5 luoghi tra mescite ed enoteche dove trovare buon vino nel quartiere senza senza svenarsi
Quella dei vinai el buon vino a Firenze è una tradizione. Per questo sin da tempi antichi i vinaini in città spuntavano come funghi. Prova ne sono le buchette del vino nei portoni del centro storico, addirittura tutelate dall’apposita Associazione Buchette del Vino che ne ha censite ben 141. Ma quali sono nel nostro quartiere le mescite e le enoteche dove ancora è possibile trovare buon vino, possibilmente senza veder piangere il portafoglio? Riportiamo qui cinque luoghi tra Isolotto e Legnaia dove trovare vino buono a prezzi ragionevoli.
“Il Rifugio di’ Vino“ è un vinaio alla vecchia maniera che Alessio Innocenti ha aperto da pochi anni in via Dosio 43. Qui è possibile trovare, oltre a vini sfusi e in bottiglia, anche una selezione di salumi di qualità. «La mia bottega è un incrocio tra mescita e salumeria – racconta Alessio –. Il vino è una cosa che mi è sempre piaciuta, ma quando ho deciso di aprire, mi sono fatto aiutare da un amico enologo e sono partito avvantaggiato. I vini sfusi sono sia toscani che di altre regioni italiane, tra questi tengo anche dei vini frizzanti. Inoltre ho una buona scelta di vini in bottiglia. Punto tutto sull’alta qualità a un prezzo giusto: cerco perciò prodotti ottimi da tenere a un prezzo popolare».
A poche centinaia di metri, in via Bronzino 46R c’è però un altro Alessio che ha aperto la sua bottega di vinaino, che ha appena festeggiato un anno: “La Piccola Botte – Vini sfusi di qualità” di Alessio Boretti. «Ho aperto il 31 ottobre 2015 e il bilancio è positivo – dice Boretti –. Sono arrivato da poco a Monticelli, anche se sono di zona, perché sono di Casellina, ma nel rione mi vogliono già tutti bene e mi hanno accolto con calore. La passione per il vino mi è nata… frequentando tante trattorie! Ho lavorato sette anni sottoposto come corriere, ma sin dal primo giorno di lavoro ho pensato: devo mettermi da parte i soldi per aprire una mia attività di vinaio. Un sogno che si è poi realizzato. Ho 18 tipi di vino sfuso di qualità per tutte le tasche; ma oltre al vino, che comunque è il core business, mi piace tenere i prodotti tipici: cantucci di Prato, ragù del Casentino, mozzarella di Battipaglia…»
Storica mescita del quartiere è la Bottega del vino sfuso , di proprietà della famiglia Amerini, i primi a vendere vino sfuso a Firenze: «La nostra storia con il vino nasce dal Caffè Amerini di via della Vigna Nuova, che nell’88 diventa uno dei primi wine bar. Nel 2000 poi siamo stati il primo negozio di vino sfuso nato a Firenze, nella nostra sede di Gavinana. Il lavoro è aumentato e perciò nel 2004 abbiamo aperto questa rivendita a Ponte a Greve. Abbiamo aperto qui perché è ottimo da un punto di vista logistico, è vicino all’autostrada, è comodo per le autocisterne. Siamo stati accolti molto bene dalla zona, i clienti arrivano da tutto il quartiere dai comuni limitrofi. Tre anni fa poi abbiamo aperto il terzo negozio in via Aretina, cui davanti, è aperto “Amerini pesce fritto e bollicine”, che sta avendo un ottimo riscontro (è infatti necessaria la prenotazione). Il nostro indirizzo è la qualità, ma lavoriamo molto anche sul prezzo, perché per offrire una qualità eccellente non è necessario tenere prezzi alti. Certo per saperlo fare l’ esperienza fa la differenza: siamo sul mercato da più tempo e chiaramente conta».
Se cerchiamo invece delle enoteche in zona, possiamo andare da Nazdravie in via del Cronaca 18 o al RamenGirl By EnotecaLuca in viale Talenti 144. Entrambe fanno anche ristorante sia a pranzo che a cena.
«Nazdravie significa “alla salute” in slovacco – spiega Valentino, uno dei tre soci –. Io e miei soci siamo somelier e ci siamo conosciuti proprio sui banchi del corso di somelleria. Inizialmente lavoravamo in altre enoteche e ristoranti, poi abbiamo deciso di aprire un’attività nostra. L’idea del nome ci è venuta durante un capodanno che abbiamo fatto in Repubblica Slovacca, quando stavamo decidendo come chiamare l’enoteca: sentivamo tutti brindare con Nazdravie, Nazdravie e da lì abbiamo capito che quello era il nome giusto. La nostra particolarità? Da noi la bottiglia al tavolo costa quanto quella da asporto, cosa rara nelle enoteche. Oltre che enoteca, siamo anche ristorante aperto tutti i giorni a pranzo e dal mercoledì alla domenica anche alla sera. Cerchiamo di rivisitare i piatti tradizionali della cucina toscana e di offrire sempre un menù di carne».
L’EnotecaLuca invece ha aperto i battenti all’Isolotto due anni e mezzo fa da una coppia del quartiere. «Abbiamo cercato di dare un locale diverso, in una zona che è povera di locali. Un’enoteca con cucina. Inizialmente solo cucina italiana – racconta Emilio Tartaglia, contitolare –, ma essendo la mia compagna giapponese è venuto naturale inserire nel menù dei piatti giapponesi tradizionali. La risposta è stata molto buona, tanto che la cucina giapponese è diventata quella più richiesta da accostare ai nostri vini. Così insieme ad EnotecaLuca, è nata “Ramen Girl“. Come enoteca abbiamo circa 200 etichette in listino. Cerco di selezionare vini di aziende poco conosciute ma di alta qualità, che non vanno nella grande distribuzione».