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Bellosguardo, parte il restauro del Pozzo del Saracino

Il pozzo in piazza di Bellosguardo, ora lasciato all'incuria, deve il nome al fatto che qui si giocava nel Medioevo la Giostra del Saracino, proprio come ad Arezzo

In piazza di Bellosguardo, all’angolo con via Piana, c’è un pozzo dimenticato, che cela storie e leggende antiche: è il Pozzo del Saracino. Dimenticato, ma solo fino ad oggi, poiché arriva annuncio di un suo restauro: forse tornerà agli antichi splendori

Ne abbiamo già più volte parlato in passato, ma giova ricordare la storia del suo curioso nome. Nome per niente raro in Toscana, le cui coste al pari di altre d’Italia altre d’Italia subivano invasioni di pirati arabi.  Per esorcizzare la paura di quello che era il più temibile nemico, fiorirono un po’ ovunque nel Medioevo, le giostre del Saracino. La più nota è certamente quella di Arezzo, di cui ci parla anche Dante nella divina commedia:

“Io vidi già cavalier muover campo,
e cominciar stormo a far lor mostra,
e tal volta partir per loro scampo;
corridor vidi per la terra vostra,
o Aretini, e vidi gir gualdane,
fedir torneamenti e correr giostra;
quando con trombe, e quando con campane,
con tamburi e con cenni di castella,
e con cose nostrali e con istrane”

(Inferno, Canto XXII, 1-9)

pozzo del saracino bellosguardo

Si tratta di un’antica competizione cavalleresca, nata probabilmente come allenamento militare e poi ricreata a scopo ludico e di esibizione di forza e abilità da parte dei cavalieri. Nel gioco l’eroico soldato a cavallo doveva colpire lo scudo di un fantoccio di un nemico saraceno (detto Buratto), arrivando al galoppo. Il che non era affatto semplice. Ma era affatto semplice perché… pure il fantoccio del saraceno era armato! Nel medioevo si sa le macchine da guerra e i giochi violenti piacevano, e questo non poteva far eccezione. Insomma, il gusto stava proprio nel rischio di vita dell’eroe. Il Buratto non solo era infatti girevole e dotato di un sistema a molla, ma era anche dotato del mazzafrusto, la temibile arma che appare in tutte le caricature dei guerrieri medioevali: una palla di ferro chiodata, collegata da una catena a una mazza. Essa era detta anche flagello d’arme ed era probabilmente un’arma di origine contadina, derivata, per così dire, dalla customizzazione delle antiche fruste usate nella battitura del grano. Il risultato per il nostro saraceno, è che dopo il colpo, caricato con la spinta del colpo inferto dal cavaliere, ristornava velocemente indietro assestando un violento colpo di mazzafrusto, che l’eroe doveva evitare.

Anche intorno al nostrano pozzo di Bellosguardo, riporta la tradizione orale, che si giocasse la Giostra del Saracino, anche se qualche dubbio è stato sollevato. Fatto sta che l’antica piazza era conosciuta nel medioevo  col nome di Belvedere al Saracino, evidentemente perché i panorami che si godono a questa collina già erano apprezzati a quell’epoca.

pozzo del saracino bellosguardo (3)

Sul pozzo fu apposta una lapide nel 1952 con i nomi di vari personaggi storici che avevano abitato nei secoli qui in piazza di Bellosguardo; questa è stata spostata poi sul muro vicino al cancello di Villa dell’Ombrellino, forse proprio per le condizioni in cui grava il pozzo, che ora si presenta malridotto e consunto dalle ingiurie del tempo e dell’incuria. Ma sembra stia per tornare a nuova vita, giacché il Comune ne annuncia il restauro per cui sarebbero state recuperate le risorse. E non solo per questo pozzo,ma per tanti altri monumenti “idrici” di Firenze, fontane e fontanelli.

“Con Feel Florence – ha detto l’assessore all’Ambiente e turismo Cecilia Del Re – abbiamo sostenuto il progetto del libro dedicato alle fontane storiche che sarà presentato sabato al Conventino e abbiamo reso queste fontane disponibili in opendata per mettere a disposizione dei cittadini un patrimonio monumentale diffuso. Per andare alla scoperta delle fontane si sono sviluppati anche itinerari dedicati, promossi dalle guide turistiche all’interno del progetto Firenze insolita, mentre sono in corso  interventi di manutenzione straordinaria che vanno anche a tutela dell’ambiente”.

“Andiamo avanti con gli interventi di manutenzione straordinaria per ridare bellezza e funzionalità alle fontane storiche fiorentine – ha detto l’assessore ai Lavori pubblici Titta Meucci -, monumenti minori ma dal fascino tutto particolare. Sono in manutenzione le fontane delle rampe e del Nettuno con appalti specifici, mentre le restanti fontane sono inserite nella manutenzione programmata; inoltre nel bando Pnrr sui giardini abbiamo proposto un intervento per il Vittorio Emanuele. È poi in corso il completamento della fontana Regina Vittoria al parcheggio delle Cascine. Si tratta di interventi di manutenzione straordinaria, attenti anche all’ambiente con lavori agli impianti di controllo dei sistemi di alimentazione idrica”.

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