Si riaccende – ma è più opportuno dire, non si è mai spenta – la protesta dei residenti contrari alla costruzione della nuova chiesa di Ponte a Greve nel campone. La questione era riemersa lo scorso febbraio dopo un decennio (Leggi Nuova chiesa di Ponte a Greve, si riaccende il dibattito ) quando un comitato di residenti, lamentandosi di essere inascoltato dall’amministrazione, scrisse una lettera alla nostra redazione avvisandoci che si era prossimi a un punto di arrivo: la permuta di alcuni terreni tra Curia e Comune che avrebbe dato il via all’edificazione della chiesa sul grande parco che divide l’abitato di San Lorenzo a Greve dal centro commerciale Coop, costruzione cui gran parte del rione si opponeva. Di fatti di lì a pochi giorni arrivò la delibera (Leggi: Chiesa di Ponte a Greve, approvata la delibera per la permuta dei terreni ).
Cominciò un botta e risposta tra Diocesi e comitato, il pugno duro della Maggioranza che porta avanti la decisione di cementificare l’area del campone, promettendo la realizzazione di altri giardini (però più distanti dall’abitato di San Lorenzo a Greve, il principale sarebbe sulla collinetta dietro all’area di scarico del centro commerciale), e la levata di scudi delle Opposizioni a fianco del comitato. Fin da subito fiancheggiarono il Comitato Sinistra progetto comune, Fratelli d’Italia e Movimento 5 stelle.
Oggi il Comitato Area Verde san Lorenzo a Greve ha portato al sindaco 1600 firme di persone contrarie alla cementificazione del parco e annuncia di voler continuare la battaglia. Chiede un vero percorso partecipato e rilancia le proprie soluzioni alternative, precisando di non essere contrari alla costruzione del luogo di culto in sé, più che legittima come servizio essenziale del rione; ma di essere contrari alla costruzione della chiesa al posto del verde, proponendo piuttosto altre aree già edificate da recuperare.
Le opposizioni, in maniera bipartisan, chiedono a gran voce che si ascoltino i residenti. Fratelli d’Italia e Sinistra progetto comune infatti continuano la battaglia dai banchi di Palazzo Vecchio e Villa Vogel.
“Il nostro non è un no alla chiesa, ma un sì a salvare un’area verde pubblica – precisano subito il capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune Alessandro Draghi con il capogruppo al Q4 Leonardo Masi – Ci sono altre possibilità per collocare il nuovo centro parrocchiale a San Lorenzo a Greve, migliori di quella prevista dal Comune di Firenze. Il “campone”, come è familiarmente chiamato dai residenti, è un giardino molto grande; si deve arrivare all’Argingrosso per averne uno più ampio. Notevole di attenzione è appunto lo zelo degli abitanti nel volerlo conservare. Negli ultimi dieci anni l’area ha subito una forte urbanizzazione: il centro commerciale e le nuove case a Ponte a Greve, ma soprattutto nei prossimi anni vedrà tanti altri interventi: l’ex caserma dei Lupi di Toscana, l’ex area Margheri, il parcheggio scambiatore, il Palawanny e gli impianti limitrofi; il verde pubblico non è un accessorio ma un bisogno primario per questa zona della città”.
“Abbiamo assistito sulla stampa giusto ieri al dibattito interno al Pd sui fondi per la nuova piscina al Cavallaccio, che a molti provoca mal di pancia perché anche in quel caso andrebbe a sottrarre un prato in una zona fortemente antropizzata – aggiungono i consiglieri meloniani – Presentammo durante la discussione sulla delibera di “permuta di aree poste in Firenze località San Lorenzo a Greve” un ordine del giorno che invitava l’amministrazione comunale a dare seguito ad un percorso partecipativo dei comitati di zona e a riqualificare l’area fra le vie (Detti, Zazzeri, Case Nuove, Bugiardini) al fine di trovare una migliore collocazione alla nuova chiesa di San Lorenzo a Greve per preservare l’area verde non edificandola”.
“Quando il Consiglio comunale ha votato sul futuro dell’area verde di San Lorenzo a Greve ogni nostro emendamento è stato bocciato: la maggioranza però si è votata un ordine del giorno che chiedeva partecipazione – Queste le dichiarazioni di Antonella Bundu e Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune, Filippo Zolesi di Sinistra Progetto Comune Quartiere 4 e Manuela Fialdini Sinistra Italiana Firenze (che è anche tra i membri del comitato dei residenti) – Ed eccola arrivata, forte di oltre 1600 firme della popolazione residente nella zona, che hanno bisogno di un giardino, non di un altro edificio, adibito al culto religioso in questo caso (ovviamente non una moschea, quella resta una promessa mancata per il Comune di Firenze)”.
“Non c’è nessun elemento di ostilità clericale: le cittadine e i cittadini non sono membri della Giunta durante la discussione su Costa San Giorgio – continua l’opposizione da sinistra – Ritengono però possibile trovare soluzioni diverse e le hanno proposte, a partire dall’utilizzo dei terreni della Curia in via Detti. Anche per evitare di interrompere la continuità del verde, sottraendola dalla disponibilità di chi non ha alternative in zona. La richiesta di incontro parla dell’«unico spazio di verde pubblico rimasto nella zona». Vogliono un incontro con il Sindaco per capire insieme quali strade alternative praticare. Visto che l’ambiente e il verde risultano tra le priorità declamate da chi governa Firenze, insieme alla partecipazione, ecco un’occasione importante per dimostrare la capacità di confrontarsi con la cittadinanza”.