Per tutti gli amanti della bicicletta c’è una bella novità: sarà realizzata una ciclopista che congiungerà l’Argingrosso a Badia a Settimo, a Scandicci. Una ciclabile che, se considerata nel suo complesso integrato con il parco delle Cascine e le altre aree verdi, piste e sentieri lungo l’asse dell’Arno, realizzati o in progetto di realizzazione, costituirà uno dei sistema ciclopedonali più sviluppati e articolati d’Europa.
Non una novità il collegamento in sé, poiché di fatto, già adesso buona parte dell’argine dell’Arno è coperto da un sentiero ciclopedonale che segue prima lungarno dei Pioppi e via dell’Isolotto, passa sotto il viadotto dell’Indiano e riprende di là dalla Greve, fino a Lastra a Signa, anzi, fino a Porto di Mezzo, attraversando il parco fluviale. Ma a parte il problema di essere troncato nel mezzo dalla foce della Greve, a oggi è in alcuni tratti una viottola dissestata e fangosa in caso di pioggia, spesso invasa dalla vegetazione. La novità è che oltre a risistemare il fondo stradale e mettere in sicurezza la pista, ora come ora è difficilmente praticabile in diverse parti se non in mountain bike, si agevolerà anche l’attraversamento della Greve con un tratto di ciclabile lungo via del Poderaccio fino al ponte nuovo di Mantignano. Altra ipotesi, potrebbe però persino essere la realizzazione di una nuova passerella sulla Greve.
La ciclopista Firenze Scandicci consentirà di avere una lunga pista ciclabile lungo l’Arno, collegata a quelle già esistenti, per cui si potrà andare da Badia a Settimo (e poi comunque si può anche proseguire tutto lungo l’argine sul sentiero che arriva fino a Lastra a Signa) con le ciclopiste in riva sinistra dell’Arno, cioè dall’Argingrosso, fino all’Albereta e poi verso la pista del Girone. Se si considera poi la pista ciclopedonale già esistente sulla riva destra, che dalle Cascine, arriva ai Renai, e i collegamenti tramite la passerella dell’Isolotto, del ponte all’Indiano e quella che collegherà il Poderaccio con via Pistoiese alla futura realizzazione del parco Florentia, nonché il ponte del Giglio tra Lastra a Signa e Signa (che è diventata la novella dello stento, ma prima o poi arriverà, si spera) si potrà fare un lungo anello tra le due sponde, più o meno esteso a seconda di quanto si desideri, ponte-ponte. Inoltre il percorso è già naturalmente predisposto con le altre diramazioni che si snodano per la città: tramite le Cascine la pista lungo i viali di circonvallazione, oltre a quella di via Massa e quella di via dei Platani che si snodano per tutto il quartiere. Potrebbe quindi diventare anche un asse di collegamento importante per i pendolari che si muovano da e per Scandicci e la sua zona industriale.
«Il progetto nel tratto del Comune di Firenze andrà da via dello Scalo di Peino (al confine comunale di Scandicci) fino alla pista esistente, che dal Ponte all’Indiano raggiunge la foce del fiume Greve in località Argingrosso – annuncia il Comune – Il sistema integrato Ciclovia dell’Arno rappresenta l’asse portante del sistema delle vie ciclabili della Toscana, nonché il più lungo percorso ciclopedonale in via di realizzazione in Toscana».
La sistemazione della ciclopista costerà un milione e 200mila euro, di cui circa 900mila euro sul territorio fiorentino (800mila di contributo regionale e il resto a carico del Comune di Firenze) e 300mila su quello di Scandicci. Il progetto che ha ottenuto il finanziamento della Regione Toscana nell’ambito del Fondo sviluppo e coesione per integrare il sistema ciclabile metropolitano delle ciclovie in riva sinistra d’Arno.
«La Regione Toscana ha ammesso a finanziamento il progetto che abbiamo presentato per la ciclopista Firenze Scandicci – ha detto l’assessore all’Ambiente Cecilia Del Re -. Un intervento per integrare il sistema ciclabile cittadino e metropolitano delle ciclovie in riva d’Arno e proseguire nelle azioni per la valorizzazione di percorsi di mobilità dolce in grado di ridurre gli impatti ambientali legati agli spostamenti. Abbiamo calcolato che l’utilizzo della ciclopista comporterà un ulteriore abbattimento di 1.692 tonnellate annue di anidride carbonica nell’atmosfera».