Tutto l’amore di Firenze per Canapone: la storia del cammello delle Cascine
La cammella ospite dell'ex piccolo zoo delle Cascine è diventata un'icona dell'immaginario collettivo dei fiorentini
Anche Firenze fino agli anni ’80 ha avuto il suo giardino zoologico, seppur piccolo rispetto ad altri grandi zoo italiani. E come alcuni ricorderanno questo mini serraglio si trovava alle Cascine, lungo l’attuale Viale dell’Aeronautica. Era gestito direttamente dal comune di Firenze e gli animali che vi si potevano osservare rappresentavano principalmente la fauna europea.
Le memorie dell’epoca raccontano che nel piccolo zoo erano ospitati un‘aquila reale, una volpe, scoiattoli, varie specie di volatili, un laghetto con le anatre e una voliera di gazze ladre, alle quali i bambini si divertivano a dare delle monetine luccicanti su cui si avventavano repentinamente.
Vi erano inoltre un airone chiamato Gambalunga, un tasso detto Musetto, un esemplare di cinghiale femmina nominata Esmeralda e la cerva Matilda. Non mancavano in ogni caso anche alcuni mammiferi più esotici come i porcellini d’india, una famigliola di macachi arrivati da chissà dove e la vera superstar dello zoo, il cammellino “Canapone”.
Il piccolo cammello diventato poi una vera icona dell’immaginario collettivo fiorentino era un’esemplare femmina, era stato soprannominato così perché al momento del suo arrivo sulle rive all’Arno, nell’aprile del 1959, venivano festeggiati i cento anni dalla fuga del Granduca Leopoldo II, detto infatti Canapone per la sua capigliatura di colore opaco. Tale tonalità tra l’altro richiamava anche il folto manto del ruminante in questione.
L’esemplare fu regalato dal direttore circense Fernando Togni al comune di Firenze per una delle ricorrenze popolari più note, ovvero la Festa del Grillo. Fu così che nei primi giorni di maggio, dopo essere stata presentata al debutto del circo Togni installato per l’occasione alla Fortezza Da Basso, con tanto di foto di rito con i giocatori della Fiorentina e protagonisti del primo scudetto del ’56 Sergio Cervato e Giuseppe Chiappella, la cammellina sfilò in testa al corteo circense alle Cascine acclamata dalla folla dei presenti accorsi per la Festa del Grillo.
Canapone rimase poi così allo zoo delle Cascine, accompagnata nei primi mesi con la sua mamma, chiamata Granduchessa. Per sette anni e mezzo fu l’attrazione nell’attrazione, dato che i fiorentini, dai più grandi ai più piccini, la adoravano ed ogni occasione era buona per andare a trovarla, coccolarla e nutrirla. Era divenuta l’animale più famoso del piccolo zoo.
Arrivò poi il 4 novembre 1966 e quella porzione delle Cascine fu inondata dalle acque del Mugnone, affluente dell’Arno. Alcuni animali sfondarono reti e recinti, come Esmeralda e Matilda che riuscirono a salvarsi. Ma Canapone, come altri animali purtroppo, non ce la fece e morì annegata. Il suo corpo fu ritrovato il giorno dopo con il dispiacere di un’intera comunità. Dopo sette anni e mezzo la passeggiata domenicale per andare a trovare Canapone divenne soltanto un ricordo, ma non per i bambini che continuavano lo stesso a portare frutta e pane secco al suo recinto. Gesti di un amore indissolubile, tanto che il Circo Equestre Palmiri, commosso dall’affetto mostrato dai fiorentini per la dolce cammellina, regalò due dromedari alla Città del Giglio.
Lo zoo fu restaurato in forma ridotta, con aggiunta di anche altri animali esotici.
Ma purtroppo quel luogo non era più lo stesso luogo senza Canapone, e nel 1986 chiuse definitivamente i battenti. La memoria della presenza del simpatico animale è rimasta indelebile tra i fiorentini, tanto che negli anni scorsi era stata lanciata una petizione dalla pagina Facebook Vecchia Firenze Mia per installare una statua in suo onore là dove una volta sorgeva il suo recinto. Ma il ricordo di Canapone, pur senza monumento per adesso, è destinato comunque a restare fervido e iconico per tutti i cittadini fiorentini, anche nella mente chi non l’ha mai conosciuto.
La maggior parte delle foto sono state tratte dalla pagina Facebook Vecchia Firenze Mia