Non ne possono più gli ambulanti dei mercati, costretti alla chiusura dalle restrizioni imposte per il contenimento della pandemia da Covid-19. Ieri 1300 furgoni del banchi hanno sfilato per la città, per chiedere la riapertura dei mercati, l’annullamento del suolo pubblico e l’apertura di un tavolo di crisi del settore. La manifestazione, promossa dall’associazione di categoria Assidea, è partita dal mercato di Pistoia, poi, dall’Osmannoro, ha attraversato Ponte all’Indiano, Isolotto, piazzale Michelangelo ed è arrivata davanti al Consiglio Regionale. “Mai più mercati chiusi, #ilmiolavorounicoristoro“, lo slogan issato sui furgoni e sui vessilli degli ambulanti. Una delegazione del direttivo di Assidea è stata ricevuta dal Prefetto di Firenze Alessandra Guidi
Un’adesione dai numeri impressionanti, che ha paralizzato il traffico, ma anche acceso i riflettori e dato dignità a un settore dimenticato, quello dei commercianti dei mercati, in particolare quelli in particolare quelli del comparto extralimentare, ancora più colpito e che viaggia a singhiozzo da oltre un anno. Gli esercenti sono arrivati da tutta la Toscana per affermare con forza il loro diritto di tornare a lavorare e misure di sostegno adeguate.
Per questo gli ambulanti richiedono la riapertura immediata di tutti i mercati per tutte le categorie merceologiche, l’annullamento del pagamento suolo pubblico fino al 31 dicembre 2021, un anno fiscale bianco con interventi sulla parte contributiva, misure sostegno concreto al settore e l’attivazione di un tavolo di crisi per il commercio ambulante.
«Una adesione altissima da tutta la Toscana come mai si era vista per il nostro settore – ha spiegato il presidente Assidea Alessio Pestelli – e che dimostra come quello delle mancate riaperture e della mancate misure strutturali di sostegno, sia un problema reale, urgente e non più rinviabile. Adesso è il tempo di dire basta alle chiusure che, di fatto, penalizzano quasi esclusivamente gli ambulanti e i mercati ed è arrivato il momento di prendere le decisioni: si riaprano i mercati, si annulli il versamenti del suolo pubblico fino a fine anno e si apra un tavolo di crisi per il settore. E ora che la politica torni a fare scelte nell’unico interesse delle sue imprese e dei suoi cittadini. I mercati all’aperto sono luoghi sicuri. Ci scusiamo ancora una volta con la città per i disagi creati, ma l’unica responsabilità è di una politica sorda incapace di ascoltare i bisogni reali del Paese».