tra le difficoltà però emerge lo scarso senso di sicurezza che colpisce la categoria: «Abbiamo subito due rapine a mano armata, una nell’88 e una nel 2000. Si vive in un continuo stato di tensione, sempre controllando chi si avvicina alla vetrina, il rischio è sempre dietro l’angolo».
Tuttavia è un lavoro in cui ci sono ancora margini e Berlincioni incoraggia i giovani: «Certo, nell’orologeria è calato molto il lavoro, certo, non si può campare solo di riparazioni e bisogna necessariamente affiancare anche il negozio di gioielleria. Ma è un lavoro che si può fare e dà delle sodddisfazioni. Prima però bisogna fare tanta esperienza, ci vuole un’eccellente preparazione e sicuramente tanta passione!»