Legnaia, un’antica storia a luci rosse: lo Spedale del Cappone
Nell'antico ricovero per viandanti erano soliti avvenire disordini tra uomini e donne
Vi abbiamo parlato in precedenza dello spedale del Cappone, fondato fuori le mura di Firenze nel XII secolo da ser Buonamico della nobile famiglia Capponi nell’antico borgo di Legnaia, all’altezza della località La Federiga, quasi all’incrocio con l’attuale via delle Muricce.
Si trattava di un piccolo spedale, in principio detto della Povertà, appartenuto sempre ai Capponi e destinato al ricovero di infermi (leggi anche: Spedali fiorentini, un’esperienza plurisecolare di assistenza), viandanti e peregrini che si trovavano a transitare lungo l’antica via Pisana. La struttura era organizzata in due abituri, o vani, destinati uno all’accoglienza ed un allo spedalingo, nominato sempre tra gli eredi della famiglia Capponi e addetto alla sorveglianza affinché l’accoglienza fosse sempre buona e senza sconcerti, ossia i disordini dovuti dalla vicinanza di uomini e donne.
Il primo abituro era composto da una una sola grande camera dimezzata da un muretto divisorio, che separava la sezione degli uomini da quella delle donne. Ogni sezione disponeva di due letti ciascuna. E di questi sconcerti, disordini, o brevi flirt a luci rosse come possiamo definirli nel linguaggio moderno, ne devono essere davvero accaduti nello spedale del Cappone. A testimoniarlo è la relazione di un ispettore inviato dai Capitani del Bigallo, dalla quale emerge che:
“…essendovi un muro divisorio fra la camera degli uomini e quella delle donne, il quale non è tirato fino al palco mancandovene circa tre braccia e trattandosi di poca altezza con somma facilità potrebbe scalarsi e seguire de disordini i quali per evitare, giudicherei proprio far chiudere così tal facile accesso fra l’una e l’altra camera”.